{Mi isolavo pensando che, questo mondo non fa per me.🥀}
Capitolo 1
«Ecco la mia morte» sussurrai appena sveglia. Decisi di dare segni di vita dopo che la sveglia stava ormai suonando ripetutamente da mezz'ora, provando con tutta la forza del mondo ad alzarmi dal mio amatissimo letto e di trovare la voglia di affrontare la giornata.
Appena mi alzai, andai in bagno, avevo abbastanza tempo per farmi una doccia nell'acqua calda.
[...]"Hannah!" urlò mio fratello;
"Arrivo!", gli risposi di rimando, con la sua stessa tonalità di voce.
Ero dentro la doccia da troppo."Muoviti, che Mason ci aspetta."
Lanciai un'occhiata al di fuori della finestra del bagno per confermare quello che avevo appena sentito dire da Max.
Si intravedeva il suo migliore amico in tutta la sua bellezza che spazientito camminava avanti e indietro e controllava l'orologio ogni secondo, nel frattempo si sistemava il ciuffo biondo che quella mattina era disordinato più del solito, infine, rivolsi lo sguardo nella direzione della sua nuova macchina, parcheggiata dietro di lui, ne andava tanto fiero della sua "bambolina" avendola comprata lui con i suoi risparmi.
Lui era il solito morto di figa e puttaniere che si fa tutte senza scrupoli. Senza sentimenti, o almeno li aveva persi quando la popolarità era sempre più in aumento.
Veniva spesso qui. Troppo spesso, per mia sfortuna.Decisi di ignorare completamente la sua presenza e mi posizionai davanti allo specchio del bagno.
Osservai il riflesso del mio viso stanco, dovuto al poco sonno e all'ansia che mi fece compagnia tutta la notte, impedendomi di addormentarmi come avrei voluto.
Iniziai a cercare disperatamente nei miei occhi la speranza che forse quell'anno sarebbero cambiate le cose, ma non ci trovai nulla di ciò che speravo.
Mi arresi nel mio intento, forse anche loro avevano perso le speranze.<Ce la posso fare> provai a farmi coraggio.
Nel mentre presi l'asciugamano, si aprì la porta e mi ritrovai Mason davanti.
«VATTENE!», gli urlai addosso, con tutta la rabbia che avevo in corpo, feci uno scatto dentro la doccia e cercai di far coprire quel tutto che si vedeva.
«Muoviti, non ho voglia di aspettare», disse facendomi l'occhiolino e guardandomi in modo provocatorio.
«VATTENE!», urlai più forte.
«Sfigata.» sbuffò e se ne andò lasciando la porta del bagno aperta.Era ufficiale, odiavo profondamente Mason Kaley.
Tornai in camera per prepararmi;
presi un maglione color panna, per far coprire i miei chili di troppo e dei pantaloni neri aderenti. Ai piedi indossai delle converse bianche.
Non mi truccavo, preferivo essere al naturale.
Pettinai i miei capelli castani per poi legarmeli in una coda alta.Presi il telefono e la cartella lasciata il giorno prima sulla sedia e subito dopo mi ritrovai mio fratello con aria severa che mi trascinava verso l'uscita.
Non avevo voglia di ritornare a scuola dopo le stupende vacanze passate da mio nonno a Chicago.
Ogni vacanza ci andavo, da quando mi ero dovuta trasferire a Bakersfield e per la millesima volta la mancanza di quella città e di mio nonno si faceva sentire.
Avevo bisogno solo di lui, mi avrebbe fatto tornare il sorriso.Negli ultimi mesi gli insulti erano peggiorati, non solo ero la sfigata di turno ma anche troia e questo dopo che Lucas, uno dei più popolari della scuola, mi aveva invitato per un appuntamento al parco vicino casa mia. Il giorno dopo aveva raccontato a tutta la scuola che io e lui eravamo già arrivati in "ultima fase" ovvero che gliel'avevo data, cosa assolutamente non vera dato che a malapena ero riuscita a dargli la mano per salutarlo.
Questo è stato il mio unico e solo approccio al mondo maschile, al di fuori di mio fratello.[...]
Mi sedetti in macchina e rivolsi lo sguardo fuori dal finestrino, immergendomi nei miei pensieri, come era mio solito fare.
Le vie erano molto affollate già di mattina e in pochi metri che percorravamo con la macchina c'erano bar, ristoranti e supermercati.
Ho sempre pensato che fosse una città molto "viva" ed anche molto bella, ma non paragonabile alla bellezza infinita di Chicago, i grattacieli infiniti e i panorama che ti lasciavano senza fiato.«Ti vedo più bella del solito » disse Mason, ridendo, interrompendo il silenzio che si era creato.
«Basta Mason.» disse Max, rispondendogli a tono.
«Lo sai che scherzo.» guardò mio fratello con aria scherzosa, per poi rivolgere uno sguardo fugace verso di me dallo specchietto retrovisore.Poco dopo regnò il silenzio in quell'auto, o almeno fu così nei miei pensieri dato che Max e Mason non fecero altro che parlare della partita che si sarebbe svolta nel fine settimana.
[...]
Arrivati, Mason ci lasciò davanti scuola, per andare a parcheggiare.
Scesi dalla macchina, iniziai ad osservare quel posto, comunemente chiamato scuola, un brivido mi percorse tutta la schiena, mi coprii meglio con il giubotto che indossavo quella mattina.
Poco convinta arrivai all'entrata dell'edificio, dove l'enorme cancello era già stato aperto da ormai cinque minuti ed entrai, dopo aver salutato con un cenno mio fratello.
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Il Mondo non è per noi.
Fiksi RemajaHannah Jelson, ha 16 anni e vive a Bakersfield, un piccolo paesino della California. Sensibile e dolce. Viene presa di mira dai ragazzi della high school per il suo aspetto e false dicerie, la sua situazione familiare non è una delle migliori. Maso...