Saint Valentine's Day.

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Titolo: Saint Valentine's Day.
Ship: Sterek (Stiles/Derek, Teen Wolf)
Parole: 791


Stiles sapeva benissimo che cosa avrebbe fatto in una situazione come quella normalmente. Però il suo cervello aveva deciso di non collaborare: gli ingranaggi giravano a vuoto, gli impulsi non si degnavano neanche di iniziare il loro viaggio verso una parte qualunque del corpo, mentre gli occhi vagavano in panico tra le rovine di quella città in cui aveva costruito così tanti ricordi. Per quanto era stato incosciente? Il suo lamento arrugginito si sollevò da quelle macerie senza vita. Stiles gli corse in contro e la prima cosa che vide furono i suoi occhi. Ancora azzurri, riflettevano la luce della luna che gli illuminava il viso dai lineamenti mascolini. Il ragazzo deglutì, e si avvicinò un altro po'. Non che avesse paura di quella figura quasi inerme che aveva sotto lo sguardo, ma il timore per quegli occhi infuocati d'ira gli suggerivano di allontanarsi, e anche il più in fretta possibile. Tuttavia, si accorse di un piccolo dettaglio: il cuore gli pompava il sangue nelle vene più velocemente, gli si era fatto più difficile respirare, e per di più sentiva quella morsa alla bocca dello stomaco tipica di chi è innamorato. Stiles conosceva bene i suoi sentimenti per l'Omega, ma non li aveva accettati per tutto quel tempo. Perché avrebbe dovuto iniziare ora?

«S-Stiles.» mormorò il licantropo. Un rivolo di sangue gli colava dalle labbra, e i vari tagli dovuti alle parti metalliche del palazzo erano ancora infuocati di rosso. Stiles non aveva mai visto il suo amato in quelle condizioni, neanche quella volta in cui il maggiore aveva accettato di farsi trascinare sulle montagne russe, l'unica attrazione che non gli era mai piaciuta.

«Derek...» Si avvicinò con cautela, mentre gli occhi azzurri quasi fosforescenti lo fissavano ancora. «Sono qui, tranquillo.»

Il moro cercò di sorridere, ma sulle labbra gli si dipinse una smorfia di dolore non troppo rassicurante. «S-senti. Ora devi t-tirarmi fuori di qui, te la senti?»

Stiles impallidì. Non sapeva se avrebbe visto molto sangue, o in che stato era la parte inferiore del corpo di Derek, ma annuì e strinse i pugni per darsi coraggio. Poteva farcela. «Che devo fare?» Seguendo passo passo le istruzioni del licantropo, il diciassettenne riuscì a tirarlo via dalle macerie. Alla fine, Derek era solo rimasto incastrato tra due pezzi di cemento armato, che l'avevano lasciato andare non senza causargli altri graffi e quindi altre sofferenze. «Come ti senti?» gli chiese, mentre gli occhi del ventenne riprendevano il loro solito color verde chiaro. Stiles si sentì più rassicurato vedendo il suo amato riacquistare un aspetto più umanoide.

«Secondo te, Stiles?» Ed eccolo, era tornato quello di sempre. Derek cercò di tirarsi in piedi, e il ragazzo lo aiutò prendendolo sotto un'ascella. Certo che pesava un bel po', ma Stiles avrebbe fatto di tutto per portarlo in salvo. Lo trascinò fino ad un vecchio ospedale abbandonato. Lì trovo delle fasce e dei prodotti per medicare quei brutti graffi che, in parte, si stavano già rimarginando.

«Cos'è successo?» chiese, cercando di distrarlo dal fastidioso pizzicore del disinfettante.

«Come? Non ricordi?» Derek stava cercando di non ringhiargli in faccia o mordergli la mano, ma si notava che riusciva a trattenersi a stento. «C'è stata una grande esplosione, ti sei salvato miracolosamente.»

Stiles scosse la testa nel ricevere quell'informazione e decise di rimanere in silenzio. Non ricordava niente dell'accaduto, e forse l'amnesia era dovuta ad una forte botta in testa. Probabilmente l'esplosione l'aveva fatto finire a terra, e gli aveva fatto perdere i sensi.

Dopo le medicazioni, si sdraiarono uno accanto all'altro sopra un vecchio materasso polveroso trovato in una stanzetta – forse un vecchio ripostiglio. «Derek.» iniziò lui. L'altro annuì in tutta risposta. «Ti amo.» Sentì il petto del suo amato, su cui aveva appoggiato la testa, fermarsi per un secondo, e poi riprendere il suo solito ritmo.

«Ti amo anch'io.» sussurrò poi. «Tanti anni fa, quando ancora non era iniziata la catastrofe, questo era il giorno di San Valentino, sai?»

«Davvero? E cosa avresti fatto?» Stiles tirò su la testa, dipingendosi sul volto un'espressione di sfida. Incrociò le braccia, ancora sopra il petto del moro, e vi poggiò sopra la testa.

«Avrei dovuto fare qualcosa?»

Stiles ridacchiò. Non si aspettava certo che di punto in bianco Derek iniziasse ad essere un romanticone. «Non lo so. Avresti potuto portarmi fuori a cena, o comprarmi un bel mazzo di rose rosse con i cioccolatini.»

«E poi avresti accettato di venire con me a vedere un incontro di pugilato?»

Stiles rise. «Neancheper sogno!» esclamò. E se qualcuno li avesse visti dall'esterno dell'edificio,avrebbe notato solo il loro punzecchiarsi a vicenda. Ma se poi quel qualcunofosse restato a guardare fino alla fine, avrebbe assistito ad un vero trionfodell'amore perché, si sa, Cupido ha una mira perfetta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2019 ⏰

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