1º CAPITOLO

407 19 2
                                    

Il solito periodo festivo di Natale, lo odiavo.

Per una settimana tutti devono avere un sorriso stampato sulla faccia ed essere "carini e gentili" con tutti, che merda, tanto la settimana dopo ritornavano a parlarsi dietro.

Mia mamma era alle prese con le decorazioni della casa, pensava solo a quello perché la casa doveva apparire "PERFETTA",mio padre invece lavorava, diceva di lavorare anche il giorno di Natale ma credo fosse sempre con qualcuna delle sue tante troiette.

Eppure mia mamma lo sapeva ma faceva finta di niente, alla gente diceva: "è un gran lavoratore non può permettersi di prendere giorni di vacanze", cazzate.

Beh la mia famiglia voleva apparire perfetta e faceva di tutto per farlo sembrare, mia sorella se n' era andata di casa a 16 anni ed era partita con il suo ragazzo di 23 perché stufa di vivere con un padre assetato di sesso e una madre che cercava di far sembrare il contrario e se ne fregava pienamente delle figlie, a parte per l aspetto esteriore che ovviamente doveva essere "PERFETTO".

Dal giorno che mia sorella, Carly, se ne è andata non l ho più sentita, n'è vista e non so esattamente dove si trovi, credo sia una drogata se vive ancora con Jack (il 23nne).

Ogni giorno ero sempre più arrabbiata con il mondo, perché sembrava che tutti, e dico TUTTI, ce l avessero con Ariana, mia sorella mi aveva abbandonata, a mia madre interessava solo che apparissi "PERFETTA", mio padre, beh, lui non credo si ricordi neanche il mio nome, e la mia migliore amica se ne era andata un anno fa, era partita per l Italia con suo padre per lavoro.

Mi ritrovavo sola ogni giorno, andare a scuola e far finta che ti interessassero gli argomenti delle solite ragazzine, ragazzi- RAGAZZI- R A G A Z Z I, e trucchi.

Non era proprio il mio genere, anche se poteva sembrare visto che dovevo sempre indossare vestiti alla moda ed essere pettinata sempre ordinatamente.

In quel momento mi venne in mente che potevo scappare anche io, come mia sorella anche da sola senza "l anima gemella" come la chiamava lei, io di certo non credevo in quelle cose.

Avrei potuto prendere il primo pullman di Seattle per andare dall altra parte dell America...

''Ariana! Vai subito a indossare qualcosa di decente! Fra poco arriverà tuo padre, non vorrai presentarti in questo modo'' mi interruppe mia madre dai miei pensieri.

''Si mamma''.

''Più tardi usciamo a prenderti il regalo di Natale''

''Ma che razza di regalo di Natale è se me lo scelgo io?'' tutti gli anni la stessa storia, un motivo in più per odiare il natale.

''infatti lo sceglierò io! Tu ti prenderesti da mangiare''

''sempre meglio di quei schifosi vestiti'' risposi

''cambia linguaggio, ragazzina, siamo nel periodo Natalizio, cerca di comportarti decentemente!'' ovvio; odio il comportamento di mia madre.[...]

Mi incamminai verso le scale e raggiunsi la mia camera, mi vestii decorosamente, e ritornai giù. Mio padre era arrivato, seduto in cucina che "parlava" con mia madre. ''ciao papà'' dissi.

Non mi ha neanche degnato di uno sguardo, come al solito, non c'è da stupirsi.

Ci sedemmo a tavola, era imbandita di ogni squisitezza e cibo di diverso genere.

Cominciammo a mangiare, nessuno aprì bocca fino al secondo piatto ma per fortuna quel silenzio imbarazzante fu interrotto dal suono del campanello di casa, pensai tra me e me "che liberazione". Mio padre e mia madre rimasero seduti ed io ovviamente andai a vedere chi fosse a quest'ora. Aprii la porta, rimasi senza parole nel vedere Carly, mia sorella, sì proprio mia sorella.

Pensai nella mia mente, con quale faccia tosta si fosse presentata qui a casa mia, dopo anni e anni che non avevo più sue notizie e non avevo nemmeno avuto occasione di parlarci al telefono, era proprio sparita. Mia madre mi venne incontro e una volta arrivata sulla soglia della porta, all'improvviso sbiancò. Anche lei fu sorpresa da quell'incontro inaspettato. Dopo averla salutata nel modo più cortese possibile, l'accompagnai in cucina e le preparai un posto dove sedersi. Cominciammo a mangiare tutti insieme, sembrava di essere ritornati indietro nel tempo quando eravamo una vera famiglia, quando i problemi non c'erano ancora, quando mio padre e mia madre si volevano davvero bene, quando ero solo una bambina e sognavo di fare grandi cose, quando eravamo io e mia sorella a far sorridere i nostri genitori, quando tutti noi eravamo felici, quando eravamo noi quattro uniti contro le cattiverie di questo mondo... Insomma mi tornarono in mente molti ricordi felici della mia infanzia, una sorta di flashback.

Non mi ero accorta che ero rimasta assente per più di tre minuti nei miei pensieri e infatti fu la voce di mio padre a farmi ritornare alla realtà, quella triste realtà in cui tutto nella mia vita si era oscurato, tutto aveva perso colore, non c'era più quella luce che c'era una volta.

Mio padre iniziò a urlare contro mia sorella, lei era terrorizzata, chi non lo sarebbe stato?

Si alzò della sedia e si avvicinò a Carly e le disse:

''Perché cazzo ti è venuto in mente di ritornare in questa casa? Chi ti ha dato il permesso di farlo dopo secoli che non si ha più tue notizie? Guarda come sei ridotta, una drogata senza rispetto per se stessa e per i suoi famigliari!''

Lei rimase muta, non aveva il coraggio di dare una risposta adeguata, mio padre allora la prese per i capelli, la fece alzare e iniziò a tirarle schiaffi e poi pugni sullo stomaco

. Non potevo continuare a vedere quell'orribile scena, così andai incontro a mio padre, gli presi la camicia da dietro e con la poca forza che avevo lo spostai giusto quel che bastava per farlo stare lontano da mia sorella, ma lui si riavvicinò a me e iniziò a tirarmi schiaffi e colpi sempre più forti, non riuscii più a stare in piedi e così mi accasciai a terra dal dolore, tentò di riavvicinarsi di nuovo verso mia sorella ma mi rialzai e lo bloccai con le braccia. Mia madre era lì impalata a guardare la scena con le mani sulla bocca, era come pietrificata. Feci voltare mio padre e gli dissi:

''Non far più del male a Carly!

È mia sorella, non posso permettere una cose del genere! Non posso più sopportare quello che sta succedendo! Sono stanca di questa situazione! Sempre io devo soffrire! Cosa ho fatto di male per meritarmi questo? È quello che mi chiedo ogni singolo giorno! È quello che non riesco a capire... Vorrei avere una famiglia normale, una padre che ci sia sempre è che non pensi solo al sesso estremo, una madre presente invece che un'alcolizzata e fissata solo all'aspetto esteriore, il tuo continuo fumare mi sta riducendo a pezzi. Non c'è la faccio più di questa vita di merda, andate a fanculo tutti!'' così dicendo mi diressi verso camera mia, chiusi violentemente la porta quasi facendola rompere.

Mi buttai sul letto e allungai la mano verso il comodino in cerca del mio amato iPod, l'unico oggetto che mi aiutava sempre a tranquillizzarmi e mi distoglieva dai brutti pensieri. Grazie alla musica riuscivo a entrare in un mondo dove tutte le cose avevano un senso e tutto andava bene; così dopo un po' mi addormentai assolta nei miei pensieri.

A little bit of your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora