"Summ, la tua sveglia" Sospiro.
"Ssh, sto dormendo". Mugugna.
"Summer!" Mi alzo di fredda dal divano letto più scomodo del mondo. "E' tardissimo, devo andare a scuola e tu a lavoro. Muoviti!" Dopo il cinese di ieri sera siamo state sveglie fino a tardi a vedere altri documentari, e ora stiamo facendo tardi entrambe.
"Cazzo Alex! Potevi svegliarmi prima". Si alza di corsa mentre cerca di infilarsi la gonna e le scarpe nel modo più veloce possibile.
"Ma se ti ho chiamata per cinque minuti. Comunque sia ti do un passaggio io tranquilla."
Il tragitto in macchina dura una manciata di secondi, e prima che mi sia completamente accostata, Summer ha già aperto lo sportello e sta già varcando la soglia della caffetteria.
Mi do una controllata veloce ai capelli nello specchietto retrovisore, e noto una strana macchina familiare, una berlina nera, accostata dietro di me. Una di quelle che usavano gli autisti degli amici di papà, quando ci venivano a trovare a casa. Non ci faccio attenzione più di tanto e penso sia solo un caso, che una macchina così lussuosa si trovi in una zona così brutta, come del resto si trova la mia.
Dieci minuti dopo mi trovo davanti alla scuola più grande che abbia mai visto, e noto subito subito l'enorme scritta: " BRAWOOD HIGH SCHOOL ". Ok , sono nel posto giusto, ce la posso fare ad entrare dal quel portone. Varcata la soglia mi trovo davanti almeno un centinaio di studenti, chi sale le scale e chi scende, chi si spintona, chi indossa felpe con il logo della scuola e chi la divisa delle Cheerleader. In poche parole: UN CAOS!
Provo a farmi spazio tra la calca, ricevendo e restituendo spintoni, e finalmente mi trovo davanti alla segreteria. Faccio un sospiro e decisa entro.
"Buongiorno" Dico alla signora anziana che sta dietro al bancone, ricevendo uno sguardo di odio e per niente rassicurativo.
"E' la nuova supplente? Spero che sia pronta a combattere con tutti questi pazzi e pieni di ormoni" Mi guarda da testa a piedi. "Ma le consiglio degli short un po' più lunghi, e una maglia meno scollata". Mi fa un sorriso compiaciuto.
Ma per chi mi ha preso questa donna con crisi di mezza età?
"No mi scusi, deve avermi presa per qualcun altro". Le faccio il sorriso più sforzato che mi viene, ricevendo un'altra occhiataccia. "Sono qui perché vorrei iscrivermi". Altro sorriso sforzato.
"A bene, abbiamo una novellina." Ride. "Siediti li". Mi indica le file di sedie alle mie spalle, dove sono seduti altri due ragazzi, uno con una faccia da ebete piazzata in faccia, e l'altro, in qualche sedia più in là, con un livido rosso-viola intorno all'occhio destro. "Ma ti consiglio lo stesso short più lunghi e maglia meno scollata". Mi dice con gli occhi ridotti a due fessure, mentre inizia una risata piuttosto malvagia.
Ho promesso a me stessa che non avrei litigato o preso a cazzotti nessuno, almeno per le prime settimane, cosi prendo un respiro profondo, mi stampo in faccia un sorrisino da brava ragazza, e mentre mi sto girando per andare a sedermi, il ragazzo che prima sorrideva, dice: "Dai Mandy, non fare la stronza, è nuova, lo capirà alla prima settimana come vestirsi". Inizia a ridere, seguita da questa odiosa signora, di nome Mandy.
"Grazie avvocato, ma non mi serve essere difesa". Gli sorrido mentre vado a sedermi qualche sedia più in la, vicino al ragazzo con l'occhio nero, che non si è accorto nemmeno della mia presenza.
"Sei una tipa tosta" Mi sorride. "Da dove vieni? Dai bassifondi?". Ora ride di nuovo come un' idiota.
"No, in realtà vengo dall' Atlantich High School, conosci?" Sorrido a mia volta. Noto la sua espressione sul viso, sono sicura che conosca la mia vecchia scuola, chiunque in zona la conosce, è stata dichiarata una delle più prestigiose d'America.
"A quindi sei una di quelle riccone, fighette e snob?" Mi sta fissando la scollatura adesso.
E' veramente figo questo ragazzo, no, non è figo, è proprio bello. Una bellezza che non incontri tutti i giorni. Sorriso che uccide e occhi grigi da perdersi dentro. Ma non per questo ha il diritto di parlarmi così.
Incrocio le braccia per far intravedere di più il seno. "Ti assicuro che sono molto peggio di quelle troiette." Sorrido per quanto non riesca a distogliere lo sguardo dalle mie tette. "A già, quasi dimenticavo", aggiungo, "guarda pure quanto vuoi" indico il mio seno, "perché non le rivedrai mai più". Sono talmente soddisfatta di averlo messo a disagio, che quasi non sento il preside che mi chiama.
"E' lei la signorina che dovrebbe iscriversi?". Mi domanda il preside, mente mi alzo dalla sedia e gli porge la mano.
"Si salve, sono Alexis Garcia, vorrei iscrivermi qui".
"Mi segua nel mio ufficio Signorina Garcia, ha un paio di scartoffie da compilare".
Mentre lo seguo nel suo ufficio, passo davanti al ragazzo che ho appena, se così si può dire, conosciuto, e sono sicura al cento per cento che mi stia guardando il culo, così per esserne più convinta, mi giro verso di lui e trovo i suoi occhi esattamente nel punto in cui mi aspettavo di vedere, sulle mie gambe. Sposta lo sguardo su di me, e si mette a ridere quando gli mostro il dito medio.
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Perdersi per ritrovarsi
Teen FictionAlexis e Summer Garcia, diciassette anni, cugine, un passato disastroso alle spalle e una fuga. Non è questo che sognavano le due cugine, quando solo un anno prima sorseggiavano drink a bordo piscina della loro lussuosissima villa a Los Angeles, epp...