Capitolo 1

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-Oddio Leda,che ansia!- dico appoggiando la schiena sullo schienale e passandomi una mano sul volto. La ragazza seduta accanto a me si sta mangiando le unghie.

Mi presento, mi chiamo Ilaria, ho 17 anni e vengo da Bologna. Non posso lamentarmi del mio aspetto, sono alta e magra, ho lunghi capelli mossi e castani ed occhi marroni.

La mia compagnia di viaggio, invece, si chiama Leda, ha 17 anni e come me viene da Bologna. Ci conosciamo da tre anni,la conobbi ad uno Stage di danza.

Lei ha la mia stessa corporatura,ma i suoi capelli sono biondi e i suoi occhi di una strana sfumatura di azzurro.

Siamo sedute su questo fottuto aereo da un tempo ormai troppo lungo e stiamo per arrivare a Sydney per esibirci in uno spettacolo di danza e per seguire dei corsi fino a tempo indeterminato.

-Ti immagini se li incontriamo?- mi chiede Leda ridacchiando.

Alzo gli occhi al cielo.

-Se, magari.- le rispondo guardando fuori dal finestrino.

Stiamo parlando dei 5 Seconds Of  Summer, la nostra ragione di vita, i nostri idoli.

Sento un sospiro e mi giro per poi scoppiare a ridere davanti una Leda con gli occhi trasognati tipici di chi ha una bella cotta. Sta pensando ad Ashton,ci posso scommettere.

È lo stesso sguardo che ho io quando penso a Luke.

Atterriamo dopo poco e aspettiamo le valige per una buona mezz'ora,poi usciamo dirette verso la nostra destinazione.

Soggiorneremo a casa di mio cugino Davide, o il mio "31enne figo", che si è trasferito qui 6 anni fa.

Nel messaggio che mi ha inviato due giorni fa c'è scritto l'indirizzo di casa sua e dove posso trovare un mazzo di chiavi per aprire la porta. Mi ha anche avvisato che non è molto lontana dall'aereoporto e che quindi potevamo benissimo arrivarci a piedi.

Dopo una camminata abbastanza lunga (per colpa di Leda abbiamo sbagliato strada quattro volte,non c'è da stupirsi,dato che è idiota.)  arriviamo a destinazione.

La casa è grande e accogliente, davvero perfetta. Lasciamo le valigie all'ingresso,perché non sappiamo ancora quali sono le nostre stanze.

Chiamo mio cugino.

-Ila!- risponde al secondo squillo.

-Ehi! Siamo arrivate ora a casa ed è davvero meravigliosa.- dico esaltando. Leda scoppia a ridere.

-Fantastico, io sto arrivando a casa ora e tra 5 minuti sono lì.- dice e chiude la chiamata. Mi siedo sul divano di fianco a Leda. Iniziamo a chiacchierare del più e del meno fino a che non sentiamo la porta che si apre e la testa cespugliosa di mio cugino fa capolino da dietro la porta.

Corro ad abbracciarlo e lui ride.

-Vedo che ti sono mancato. Anche tu mi sei mancata scricciolo.- dice e mi da un buffetto sulla guancia e io gli sorrido.

Saluta anche Leda e io ne approfitto per mandare un messaggio a mia mamma per avvertirla che va tutto bene.

-Allora,le vostre camere sono in cima alle scale, girate a destra e andate infondo al corridoio,sono una di fronte all'altra. - spiega Davide e dopo averlo ringraziato saliamo le scale e ci fiondiamo in camera. Ma quanto cazzo è grande sta casa?

Appoggio le valigie e mi guardo intorno,questa stanza è meravigliosa, ha le pareti azzurro pastello e un letto con copriletto abbinato,la cosa mi piace particolarmente.

Inizio a disfare i bagagli e dopo un'oretta Davide ci dice che il pranzo è pronto.

Mangiamo di gusto gli spaghetti al pomodoro che ci ha preparato,avevo davvero una fame da lupi.

Dopo pranzo Davide ci porta a fare un giro in città, ed ogni angolo che giriamo mi convince sempre di più su quanto questa città sia favolosa.

Sto ammirando la fontana con sguardo incantato quando mi rendo conto di essere sola.

Mi guardo intorno e vedo Leda e Davide dall'altra parte della piazza che proseguono per la loro strada, chiacchierando animatamente.

Manco si sono accorti che sono rimasta indietro? Che idioti.

O forse l'idiota sono io? Bah.

Mi affretto per seguirli e appena svolto l'angolo sbarri contro qualcosa,o meglio qualcuno.

Cado a terra abbastanza sicura di aver sbattuto contro un un orso. Data la massa muscolare.

-Oddio..scusami non ti avevo vista.- dice il ragazzo, perché è un ragazzo, in un inglese perfetto. Ringrazio mentalmente la mia professoressa di inglese prima di accettare la mano che lo sconosciuto mi rivolge per darmi un aiuto ad alzarmi.

Potrebbe essere chiunque, dato che è tutto incappucciato,con tanto di occhiali da sole,ma la voce mi sembra quasi...famigliare?

-Oh non preoccuparti,è che ero di fretta e non stavo guardando dove andavo.- dico in un inglese incerto sorridendo.

Mi sorride e noto un piercing a sinistra del labbro...che coincidenza,proprio come quello di...Luke?

Buonsalve...ehm okay basta.

Questa è la prima storia che pubblico e non so se sia decente o meno.

Ogni genere di commento è gradito.

Ah,avviso che cercherò di aggiornare minimo 1 volta a settimana e spero che questa storia vi piaccia.

Beh,un grazie a chi leggerà.

Un bacio, Ila.

My Italian Love Affair // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora