1 febbraio 2019
Sono le 8.00 del mattino e sono in ospedale per una visita pneumologica, più una spirometria. Sono tranquilla, perché so che è solo asma, o allergia. Mia mamma è sia asmatica, sia allergica alla polvere quindi avrò preso da lei.
Aspetto in sala d'attesa di essere chiamata. Che noia aspettare. Non vedo l'ora di tornare a casa.
"La signora Luana, prego!"
Mi ha chiamato il medico, mi alzo e inizio la visita pneumologica; mi trovo davanti ad uno strano affare dove devo soffiare con tutte le forze che ho. Il problema è che dopo un po' non ho più fiato, e questa dottoressa insiste "Devi mettere tutte le tue forze!"; si, ho capito, ma che cazzo faccio?! svengo pur di accontentarla?!
Alla fine ha capito che non c'è proprio storia con me.
Mi manda da un'altra dottoressa per la spirometria; lei mi ascolta i polmoni, ma c'è un problema: non sente un polmone.
Vengo mandata d'urgenza in radiologia e mi sono rassegnata al fatto che passerò tutta la mattinata qua in ospedale. Ma che palle, avevo intenzione di studiare questa mattina.
Sono appena arrivata in radiologia e il radiologo mi ha detto che c'è qualcosa che non va, infatti una volta che la pneumologa ha visto il referto, si è spaventata perché ha notato che il polmone sinistro risultava più bianco di quello destro.
"Ora contatto nuovamente il radiologo e poi ti chiamo di nuovo."
Si, grazie! Lasciatemi in preda all'ansia, senza nemmeno dirmi che cosa ho.
Sto perdendo il controllo, nella mia mente continuo a ripetermi "ma che cazzo mi sta succedendo?".
Sento che sto perdendo i sensi, che sto per svenire. Poi vedo che arriva mia nonna a farmi compagnia: ho seriamente bisogno di conforto.
"È arrivata la nonnaaaaa!!"
Eccola con un sorriso smagliante che ti fa dimenticare ogni cattivo pensiero.
Infatti l'unica cosa a cui sto pensando in questo momento é che ho una fame da lupi! Mi mangerei anche un bue se potessi! E no, non posso ancora mangiare perché nemmeno i dottori sanno se mi devono fare altre visite. Azz, sono in una botte di ferro!
E intanto il tempo passa....sono già le 12.00 e mi sta venendo l'idea di prendere la residenza qui, continuando di questo passo.
"Signora Luana, venga con me....e porti anche sua nonna così spieghiamo a entrambe la situazione."
Mi alzo in un battibaleno, non vedo l'ora di andarmene!
"Quello che abbiamo trovato non ci piace per niente."
Cazzo dottorè, lei è proprio rassicurante!
"Luana, dovrai fare degli esami del sangue, un elettrocardiogramma e una TC, mi dispiace solo che non lavori e che dovrai pagare il ticket."
Ah, quindi sicuramente mi farà ricoverare...ma soprattutto "che cos'ho?", ho chiesto alla dottoressa.
"Non lo so, ora ti mandiamo a casa nell'attesa che tu faccia tutti questi esami."
Cosa ho appena sentito??? Non sanno che cosa ho e mi mandano a casa?? Ma le si è fritto il cervello a questa qui???
Ma altra alternativa non ho, e con mia nonna andiamo via esterrefatte.
Per fortuna mia nonna ha deciso di viziarmi e di portarmi al centro commerciale, e finalmente affondo i miei dentini in una deliziosa pasta al forno.
Ah, un po' di relax!
Ma purtroppo ho un pensiero costante: che cos'ho? Perché non riesco a respirare? Perché a quest'età?
Domande a cui non riesco a trovare una risposta, ovviamente.
Scaccio via quei pensieri e dopo mangiato entriamo nel market.
"Vuoi qualcosa?", mi chiede nonna. Ma non ho né la testa, né tantomeno la voglia di pensare a niente. Vorrei solo tornare a casa e riposare.
Mi giro nel reparto orto-frutta e...oddio! Ma è la mia professoressa di greco delle superiori! Da quanto tempo non la vedo: mi sa che vado a disturbarla un po', distrarmi mi farà più che bene!
"Prof...!"
E da lì iniziamo a parlare del più e del meno: dai test d'ammissione, agli esami che ho fatto questa mattina e poi siamo arrivate a parlare dei nostri adorabili e teneri gattini! Lei è sempre stata una bravissima professoressa, forse la migliore che io abbia mai avuto, ma ho sempre pensato che lei si ricordasse di me solo per la mia pessima performance nella versione di greco, durante la maturità...e la stessa cosa sto pensando adesso, mentre la saluto: d'altronde chi si può dimenticare di una tale figura di merda alla maturità?
Ma sapete che vi dico? Ho superato anche quella e va bene così.È ora di tornare a casa: io e mia nonna ci dividiamo, vado ai parcheggi, entro in macchina e percorro la strada di ritorno con la musica a tutto volume, cantando a squarciagola. La musica è la mia migliore amica virtuale, la ascolto in ogni momento: quando sono triste, quando sono felice...ora non so come mi sento, so solo che ho bisogno della mia dose giornaliera di musica.
A proposito, vi consiglio di ascoltare 'Sober' di Demi Lovato, è una canzone che, per certi versi, mi rappresenta molto.
Arrivo a casa, guardo l'orario e sono appena le 15.00. La prima persona da cui vado è il mio ragazzo, che mi viene incontro molto stanco, ma con un sorriso stampato in faccia, e in quel momento io scoppio a piangere: stavo tenendo troppo dentro e avevo bisogno di sfogare tutto ciò che bolliva nel mio corpo.
"Tranquilla, qualsiasi cosa sia, la risolviamo insieme, come sempre abbiamo fatto!", mi dice.
Ha ragione, abbiamo superato tanti ostacoli insieme e questo sarà da superare allo stesso modo, con la stessa forza e grinta che ho avuto fino ad ora.
Mi calmo, lascio il mio ragazzo lavorare tranquillamente e vado da mia madre, dentro casa.
Appena la vedo, la abbraccio e mi sento una lacrima che mi riga il viso nuovamente, e come se non bastasse, anche mio fratellino di soli 7 anni si emoziona e mi corre incontro, piangendo.
"Tranquillo piccoletto, i dottori saranno così bravi da aggiustarmi e farmi tornare come nuova."
Così facendo lui si mette l'anima in pace e io pure. Una volta calmati tutti gli animi, mia madre si avvicina a me e dice "Mi ha chiamato tuo padre, vorrebbe portati al pronto soccorso, se ti sei d'accordo. Almeno ti tranquillizzi e ti fanno tutti gli esami possibili."
Effettivamente non ha tutti i torti, così mi passerà l'ansia e potrò trascorrere una serata tranquilla.
Prendo il telefono, compongo il numero di mio padre e... "Pa, vieni a prendermi che andiamo al pronto soccorso."
"D'accordo, sarò lì per le 18.30" mi risponde.
Perfetto, vado in camera, inizio a prepararmi il borsone nel caso in cui mi debbano ricoverare e...ma che ci devo mettere in 'sto borsone?? Non sono mai stata ricoverata! PANICO!
Calma Luana, calma: basterà un cambio, un pigiama, in libro e via...sono pronta!Sono le 18.45, ed ecco mio padre che arriva tutto figo nella sua macchina di ultima generazione: una bella Ferrari dal motore rombante. Si, va beh, basta sognare, son troppo poraccia per una Ferrari..mi accontento del suo catorcio.
A questo punto, nel caso in cui non dovessi tornare per la notte, saluto mamma, il mio ragazzo e il mio fratellino...ah, ovviamente non potevano mancare i miei adorabili micetti all'appello.
Bene,è ora di andare: salgo sulla finta Ferrari e sfrecciamo a tutta velocità verso l'ospedale. Si, un po' come Fast n Furious.
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La mia battaglia contro il cancro.
Narrativa generaleNessuna storia inventata. Nessun nome inventato. Solo me stessa, una ragazza di 23 anni che si mette a nudo per lottare con tutte le sue forze contro il mostro che sta dentro di lei. Una storia che inizia il 1 febbraio 2019 con una semplice visita e...