"No! No! Lasciami andare!"
(Nome) cercò di aprire la portiera ma era bloccata. Ora aveva paura, paura di un ragazzo che nonostante l'abbia salvata ora la stava rapendo, lei non riusciva a capire le sue intenzioni ed è questo che le faceva più paura.
Gilbert frenò l'auto bruscamente parcheggiandola nel primo spazio vuoto disponibile.
"Hai detto che ti fidavi di me." Gilbert la guardò con un espressione seria, come se il suo comportamento l'avesse ferito in qualche modo.
"Ma perchè fai così! Cosa vuoi veramente da me?" (nome) comiciò a sighiozzare, stava piangendo, nonostante lei odiasse mostrarsi debole.
"Hai paura di me?"
(Nome) annuì cercando di asciugarsi le lacrime con le mani.
"Dai non fare così, perchè mai dovrei farti del male prinzessin?" Le offrì un fazzoletto sorridendole, alzando gli occhi (nome) prese il fazzolettino e lo guardò in faccia, quel sorriso era genuino, dolce, non nascondeva nulla.
In quel momento (nome) si sentì una stretta al cuore, non faceva male anzi era piacevole. Si sentiva in imbarazzo, si asciugò le lacrime infretta.
"Grazie..."
"Ti dirò la verità..."
"Be mi sembra ora" (nome) disse sarcasticamente.
"Il mio nome è Gilbert Beildschmit, ma in verità mi chiamo Prussia, attualmente ho molti più anni di quanti ne dimostro, vengo dal nord della Germania e sono venuto a cercare te, inquanto sei l'unica che puo salvarmi."
(Nome) pensò che la stesse sparando grossa e che era matto da legare ma lui si dimostrava convinto di quel che diceva.
"Hm numero uno...perchè ti chiami prussia come una vecchia nazione?"
Gilbert la guardò con occhi di fuoco, "Hai la più pallida idea di chi sia io? Io ho più anni di quanto tu immagini, sono stato il re d'europa per secoli, ero una magnifica nazione temuta e ammirata da tutti-"
"Asspetta aspetta! Mi stai dicendo che tu...sei una nazione...?"
"Ja, mein Gott dobbiamo andare ora siamo in ritardo."
"In ritardo per cosa? Impossibile come può una nazione avere aspetto umano?" (Nome) era confusa e Gil- volevo dire Prussia molto nervoso. Riaccese la macchina e si rimise a guidare "Tieni" le passò in mano quello che sembrava un fascicolo di aspetto antico.
"Tutte le risposte che cerchi sono li dentro."
(Nome) aprì il fascicolo, era scritto in tedesco ma fortunatamente se la cavò con la traduzione, c'erano informazioni su Gilbert ma era chiamato Prussia e le seguenti pagine erano la sua completa storia fino ai giorni nostri. Il fascicolo era ufficiale, come fosse una carta d'identità.
(Nome) era senza parole, le nazioni erano persone...! E Gilbert è Prussia.
"Ma non capisco, la Prussia si è dissolta dopo la prima guerra mondiale...non dovresti essere...scomparso?"
"Vai a l'ultima pagina."
(Nome) fece quanto detto.
"Se non sei più una regione storica cosa sei ora?"
Prussia parcheggiò l'auto, (nome) guardando fuori dal finestrino riconobbe casa sua.
"Non sono niente, se non vengo riformato...morirò"
(Nome) si sentì il cuore pesante a quelle parole, Gilbert morirà?
"Ed è qui che entri in gioco tu prinzessin, che tu mi creda o no sei l'unica che mi può salvare." Gilbert era chiaramente abbattuto.
"E come posso aiutarti io? Non possiedo niente di speciale..."
Prussia la guardò con aria fiera e col suo solito sorriso.
"Tu sei (nome) (cognome) l'ultima discendente della famiglia Hohenzollern."
"Hohenzollern? Ma, ma loro governavano la prussia secoli fa...io non sono neanche tedesca! Tutto questo è ridicolo!"
La conversazione fu interrotta dalla madre di (nome) che affacciatasi fuori dalla porta la vide in macchina con Gilbert.
"Ah sei qui tesoro! Gilbert grazie per averla portata a casa."
"Si figuri signora." Prussia sorrise apertamente e (nome) scendendo dalla macchina andò verso sua madre Prussia scese poco dopo e le raggiunse.
"Cara vieni io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa..." la sua espressione era piena di preoccupazione.
"Mamma cosa..."
"È tutto apposto vieni"
I tre entrarono in casa (nome) si sentiva il cuore in gola che diamine stava succedendo?
"Tesoro..." il padre di (nome) si alzò dal divano e li invitò a sedersi.
"Papà...cosa sta succedendo..."
(Nome) cominciò a panicare e arretrò di due passi, sentiva di voler scappare da quella situazione assurda senza senso, faceva paura.
Prussia le mise una mano sulla spalla, (nome) si congelò, la sua mano era calda la sua pelle invece era gelida, il suo tocco gentile ma pieno di forza. "Sei più coraggiosa di quanto pensi" le sussurrò all'orecchio e (nome) fece un passo avanti, un altro e poi un altro,si sedette sul divano di fronte a suo padre e sua madre, Prussia prese posto accanto a lei.
Sul tavolo da caffè c'era una vecchia scatola di legno.
Gli occhi di sua madre cominciarono a diventare lucidi, la donna cercò di asciugarsi le lacrime con la mano.
"(Nome), molti anni fa prima della mia professione lo sai che ho lavorato in Germania ma, forse avrei dovuto dirti per chì ho lavorato, ho lavorato per un uomo, Wilhelm Hohenzollern, discendente dei famosi reali dei libri di storia, ero il suo contabile"
"Io lavoravo come governante" la madre aggiunse rapidamente.
"Lui e sua moglie avevano appena avuto una figlia, eravamo come una famiglia in quella casa" il padre sorrise al passare dei ricordi nella sua mente poi continuò.
"Ero un suo fidato amico, mi raccontò molte volte delle imprese dei suoi predecessori...ma un maledetto giorno qualcosa andò storto un incendio nel cuore della notte, il principe e sua moglie morirono insieme a tutti i domestici, quella notte si salvarono solo tre persone. Io, tua madre e tu."
Suo padre abbassò lo sguardo il peso di quel passato lo aveva sempre tormentato.
"Non...non siete i miei genitori..."
Il mondo le crollò sotto i piedi, (nome) sentì di non avere più alcuna certezza rimasta, la sua vita era una bugia.
"Non biologicamente ma, tu per noi rimarrai per sempre nostra figlia, ti amiamo con tutto il cuore" le parole della madre non fecero breccia nel suo delicato cuore, (nome) si alzò e corse in camera sua, le gambe la sostenevano a malapena, chiusasi dentro andò a raggomitolarsi nel letto 'ho vissuto una bugia tutto questo tempo', se Gilbert non fosse entrato nella mia vita non sarebbe successo ma cos'è meglio? Una bugia felice o una verità triste...'•••
"Non avremmo dovuto dirglielo!" Nella sala intanto la discussione continuò.
"Cara lo sapevi che prima o poi serebbe arrivato il momento, era inevitabile,
lasciale del tempo per elaborare."
La madre continuava ad andare avanti e indietro come il pendolo di un orologio, ovviamente preoccupata.
"Gilbert hai detto che dovevi portarla via il prima possibile, puoi darle fino a domani? Ti prego te lo chiedo in nome dell'amicizia che ci legava a Wilhelm."
Cercando di contrattare il padre ottennne che la partenza venne rimandata al giorno dopo.
Si fece sera e Prussia era già andato via.
(Nome) decise di non uscire dalla sua camera, neanche per mangiare.
I suoi decisero di lasciarla in pace per quella notte sperando che si riprenda.
(Nome) era sdraiata sul letto, nonostante la stanchezza non riusciva a dormire, poi un rumore, proveniva dal suo balcone.
Pensando fosse Gilbird andò ad aprire, in fondo quell'uccellino era adorabile e forse l'avrebbe fatta sentire meglio.
(Nome) scostò le tende ma cio che vide non era neanche simile a Gilbird.
La sorpresa si trasformò in furia e aprì la finestra gli urlò contro
"Ma che cosa vuoi ancora?! Non ti basta avermi rovinato l'esistenza? Non voglio aver niente a che fare con te e con i tuoi problemi! Vai via!"
"Oh scusa ma non sei tu quella che è stata condannata a morte perciò farai meglio a comportarti come dico io!" Prussia non era affatto contento del trattamento che gli era stato riservato.
"Col cavolo fiocco di neve! Non sei il mio padrone." (Nome) richiuse la finestra e si voltò.
Prussia sospirò e si sedette per terra, tirò fuori la coroncina che aveva in tasca e la guardò "riuscirò mai a portarla con me?" Gilbird era posato sulla ringhiera e rispose con un lieve "cip"
Prussia appoggiò la schiena alla finestra
"Lo so come ti senti (nome), sono al mondo da secoli, a malapena ricordo il volto di mia madre, mio padre non era il tipo con cui andare d'accordo, sono cresciuto per conto mio, tu al contrario hai delle persone che ti amano e si curano di te, almeno...uhhaaa"
Prussia finì per terra come (nome) aprì la finestra "entra"
Entrò in camera sua, (nome) si sedette sul letto "scusa per quello che ho detto" non avendo il coraggio di guardarlo si mise a fissare il pavimento.
"Be vedo che almeno hai buone maniere" al commento sarcastico (nome) si indispettì, Prussia se ne accorse "Anche a me dispiace mädchen, sono...ecco...si sono stato troppo impulsivo ecco"
il fragazzo ammise sfregandosi dietro il collo con la mano, (nome) scrutò il suo volto, sembrava sincero.
I suoi occhi (colore) incontrarono quelli color rubino per un attimo, un attimo che durò un eternità.
"Vedo che anche le nazioni piene di se, sanno di aver torto, va bene ti aiuterò"
"Davverò...?" Prussia la guardò sorpreso.
(Nome) annuì.
Quella notte (nome) prese la decisione destinata a cambiarle la vita.Ciauu a tutte, pronte a partire?
Spero di si. Alla prossima ^-^/
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My last queen (Prussia x Reader) ITA
FanfictionIn un mondo dove ogni nazione è umana, una non si arrende alla sua dissoluzione, la vita di questa nazione dipende da una semplice ragazza con un passato a lei sconosciuto. Riuscirà Prussia col suo aiuto a non scomparire per sempre?