6 capitolo
Hannah's pov.
"Ciao, vi sembrerà strano di trovare questa lettera, ormai scriverne una é passato di moda, ora esiste il telefono e tanti mezzi di comunicazione, semplicemente non mi sembrava opportuno comunicarvi che non mi vedrete né sentirete mai più tramite un semplice messaggio. Dopo avervi spiegato il motivo della lettera vorreste sapere un perché e soprattutto un motivo, ma se sai qualcosa di me e di quello che ho sopportato in questi anni, almeno un minimo, queste informazioni non ti serviranno. Non è un semplice capriccio del momento quindi se non sapete non giudicate. Non mi cercate, andrò il più lontano possibile, affinché la mia vita inizi ad avere un senso che fino ad ora non ha."
Addio.
Hannah.
Appoggiai la penna, con la mano tremolante, sul tavolo e accanto ad essa la lettera.
Non sarei ritornata indietro, non più, non avrei dato più opportunità a nessuno di ferirmi.
Mi alzai dalla sedia in cui ero seduta, raccolsi il borsone lasciato nel pavimento accanto a me, una vocina dentro di me urlava <Basta>, il mio cuore batteva e la mia mente era vuota, pensava solo ad andarsene.
Aprí la porta della mia camera e mi diressi subito verso quella di ingresso, non mi voltai, afferrai la maniglia e senza rendermene conto ero già fuori dalla porta.Appena fuori, una brezza di aria fredda mi fece coprire meglio. Quel giorno il cielo era ricoperto di nuvole, sembrava stesse per venire a piovere e a peggiorare la situazione era il freddo eccessivo.
<Giornata migliore non la potevi scegliere>, mi rimproverai.Mi girai intorno cercando di capire quale strada sarebbe stata più opportuna prendere, non conoscevo bene Bakersfield nonostante ci abitassi da più di 5 anni, non ero mai uscita più di tanto, oltre ad andare a scuola o a fare la spesa nel supermercato difronte casa mia.
Decisi di andare a destra.
[...]
Superai un negozio di scarpe e uno di accessori e gioielleria, infine passai accanto a una fermata di autobus, nel momento in cui ne passò uno diretto a Pasadena, senza pensarci due volte mi catapultai lì dentro, nonostante non sapessi né dove il posto si trovasse e né cosa esattamente avevo intenzione di fare.
Mi sedetti accanto una donna che dimostrava meno di una quarantina d'anni e che teneva un bambino sul ventre.
«Tra poco rivedrai il tuo papà» disse la signora al bambino, che non poté capire avendo meno di un anno.L'autista azionò il motore e partimmo.
Mi appoggiai con la testa al finestrino e socchiusi gli occhi, iniziai a rivivere ogni ricordo che mi aveva portato fino a quel giorno.
Ricordai quando conobbi Mason, un ricordo che rimarrà nella mia mente per sempre.
Era il primo giorno delle scuole medie e ci misero in classe insieme, ero impaurita e non conoscendo nessuno me ne stavo in un angolo appartato a bere il mio succo alla mela, che quando ero bambina adoravo.
Si avvicinò un ragazzino dal ciuffo biondo ribelle e dalla corporatura esile, con nonchalance mi disse:
«bleah, il succo alla pesca è molto più buono, hai dei gusti orrendi» da lì facemmo amicizia, o almeno subito dopo avergli fatto capire in tutte le lingue che non doveva offendere il mio prezioso succo alla mela.Iniziammo ad essere i classici alunni che parlano di continuo, riuscivamo sempre a trovare un argomento per non stare attenti durante la lezione e i professori dopo averci rimproverato innumerevoli volte lasciavano perdere proseguendo a spiegare. Stava man mano prendendo il posto di Jake.
Fu il mio primo ed unico amico da quando mi trasferì che riusciva a non farmi sentire la mancanza di Chicago.
Iniziò a venire a casa mia e fu lì che il nostro rapporto iniziò a cambiare, sí legò molto a mio fratello, trascorrendo più tempo con lui.Era sempre stato un bel ragazzo e molte ragazze fin da quando ci conoscevamo lo ammiravano, mi ricordo dei bigliettini che si ritrovava sotto al banco da ammiratrici segrete, ma lui non ricambiava mai e a quell'epoca ero sollevata a non dover condividere il mio unico amico con qualcun'altra.
Alle superiori diventò sempre più carino e iniziò a frequentare persone popolari. Andando avanti col tempo non parlavamo più.
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Il Mondo non è per noi.
Novela JuvenilHannah Jelson, ha 16 anni e vive a Bakersfield, un piccolo paesino della California. Sensibile e dolce. Viene presa di mira dai ragazzi della high school per il suo aspetto e false dicerie, la sua situazione familiare non è una delle migliori. Maso...