2º CAPITOLO

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Mi sono svegliata la mattina dopo, ancora vestita come la sera.

Non so cosa sia successo dopo ma spero abbiano lasciato in pace Carly.

Ho fatto una doccia e mi sono vestita per andare a scuola, mancavano ancora 3 giorni e poi vacanza.

Non avevo voglia di andare in quello schifoso "edificio" e incontrare le solite oche.

Andai in corridoio e sbirciai nella camera dei miei, il letto era ancora intatto dalla sera precedente, strano.

Io e Carly non abbiamo mai avuto una camera singola, dormivamo sempre assieme, ma da quando se ne è andata la stanza è diventata mia, fredda e priva di amore.

Scendendo le scale sentii un rumore provenire dalla cucina. Ci andai, c'era mia mamma in vestaglia che stava preparando un caffè, si girò di scatto sentì la mia voce

"Buongiorno"

"Muoviti che è tardi, devi andare a scuola e non c'è tempo di fare colazione" Di prima mattina incazzata... Era strana, sembrava triste e aveva la faccia di una che si era dimenticata il significato della felicità.. Aveva l'espressione di una che non dormiva da giorni.

"Cosa diavolo è successo ieri sera?" chiesi seria.

"Ho detto di muoverti Ariana! Non sono affari tuoi" alzò la voce.

"Si invece! È mia sorella e faccio parte di questa maledetta famiglia!" alzai il tono della mia voce.

"Non c'è una famiglia qui! Non c'è mai stata!" Che parole, proprio quelle che ogni figlia vuole farsi dire; in quel momento mi sentii più sola che mai, sola nel mondo. Completamente sola.

Credo fossi rossa dalla rabbia, presi la mia borsa e corsi via, anche se avevo diciassette ne dimostravo dieci in quel momento.

Per fortuna non pioveva, mi sembrava di essere in un fottuto film. Mi avviai correndo verso la fermata dell' autobus non sapendo ancora cosa fosse successo a Carly e al resto della famigl.. ah no al resto di quelle persone.

Ero un po' in ritardo ma riuscii a prendere in tempo il pullman, mi asciugai le due lacrime che mi erano scese e salii, mi sedetti di fianco a una vecchietta che mi fissava. Che nervoso. Ma non era l' unica, perché poco più avanti c'era un ragazzo con un libro in mano aperto che mi osservava in modo alquanto strano.

Ma strano veramente, non sembrava flirtare con me, credo mi "scavasse" dentro, non avevo per niente voglia di 'scherzare' ma iniziai a guardarlo come faceva lui.

Credo avesse la mia stessa età o un anno in più.

Mi dava fastidio, perché per tutto il viaggio mi fissava però aveva un certo fascino, occhio verdi smeraldo, dei "lunghi" capelli ricci che gli accarezzavano la fronte e delle labbra carnose. In poche parole era un gran figo.

A metà tragitto mi sono stancata quindi ho abbassato lo sguardo sui miei piedi pensando a cosa potrebbe essere successo dopo che mi sono addormentata.

Forse Carly si era fatta male e l'hanno portata all'ospedale, oppure è stata buttata fuori di casa e mia mamma e mio padre hanno litigato e come al solito se n'è andato.

Il pullman si fermò davanti alla scuola, alzai lo sguardo e quel maledetto ragazzo mi stava ancora fissando, Con lo stesso sguardo! Non l'avevo mai visto in giro, nuovo forse.

Mi alzai il più in fretta possibile e cercai di uscire fra i primi, sentii qualcuno prendermi il braccio sussurrandomi all'orecchio "Mi piaceva il modo in cui mi fissavi".

Aveva una voce roca, gli si addiceva.

Quando mi girai vidi il ragazzo "da mille occhi" con un sorrisetto stampato sulla faccia, sembrava volesse dirmi dell'altro ma una signora inciampò e si aggrappò a lui, fece una faccia spaventata e si girò di scatto per tirare su la signora, nel mentre me ne andai.

L'aria fresca mi congelò il viso, ma era così piacevole.

Avevo la mente più libera, riuscivo più a ragionare.

Che cavolo voleva da me quel ragazzo?!

Era lui che mi stava fissando, che strana giornata.

[...]

Non mi guardai indietro, andai avanti e cercai di concentrarmi sulla merda, la scuola in poche parole. Avevo voglia di dimenticare l'inizio della mattinata e anche le scene del giorno precedente.

***

Scusate se è così corto, il prossimo sarà più lungo.

Alla prossima settimana, fate girare la voce ;)

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