Love really hurts without you.

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Titolo: Love really hurts without you.
Ship: Clexa (Clarke/Lexa, The 100)
Parole: 1.005


Cara Lexa,

ricordo i tuoi occhi azzurri come il cielo che tanto amavi; ricordo il tuo sorriso, raro ma bellissimo. Ma la caratteristica che più rimembro di te è il tuo coraggio. Quel tuo passo per salvarmi, le tue battaglie. Anche se tutti erano contro di te, tu lottavi con tutte le tue forze per la pace in cui credevi. Hai avuto molti nemici proprio per questa tua testardaggine. Al contrario, io ti amavo proprio per questo. Certo, è passato tanto tempo, ma non smetto di pensare a te e al tuo carattere cristallino e al tuo modo d'essere silenzioso e sapiente. Non mi hai mai raccontato di te, è vero, ma potevo capire ciò che c'era da sapere su di te attraverso i tuoi occhi, quelle bellissime iridi chiare in cui volevo perdermi ogni volta che potevo. L'intesa che avevo con te, sono sicura, non l'avrò mai con qualcun altro, che sia Bellamy o uno sconosciuto che sta aspettando me là fuori.

Devo confessare, però, che non sono fiera dei miei ultimi giorni passati con te. Mi dispiace per tutto quello che ho detto e fatto, ma la maggior parte delle cose che è uscita dalle mie labbra, che tu definivi sempre "irresistibili", non le ho mai pensate e non le penso tutt'ora. Mi dispiace, amore mio. Ho fallito anche nel renderti felice. Avrei tanto voluto vedere il tuo sorriso ancora una volta, quello spontaneo che spuntava solo quando ti baciavo il naso e ti dicevo che ti amavo, prima di quel giorno, ma non ce n'è stata l'occasione. Mi rattristo al pensiero di quante cose avremmo potuto ancora fare insieme, e di quante altre avventure entusiasmanti avresti voluto vivere.

L'unica cosa che ti posso promettere, ora come ora, è che non ti dimenticherò, come ti ho promesso mentre piangevo al tuo capezzale. Ricordo ancora troppo vividamente quel giorno, come se fosse successo ieri. Ero al davanzale, e ti osservavo raccogliere margherite per una bella collana che ti avevo commissionato. Sembravi scontenta di quella richiesta, ma ti vidi ridacchiare mentre coglievi una spiga di lavanda quasi appassita che poi ti sistemasti tra i capelli da poco intrecciati. Sorrisi a causa di quella paradisiaca vista mozzafiato che mi era stata donata dal cielo: un raggio di sole ti colpiva le ciocche di capelli castano chiaro, facendoli sembrare più biondicci; i jeans neri ti fasciavano le gambe come se fossero stati fatti su misura, mentre la maglia panna non troppo aderente era semi-coperta dal giacchetto di jeans, sempre nero. La collana che ti avevo regalato il giorno del nostro primo anniversario era lì, in bella vista, con quella perla opaca che ricordava i tuoi occhi in pieno inverno. Sai, quella collana è nello stesso cofanetto in cui te la presentai quel giorno, quello rosso dal fiocco oro – "Sembra natale", mi dissi –.
Uscii, provando ad aiutarti. Tu mi misi in mano il cesto pieno di margherite e, quando ci sfiorammo, sentii quella scarica elettrica che mi hai sempre fatto provare, come anche le farfalle nello stomaco, d'altronde.
Rientrammo in casa, se ricordi. La tua camera era tappezzata dei ritratti che avevo fatto di te – con i carboncini, con gli acquarelli e così via –, il tuo comodino di coltellini svizzeri e foto di belle attrici che sognavi. In fondo, anch'io mi fermavo ad ammirare sempre quelle labbra perfette, quelle pose provocanti, quei vestiti sgargianti, anche se non lo ammisi mai al tuo cospetto. Ci sedemmo sul tuo letto bianco, immacolato, preciso. Mi appoggiai alla tua spalla con tutta la serenità del mondo, mentre tu iniziavi ad intrecciare i bei fiori che avrei indossato una volta finita la collana. Mi allungai per darti un bacio sfuggente sulla guancia, in segno di affetto e rispetto. Non volevo essere passionale, ma tu prendesti l'iniziativa e poggiasti le tue labbra sulle mie. Non mi tirai indietro e risposi al bacio come se tutto stesse andando bene. In realtà, provavo un senso di colpa tremenda, perché ti avevo trattato di merda tutta la settimana. Pensai di non meritare il tuo amore, che il mio sentimento per te fosse solo carta e cenere, un qualcosa che vola via al minimo accenno di vento. Facemmo l'amore come mai avevamo fatto, ricordi? Quando ci fummo stancate, ci stendemmo sul letto, nude come Madre Natura ha fatto tutti noi. Ci addormentammo, tu per prima. Ti osservai sonnecchiare prima di chiudere gli occhi: eri bellissima, come sempre; eri una luce, una guida per me che brancolavo nel buio. Cieca come non mai, mi addormentai. Ora vedo, e iniziai a vedere solo poche ore dopo quel momento di tranquillità. Quando mi svegliai, ricordo tutto nel caos. Tu non c'eri più, io ero di nuovo vestita. Mi chiesi se fosse stato tutto un sogno, ma mi risposi che no, era troppo reale.

Ti sentii parlare con il tuo tutore. Avevamo vent'anni, ma tu abitavi ancora con lui. Stavate litigando a causa mia, lo avvertivo nell'aria. Mi alzai in fretta e furia, e mi fermai sulla porta quando sentii la pallottola scivolare nella canna. Avevo la pistola di lui puntata alla testa, anche se distante qualche metro, ma entrambe sapevamo benissimo che il tuo tutore aveva una mira strabiliante. Successe tutto in un attimo: lui premette il grilletto e tu ti gettasti nella mia direzione. Vidi la tua figura accasciarsi al suolo: ti aveva colpita allo stomaco. Ti eri sacrificata per me, e il tempo si stava fermando sotto i miei occhi. Rimasi lì, scioccata da tutto quello. Corsi da te, ti presi in braccio, ricordi? Mi scusai, e tu mi dicesti "Continua ad amare, ma non dimenticarmi mai". E l'ho fatto, Lexa. L'ho fatto per tutto questo tempo. Amo ancora tutti i ricordi che ho di te e non potrò cancellarti mai dal mio passato, perché tu sei tutto quello che ho e che avevo. Se sei lassù, se la vita dopo la morte esiste, ci incontreremo di nuovo. Ma finché non accadrà, ricorda che ti amo.

Per sempre devota alla magia che ti sei lasciata dietro,

Clarke.

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