il ritorno

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Amelia era ecitata! Oggi per lei era un giorno speciale! Era il suo diciottesimo compleanno ma però a differenza degli altri compleanni questo era davvero speciale...perché? 

Perchè sarebbe partita subito per tornare in Africa. Era emozionata! Non vedeva l'ora di rivedere Kasan perchè contava molto per lei. Appena finì di abbracciare la sua famiglia, amici e parenti (consapevole che non lì avrebbe più rivisti) salì sull'aereo prese posto a sedere e salutò tutti quanti dal finestrino. Aveva acquistato una casetta nel nulla nella savana, vicino al territorio di Kasan. Era perfetto! Nel frattempo in questi 4 anni lei era un po' cambiata. Ma quei cambiamenti non erano importanti perché alla fine era rimasta sempre la solita Amelia di sempre. Portava ancora la collana con sé al collo. Non era affatto cambiato il gioiello era rimasto completamente uguale dalla prima volta che l'aveva visto. Amelia continuava a guardare fuori dal finestrino, era bellissimo il cielo con le nuvole poiché esse formavano di continuo delle sagome. C'è n'era una che era a forma di coniglio, dopo un lupo e dopo ancora una volpe ma poi c'è ne fu una che gli fece battere il cuore, una sagoma di leone con la criniera. Dopo aver visto quell'immagine Amelia si chiese come fosse cambiato Kasan, il colore della sua criniera, se il branco fosse diminuito o se fosse aumentato se i genitori di Kasan fossero ancora vivi...insomma chissà cosa gli aspettava.

Mentre Amelia era in volo nella Savana, Kasan sentiva che c'era qualcosa di diverso nell'aria senza un motivo preciso sentiva come se Amelia stesse tornando da lui. 

《Hei capo!》 

Disse una leonessa bianca mentre si avvicinava a Kasan

《c'è qualcosa che non va?》

《No va tutto bene Ame ho solo una strana sensazione 》

《negativa?》

《No no, positiva 》

《Ah d'accordo, mia madre ormai sarebbe dovuta rientrare dalla pattuglia con il suo nuovo compagno, perchè non sono ancora qui?》

《Porta pazienza Ame》

《La pazienza non è mai stato il mio forte lo sai anche tu》 

Ridacchiò la felina,

《su questo hai ragione infatti stavo pensando di lavorarci su questo con te...》

《Oh scusa Kasan credo che i miei fratelli mi stiano chiamando devo andare ciao》

 la leonessa corse a tutta birra verso l'accampamento. Kasan iniziò a ridere facendo le fusa divertito, rifletté un attimo e pensò "oh Amelia dove sei?".

Ecco, l'aereo stava atterrando, come sarebbe dovuto atterrare 4 anni fa. Prese i suoi bagagli e andò a cercare la sua guida che lo vide con un cartellone con su scritto il nome e cognome di Amelia, era una persona di colore giovane forse aveva l'età di Amelia. Appena si conobbero e si strinsero la mano uscirono dall'aeroporto e salirono in macchina. La guida era un vero chiacchierone come certi taxisti americani. Si chiamava Heiball, aveva 19 anni ed era figlio unico. Disse ad Amelia che almeno una volta al mese sarebbe andato a fargli visita per vedere se stava bene perché dove sarebbe andata ad abitare lei era in mezzo al nulla ed era molto pericoloso per raggiungere la città, ma Amelia gli disse che non era necessario ma Heiball insistette e alla fine Amelia si arrese divertita con un sorriso solare in volto. Appena arrivarono Heiball fece scendere Amelia dalla macchina e gli diede una cartina del posto così che non si perdesse se decidesse di avventurarsi fuori dalla proprietà. Appena Amelia ringraziò Heiball con un'altra stretta di mano entrò nella proprietà. Non era uno splendore ma neanche una schifezza, era per lo più un bugigattolo. La struttura era di legno anche se c'erano alcuni punti bucati in cui trasudava acqua. Appoggiò la valigia nel letto scricchiolante e mise i suoi vestiti nell'armadio. Poi dalla valigia prese alcune cose tra cui uno zainetto. Dentro ci mise una mela, banane, un maglione da mettere sopra alla canottiera nera - bianca (che indossava) di notte, un coltellino svizzero, degli elastici e alcuni vestiti di ricambio. Era pronta e appena oltrepassò la porta d'entrata e la chiuse a chiave, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Appena gli aprì iniziò a correre libera dal mondo umano mentre entrava nel regno animale. Davanti a lei non c'era altro che natura selvaggia proprio come gli piaceva. Aveva ormai corso da molto forse anche più di un'ora. Ormai i sui cinque sensi e la sua salute erano aumentati incredibilmente da quando portava la collana color zaffiro. Rallentò finché non finì per camminare poiché aveva bisogno di respirare. Ad un certo punto si guardò intorno, il posto gli sembrava famigliare, poi capì dov'era, era accanto a una grotta, quella era la grotta dove aveva trovato la collana! Era vicina! Fra un momento avrebbe potuto riabbracciare Kasan! Che emozione! Il cuore gli batteva forte dalla felicità.

Il mio amico leone 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora