Stephanie.
"Dai, vedrai che non sarà così male." Aggiusto, sulle scale mobili del Garden, il papillon a mio marito.
"Prederei fare altro..." Mi guarda, mangiando con gli occhi la scollatura profonda del mio abito nero.
"Falla finita." Lo ammonisco.
Amo il fatto che tra di noi la chimica, dopo otto anni di matrimonio non sia minimamente sparita; sembriamo due adolescenti a volte, ci buttiamo tra le lenzuola e come va a finire finisce.
"Dopo desidero toglierti questo vestito." Mi dice all'orecchio lascivo, e poi mi lascia un bacio umido sul collo.
Mille brividi si formano sulla parte che ha baciato, facendomi venire la pelle d'oca in tutto il corpo.
Finalmente, con la mano di Oliver incastrata nella mia, alla fine delle scale, scendiamo e ci dirigiamo verso una porta, aperta con due ragazzi ben vestiti di nero ad aspettarci.
"Signora Sykes, può entrare." Ci lasciano passare, è una folla di persone ben vestita, è con un bicchiere in mano, pronti ad attendere al nostro discorso.
"Steph!" Sento una voce fin troppo familiare chiamarmi.
"Ecco che arriva la bionda." La schernisce quando finalmente arriva a noi.
"Falla finita Oliver." Lo scruta dall'alto verso il basso Julia, perfetta nel suo abito verde scuro. "Muoviti, il direttore è più di un'ora che ti aspetta." - "Vieni anche tu mostro, vuole conoscerti." Dice ad Oliver.
Da quando si conoscono non fanno altro che stuzzicarsi quei due.
Ci fa passare in un serpente di vuoto che si è formato tra un pezzo di folla e un'altra.
"Direttore Stuart, lei è Stephanie Redsteal, la mia socia."
Un uomo alto, e molto affascinante si presenta davanti ai miei occhi. Indossa un completo nero, molto elegante, segno di forte autostima, e tiene saldamente in mano il bicchiere nel quale è stato versato, pochi minuti fa presumo, il prosecco.
"Lui invece è suo marito, Oliver Sykes." Oliver mi stringe ancora più forte la mano, attirandomi con il braccio libero al suo basso ventre.
L'uomo più geloso che io conosca.
"Lieto di fare la vostra conoscenza, signori." Stringe la mano ad entrambi.
"Signorina ho letto il suo ultimo lavoro, e devo farle i miei più sentiti complimenti; i suoi figli sono una vera ispirazione per lei."
"Oh, sono i miei due angeli, non potrei fare a meno di scrivere di loro."
"Contento che lei lo dica, spero di leggere anche un libro su suo marito un giorno." Scherza.
"Lo spero anche io." Mi tiene ancora stretta Oliver, mentre però sorride.
Quanto lo amo.
"Signorina, accetterebbe di lavorare, anzi, collidere le nostre case editrici? Ne stavamo parlando prima con la signorina Robby e suo marito.
Il nostro progetto è quello di espanderci, non solo in Inghilterra, ma anche in altre parti d'Europa: Italia, Germania, Spagna... E voi due sareste le rappresentanti del nostro gruppo qui in Inghilterra. Ci pensi signorina, la Limunini con la Kigiar, potremmo davvero fare faville."
Ascolto con molta attenzione il discorso del signor Stuart, anche se tutta quella mola di lavoro mi allontanerebbe dalla mia famiglia.
Già al solo pensiero mi si forma un groppo in gola.
"Beh, credo che sia davvero una bellissima idea, ma credo che prima io e la signorina Robby dovremmo discuterne." Dico molto calma.
"Come sia giusto che sia. Intanto mi farebbe piacere che veniste alla mostra che ha organizzato la mia casa editrice a Roma, tra qualche settimana."
Eccoci qui. "Beh, si, come potremmo non accettare."
Oliver intanto mi lancia uno sguardo fulmineo. Se fossi stata un albero avrei preso sicuramente fuoco.
"Oh, fantastico!" Si complimenta, guardando sia me che la bionda.
Si dilegua con altri del suo gruppo, mentre rimaniamo noi, che ci scambiamo occhiate in silenzio.
"Fammi capire, tu stai accettando un invito da un perfetto sconosciuto?" Oliver aumenta la presa che ha sulla mia mano. "Sei per caso impazzita Stephanie?"
"Oli, stai calmo. E poi non è un estraneo, potrebbe diventare il mio capo, potrei finalmente avere il posto di lavoro che ho sempre meritato e sognato."
"Al prezzo di tenerti lontana da me? Oh no, non se ne parla neanche sotto tortura." - "Stephanie, non ha buone intenzioni con te, l'ho visto come ti guardava."
"E come mi guardava Oliver? Sentiamo, perché io sinceramente non l'ho neanche notato." Mi sto alterando. "Falla finita, per favore."
Levo la mano dalla sua, e i suoi occhi si incupiscono. Li chiude, e qualche secondo dopo li riapre.
"Scusa." Abbassa la testa. "Ho il terrore fottuto di perderti."
Mi addolcisco, e gli accarezzo con le nocche la guancia. "Non mi perderai mai Oliver, ho fatto tanto per averti e lo sai."
Mi prende per i fianchi. "Ne ho memoria." Ridacchia a pochi centimetri dalla mia faccia.
"Okay adesso direi di farla finita." Si intromette prepotentemente la bionda nel discorso. "Andiamo."
Sbuffiamo entrambi, e dopo aver preso una boccata d'aria, ci dirigiamo verso l'esterno del Garden.
È tutto addobbato con lucine piccole luminose e fiori profumati, dei tavoli rotondi sono sistemati sulla terrazza superiori, e dei camerieri girano con vassoi colmi di alcol.
"Ne ho bisogno." Dico a mio marito, che prende due calici da un uomo vestito di bianco che ci passava affianco.
Me lo porge, e prima di bere, li facciamo collidere, cosicché un suono esca fuori.
Caliamo giù la sostanza con velocità, e poi ci guardiamo intorno.
"Ciao zia Steph, ciao zio Oliver." Arriva un bambino biondo e grandi occhi verdi.
È Dylan, il figlio di Julia e Luke. Poco dopo aver scoperto della mia gravidanza, anche lei è rimasta incinta, ed ecco qui il piccolo e dolcissimo Dy.
"Ehi campione." Oliver si abbassa alla sua altezza per salutarlo. "Da dove vieni?"
"Stavo cercando la mamma." Confessa, torturandosi il dito.
"Gesù Dylan, non ti azzardare mai più a lasciarmi la mano così." Ecco Luke, che ha la cravatta larga sul collo. "Ciao ragazzi."
Oliver gli batte il cinque, e io gli sorrido cordialmente.
"Mi ha detto Luce che è con Thomas stasera." Confessa l'uomo.
"Oh si?" Domando dubbiosa.
Guardo Oliver che ride, e capisco che è realmente così.
Thomas ha una cotta storica per Luce da anni, chissà cosa staranno facendo.
"Oh, anche Willow è con Thomas... Stephanie tuo figlio è un cavaliere." A questo punto appaiono anche Emma e suo marito Paul.
"Beh, buon sangue non mente." Dice Oliver, forse troppo ad alta voce.
I presenti infatti lo guardano con aria di dubbio, mentre io gli do una gomitata nello stomaco.
Che Oliver sia il padre vero di Thomas lo sanno solo Julia e Luke, ed eccoci di nuovo qui.
Thomas ancora non ne sa nulla, non ci siamo posti più il problema, o per lo meno io, ho paura a dirglielo, ma so che più la cosa va avanti, più Oliver comincerà ad essere impaziente.
Solo al pensiero che Thomas possa fare qualcosa di brutto quando lo scoprirà mi fa gelare il sangue.
"Vogliate scusarci." Oliver mi afferra per in braccio, mi sposta dal nostro gruppo di amici, e mi porta in un angolo appartato.
È in penombra, c'è una pianta che pende verso il basso a coprirci.
Mi mette contro il muro, e mi guarda fisso negli occhi, che si fanno piccoli contro i suoi.
"Che diamine ti è preso." Gli chiedo a bassa voce.
"Non lo so..." Abbassa la testa e mette un braccio all'altezza dal mio orecchio. "Mi, mi è passata per la testa una cosa orribile."
"Oli..." Provo a toccarlo, ma si scansa. "Che hai, dimmelo per favore."
Mi bacia, prendendomi il viso tra le mani, strizzandomi leggermente le guance.
"Adesso posso toglierti questo vestito da dosso?"
Sorride malizioso, a infila una mano nella profonda scollatura che si trova anche dietro al vestito, arrivando a toccare le mie natiche nude.
Dio, quanto posso amare questo uomo?!
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'Amo'.
Fanfiction"...avrei potuto mandarlo al diavolo e cercare una vita più semplice. Avrei potuto, invece l'ho preso per mano. Tanto ci saremmo mancati, tanto ci desideravamo ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori." Mi dice Li...