Nove mesi dopo.
Stephanie.
Apro gli occhi, stanchi e un pizzicore si propaga in essi, causando delle lacrime.
La vista è appannata, ma piano piano si sbiadisce, fino a diventare più chiara e nitida.
Istintivamente indagano sul mio corpo steso e velato da un lenzuolo celeste e verde.
La mia pancia non c'è più, e solo ora ricordo quello che è successo: pianti, urla, dolore, un vagito, e poi buio totale.
Muovi il dito, poi un secondo e un terzo, per poi stringerle tutte in un pugno.
Un formicolio leggero si propaga per tutto il palmo, e poi sul braccio, con calma.
Emetto un suono gutturale, quando per sbaglio muovo la mano sinistra, e un ago dentro la vena si muove leggermente.
Giro il capo dall'altra parte, più precisamente a destra, quando i miei occhi incontrano un petto nudo tatuato, che conosco fin troppo bene, che tiene tra le braccia un piccolo corpo avvolto da una tutina rosa cipria, con una fascia leggera che le avvolge la testolina.
"E-ehi..." Dico flebilmente, ma la mascherina che è sopra la mia bocca impedisce che il mio suono esce fuori completamente. "Ehi." Dico questa volta con più decisione.
Finalmente, quegli occhi così belli mi guardano. Gli occhi del mio bellissimo marito, che tiene in braccio nostra figlia.
"Darling, ehi." Rimane seduto, ma mi guarda. "Finalmente ti sei svegliata." Adesso si alza.
Con calma, stando attenta, mi levo l'aggeggio verde chiaro con la mano non occupata, per poi buttarlo sul comodino, pieno di fiori.
"La mamma è sveglia." Fa una vocina piccola e molto infantile, non da lui.
"Per quanto ho perso i sensi?" Chiedo, schiacciando un pulsante vicino al materasso, e piano si alza, consentendomi di vedere finalmente bene.
"Un paio di ore, quattro o cinque."
La mia bambina stupenda, con il mio meraviglioso marito, due angeli. È così piccola, ha un viso dolce e paffutello.
"Ehi piccina." Oliver me la passa, prestando molta attenzione.
Incrocio le braccia, e finalmente un bellissimo calore le avvolge. "Ciao mio piccolo angelo." Mi si appannano gli occhi, ma non voglio piangere, non proprio adesso.
Le accarezzo con il dito i lineamenti dolci e piccoli, ed e così perfetta.
"Ti rendi conto che anche lei è identica a te?" Guardo Oliver, che si è seduto al bordo del materasso. "Non posso crederci."
"Ha il taglio dei tuoi occhi." Ribatte. "Ma si, per il resto è come il suo vecchio."
La guardo per secondi che sembrano ore, mi perdo completamente.
Piano piano apre gli occhi, che sono ancora di un colore incerto, poiché appena nata, ed emette dei gorgoglii, che mi fanno perdere la testa.
"Hai fame?" Le chiedo, come se poi potesse rispondermi.
"Ha mangiato poco fa, le hanno dato del latte." Oliver risponde. "Ho provato a darglielo io." Ride.
"Scommetto che ti sei versato tutto addosso." Rispondo, senza però smettere di guardare la piccola. "Penso di poter stare così per ore e ore."
"Credimi, non credevo fosse possibile, me ne sono accorto quando tuo fratello mi ha svegliato."
"Sono fuori?" Adesso lo guardo.
Annuisce, e si alza, forse per chiamarli.
Io rimango sola con la mia piccolina, la mia piccola principessa. La guardo ancora un po', imparando a memoria tutti i suoi lineamenti dolci ma decisi, le sue guance rosee e il suo naso all'insù, proprio come quello di Tomas.
"Mamma!" Quando parli del diavolo.
Appare il mio bambino, che non è più così tanto bambino.
Ha dieci anni, ed è un giovanotto bellissimo, con i suoi ricci e il suo carattere deciso. "Ti sei svegliata!"
Prende di peso la sedia e la mette vicino al mio letto, sistemandola in modo che possa vedere sia me, che la sorellina.
"Ciao ometto, come stai?" Gli chiedo, accarezzandogli la guancia, mentre con un braccio solo cerco di tenere la bambina.
"Bene, Oliver mi ha portato a mangiare al fast food." Fa la spia.
"Ti vizia troppo." Dico semplicemente.
"Com'è bella, è piccolissima." Guarda finalmente la sorella. "Potrò insegnarle a giocare a calcio." Ridacchia perfido.
"Tomas è una bambina, non credo le piacerà molto il calcio." Dice Oliver, mentre fa entrare altre persone, presumo che siano Joshua e Julia.
"Oh mio dio! Sei sveglia finalmente." Urla eccitata Julia e si fionda vicino a me, non prima di avermi stampato sulla guancia un bacio. "Questa piccolina ci ha fatto compagnia per un po' di tempo in tua assenza." Gli stuzzica il nasino con il dito.
"Complimenti Steph, è davvero bellissima." Joshua si piazza davanti ai piedi del letto, con le sue braccia conserte e la sua barba poco curata. "Ama già alla follia suo zio." Ride compiaciuto.
"Mi dispiace bro, ma suo padre batte tutti." Scherza, mettendosi vicino a me, e sistemando il braccio sotto al mio per tenere ben salda la piccola Holly.
Si, alla fine Oliver ha vinto, la bambina si chiama Holly Diana Sykes.
Tomas ci raggiunge finalmente sul letto, e si piazza in modo da non infastidire me me, ne Oliver, vicino al nasino della sorella.
I miei angeli, la mia bellissima famiglia.ALLORA.
ciao ragazzi, bienvenidos nel sequel di Over and Over, Again and Again.
Spero vi piaccia, proprio come vi è piaciuto il primo.
Sarà quasi interamente raccontato dal punto di vista di Thomas, anche se Oliver e Stephanie saranno sempre presenti.
Buona lettura.🖤
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'Amo'.
Fanfiction"...avrei potuto mandarlo al diavolo e cercare una vita più semplice. Avrei potuto, invece l'ho preso per mano. Tanto ci saremmo mancati, tanto ci desideravamo ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori." Mi dice Li...