Thomas.
Lunedì sera.
"Fermati Thomas." Mi rimprovera Oliver che sta cercando di posizionare in maniera corretta il papillon sul mio collo.
Sbuffo sonoramente alzando gli occhi al cielo, e mi guadagno un piccolo pugno sullo stomaco da parte sua.
Oliver è il 'padre non padre' che ho sempre desiderato di avere; simpatico, figo, comprensivo, aperto, dolce quando serve è altrettanto stronzo quando vi è necessità.
È così diverso da mio padre, anche quando ero piccolo lui c'era sempre per noi, c'era sempre per me. Anche quando siamo andati in Spagna per il mio compleanno, c'era lui.
Da quando è sposato con la mamma, esistiamo noi e mia sorella Holly, siamo il centro del suo mondo.
"Ehi ti va di sentire qualche strofa di un pezzo nuovo?" Mi da una pacca sulla spalla, segno che ha finito.
"Ovviamente si."
"Before the truth will set you free, it'll piss you off
Before you find a place to be, you're gonna lose the plot
Too late to tell you now, one ear and right out the other one
'Cause all you ever do is chant the same old mantra" Intona e poi si butta sul mio letto.
"Figo." Mi appresto a mettermi la giacca, cercando di non rovinare il lavoro di Oliver.
"È in fase di produzione, credo che l'album uscirà tra poco."
Sorrido anche se lui non può vedermi, e mi guardo allo specchio.
Mi sento stranamente carino, con il ciuffo leggermente tirato su e il mio completo aderente.
"Posso farti una domanda?" Mi giro verso l'uomo, che alzatosi, si sistema il colletto della camicia.
"Spara pure."
"Hai presente quando eri fermamente convinto di una cosa, e poi ti crolla tutto addosso?"
Mi guarda con aria interrogativa. "Spiegato meglio."
"Beh, avevo la convinzione fissa di essere addirittura innamorato di Luce, e quando abbiamo dormito insieme... Non ho sentito nulla." - "Niente di niente."
"Beh, anche tua madre era convinta di non essere innamorata di me, e guarda dove siamo finiti."
"Si ma, adesso mi sento come se tutte le mie convinzioni fossero sparite, non so più dove aggrapparmi."
"Ehi, non è mica finito il mondo, magari hai confuso la nostalgia dell'amicizia che avevi con lei con l'amore."
Infatti, perché tutto questo panico...?
"Ehi ragazzi!" Mia madre entra senza neanche bussare alla porta. "Siete pronti?"
Indossa un abito verde scuro lungo, aderente al punto giusto, i capelli le scivolano lisci sulle spalle.
"Ci state facendo attendere." Entra anche Holly, che con il suo vestitino blu ci esorta a muoverci.
"Oh si signorine, adesso arriviamo, stavamo facendo... Discorsi da uomini, ecco." Oliver si mette sulla difensiva scherzando.
"Beh i vostri discorsi da uomini possono essere interrotti? Siamo in ritardo." Dice inviperita mia sorella.
Certe volte mi stupisco di come possa essere così sveglia a soli otto anni.
"Holly..." Diciamo in coro, per poi scoppiare tutti a ridere.Dopo un abbondante mezz'ora di macchina, il centro di Londra è illuminato da luci e colori, e il Plaza Hotel è un mucchio di gente ricca che cammina, beve champagne e parla di affari.
Il nostro autista ha parcheggiato poco lontano, così ci siamo dovuti incamminare a piedi, e una bella aria fresca ci ha accompagnati.
Certe volte odio questi ambienti, sono così falsi, si inventano una facciata solo per convenienza e donano soldi come se fosse acqua.
Dice mia madre che è tutta gente altamente facoltosa, tutti amici del suo futuro socio e capo, il signor Stuart. Mi ha detto che vorrebbe farmelo conoscere, io vorrei rifiutare, ma non posso.
Stasera dovrò portare una maschera anche io, purtroppo.
"Ehi sfigato!" Sento una voce fin troppo familiare.
Willow, grazie a Dio.
"Ehi." La abbraccio. "Sei bellissima stasera." Mi complimento con lei, che indossa un vestito a maniche lunghe nero, corto, ma le sta fin troppo bene, con un cappotto lungo.
"Ciao, Thomas." Ecco, lei non volevo sentirla.
Luce Robby è davanti a me, che risplende in un abitino verde Tiffany.
È bellissima, su questo non c'è dubbio, ma non riesco, come prima, a dirle di più.
"Ciao." Saluto a mezza bocca.
"Ragazzi, venite, iniziate ad entrare." Ci esorta mia madre. "Ci sarà Liam che vi accompagnerà al tavolo."
Liam? Di nuovo?
Al solo nominare di quel nome mi viene un buco allo stomaco e iniziano a sudarmi le mani.
Devo parlarne con qualcuno, non ce la faccio più.
L'interno dell'hotel è riccamente decorato con affreschi e arazzi, caldo, accogliente e gremito di persone.
"Will, devo parlarti." Le dico all'orecchio.
"È successo qualcosa?" Si gira di scatto.
"Ehi, Thomas." No, ti prego no.
È Liam, bellissimo.
Che cazzo dico! Si, okay che è un bell'uomo, da ragazzo devo essere onesto, ma bellissimo? Sto delirando per caso?
"Ehm, ciao Liam." Divento rosso all'improvviso, e le mie due accompagnatrici se ne accorgono, soprattutto Luce. "Ragazze, vi presento Liam, il nuovo segretario di mia madre." Riesco a non balbettare per fortuna.
Si presentano molto velocemente, e poi gli occhi del ragazzo si posano sui miei.
È più elegante di come l'ho conosciuto la scorsa volta, ma devo ammettere che così è davvero mozzafiato.
Mi sorride di sbieco, e ci spiega velocemente che saremo con il signor Stuart, i nostri genitori e alcuni manager, tutti in uno stesso tavolo.
Sembrano tutti piuttosto emozionati, solo io sembro quasi annoiato, stanco.
Sinceramente? Non ho voglia di stare qui, in mezzo a questa gente.
"Thom, mi dai una sigaretta?" Mi chiede Luce all'orecchio, e mi tocca il petto, velato dalla mia camicia bianca.
Dovrei provare qualcosa in questo momento?
"Mi dispiace, non le ho." Dico semplicemente.
"Ne ho io, vuoi?" Dice Liam, intromettendosi nella conversazione.
Perché, questa è una conversazione?
"Oh, si, grazie." Gli porge la sigaretta, e la bionda lo ringrazia con un sorriso.
Vedo che lei e Willow si fanno spazio ed escono, mentre io rimango qui, con Liam, nel più totale imbarazzo.
"Quale delle due è la tua ragazza?" Chiede, prendendo da un cameriere un bicchiere di champagne.
"Nessuna delle due."
"Beh, sono entrambe belle ragazze, strano che non ti piacciano." Beve.
'Magari si strozza.'
"Beh una è la mia migliore amica, Willow, e l'altra, Luce, ero convinto fino a tre giorni fa di amarla follemente, mentre adesso di punto in bianco non provo più nulla." Faccio spallucce. "Perché ti interessa tanto?"
"Sto solo provando a conoscerti." - "Se non ti dispiace."
"Mi dispiace eccome, a nessuno interessa conoscere un paranoico cronico con crisi nervose." Lo guardo con una faccia indecifrabile, forse come per prenderlo in giro.
"E se a me interessasse invece?" Si avvicina pericolosamente al mio viso.
"Beh, n-non dov-dovrebbe." Prima deglutisco rumorosamente, e poi balbetto.
Mi guarda con i suoi occhi azzurri dall'alto verso il basso, e mi sento andare letteralmente in fiamme ogni singolo centimetro di pelle. Potrei anche far fatica a respirare per quanto ne so.
"Quante cose..." Sussurra, toccandomi il mento con un dito, e alzando il mio sguardo, fino ad incrociare il suo.
Deglutisco una seconda volta, cercando di non risultare troppo interessato, anche se in questo momento, mi sento desiderato.
"Ehi, voi due." Una voce salvatrice ci interrompe, anche se desideravo che questo momento non finisse mai.
Leva velocemente il suo dito, e si rimette composto, non prima di essersi sistemato la giacca.
Sono Willow e Luce, che sono rientrate dalla loro 'pausa sigaretta.'
"Si stanno iniziando a mettere tutti seduti, vogliamo andare?" La bionda annuncia.
Annuiamo, e Liam si sposta da davanti a me, prendendo il braccio di Luce sotto il suo.
"Che stava succedendo?" Chiede la mia migliore amica, che imita il loro gesto.
"Will, non so cosa mi stia capitando." La guardo preoccupato. "Ogni volta... Da quando conosco Liam, e lo vedo, insomma mi si annoda lo stomaco e ho un senso di vuoto assurdo, mi gira la testa, ecco."
Camminiamo, e non dice una parola.
"Willow, dimmi qualcosa."
"Fammi capire, a te piace Liam?"
"No, no, cioè... Oddio Willow." Mi levo il braccio dal suo, e mi metto le mani nei capelli. "Sono fottuto."
"Thomas, calmati, non sta succedendo nulla." Mi sorride. "Non sarebbe un problema se ti piacesse Liam."
"Ma io non sono gay!" Quasi urlo, e i presenti si girano a guardarmi per qualche secondo, per poi ritornare alle loro chiacchiere.
"Thom, uno, abbassa la voce. Due, ne sei proprio sicuro?"
"Willow non posso saperlo se per tutta la mia vita ho creduto di amare Luce, e ora non so neanche più cosa sono io..." Inizio a respirare pesantemente.
No, un attacco di panico adesso no.
"Stai calmo, per favore." Mi tranquillizza, o per lo meno ci prova.
Mi sento così strano, non mi è mai capitata una cosa del genere.
Io sono eterno, giusto? E non gay, non è così?
"Vieni con me." Mi afferra per un braccio, facendosi spazio tra la folla. "Andiamo fuori di qui, almeno fino a quando non inizia questa stupida festa." È autoritaria.
In pochi minuti siamo in un ascensore, fortunatamente poco popolato, e premiamo l'ultimo piano, dove c'è una fantastica terrazza.
Quando siamo liberi da quell'abitacolo stretto, usciamo a grandi passi verso la nostra meta, e quando ne siamo fuori, finalmente riesco a prendere della buona aria fresca.
"Ci voleva eh?" Dice, e fa una giravolta.
Annuisco. "Si."
"Sai, dovresti provare a parlarne con tuo zio Joshua, magari può darti una mano."
È vero, mio zio.
"Hai ragione, forse dovrei provare a parlargli. Spero non dica nulla a mia madre."
"Sai che per tua madre non sarebbe un problema, vero?"
"Si, ma per me, insomma, lo sarebbe. Non riesco neanche a capirmi, figurati vivere con quella consapevolezza."
Il mio problema non sono gli altri, ma sono io, solamente me stesso.
"Thomas, rimarrai sempre il mio migliore amico, che tu sia gay o meno, che ti piaccia il rosa o il blu. Sei la mia spalla destra, non ti lascerei mai per nulla al mondo." Mi tocca una spalla.
"Ti voglio bene." La abbraccio.
"Anche io te ne voglio, sfigato."
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'Amo'.
Fanfiction"...avrei potuto mandarlo al diavolo e cercare una vita più semplice. Avrei potuto, invece l'ho preso per mano. Tanto ci saremmo mancati, tanto ci desideravamo ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori." Mi dice Li...