Parte 2

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"Alex cosa mangiamo per cena?" mi chiede Summer sdraiata sul divano a guardare la tv, mentre io cerco annunci di lavoro sul giornale, seduta su uno sgabello cigolante, del nostro, se così si può chiamare, salone.

"Non lo so Summ, cosa c'è in frigo?". Perché è così difficile trovare lavoro?

"Tre uova e due lattine di Cola, le stesse identiche cose  che ci sono da quando ci siamo trasferite, esattamente una settimana fa". Sbuffa continuando a guardare uno stupido documentario sulla vita dei serpenti.

"Vuol dire che ceneremo per la quarta volta in una settima in caffetteria. Ma domani vai a fare la spesa, ok? La maggior parte dei soldi che avevamo li stiamo spendendo per mangiare degli stupidi sandwich, diventeremo obese".  Summer la sera dell'arresto di papà ha avuto almeno la decenza di prendersi il suo portafogli, oltre alla marea di vestiti e trucchi, io ero talmente accecata dalla rabbia,  che lo zaino di scuola e il cellulare  sono  gli unici oggetti  personali che sono riuscita a prendere, cosa molto inutile dato che non possiamo permetterci più la scuola privata.

"In realtà ci sono rimasti solo quindici dollari" si giara verso di me con un sorrisino stupido stampato in faccia. E' impossibile, aveva trecento dollari in contanti, meno cento per la chiave che quello stupido Bill ci ha dato,  cinquanta la cauzione dell'appartamento, togliendo circa quaranta dollari per le cene in caffetteria e quarantacinque  per il rifornimento dell'auto, dovremmo avere circa sessantacinque dollari, cosa diavolo ci ha fatto con quei soldi?

"Come può essere possibile che ci siano rimasti solo quindici dollari, quando ne dovremmo avere una sessantina circa?"

"Te lo dico ma non ti arrabbiare ok?" Sono già arrabbiata. "Ho usato quei soldi per una giusta causa" 

"E quale sarebbe questa giusta causa?" 

"Ho comprato un vestitino da usare in caffetteria, più sexy sono, più ricevo mance. Mia cara cugina, è così che funziona il mondo del lavoro". Come fa a continuare a guardare quello stupido documentario, mentre sono davanti a lei e le sto urlando?.

"Ma ti sembra il caso, nella situazione in cui ci troviamo, di spendere cinquanta dollari in un vestito da sgualdrina?" Non ci posso credere.

"Stai tranquilla Alex, quando potremmo di nuovo permetterci la scuola privata mi ringrazierai". Mi sta sorridendo davvero? 

"Non penso proprio che venti dollari in più a serata possano coprire i duemila trimestrali che dobbiamo alla Atlantic High, fino al diploma". Perché è cosi irresponsabile?

Ha finalmente spento la televisione e mi sta guardando in faccia. "Forse dovremmo iscriverci alla scuola privata, quella che sta a tre chilometri da qua, in fondo lo sai che non c'entriamo proprio niente con quelle sgualdrine ricche e antipatiche che frequentano l'Atlantic". Ha ragione. Non c'entriamo proprio niente con quei ricconi con i genitori avvocati, noi siamo diverse, certo, mio padre è uno che conta molto in questo paese, e il suo cognome ci ha sempre aperto un mondo di porte, ma in fondo possiamo cavarcela benissimo anche alla scuola pubblica.

Mi siedo sul divano accanto a lei. "Hai ragione. Domani vado ad iscriverci, tu però chiami in caffetteria e ti fai mettere a tutti i turni possibili, abbiamo veramente bisogno di soldi"

"E tu di un lavoro. Non possiamo mantenerci con una paga misera giornaliera. Domani mattina chiedo ad Alba se c'è un posto per te, va bene? Ho sentito dire che cercano un lavapiatti". Cosa? Io lavapiatti? Ok che abbiamo bisogno di soldi, ma non mi sembra il caso di scendere così tanto.

La guardo divertita. "Sei seria Summer? Mi ci vedi come lavapiatti? Dai, non abbiamo mai toccato un tovagliolo da quando siamo bambine, ci hanno sempre pensato le governanti, non ce la farei mai". Il bello di avere un padre criminale miliardario, era proprio quello, una villa enorme, e una badante per ogni stanza della casa.

Ride anche lei. "Alex, siamo al verde completamente, nessuno saprà mai il tuo lavoro, è per il nostro bene". Wow, sono sempre stata io a parlare così, quasi mi sorprende.

"E va bene, domani mattina, dopo essere andata a scuola, vengo a presentarmi in caffetteria, ma non ti assicuro niente". L'ho detto seriamente?

"Grande cuginetta!" Mi da il cinque. "Così si ragiona. Prova solo a pensare a quante mance potremmo fare in un'ora soltanto, indossando i miei vestitini". Ok ora è un po' troppo elettrizzata. 

"Ti prego datti una calmata. Farò la lavapiatti, nessuno mi vedrà in sala." Sotto sotto anche a me elettrizzava l'idea di noi due vestite in quel modo, ma purtroppo viviamo in una triste realtà. "Ora stai un attimo zitta che chiamo il cinese d'asporto". La zittisco alzando l'indice in aria, mentre lei ride ancora.

Perdersi per ritrovarsiWhere stories live. Discover now