10 Cose da fare prima di compiere 16 anni

3)Beccate!

-Secondo te di chi erano queste scarpe?-ho chiesto mentre entravamo in casa di Anna.-Voglio dire,credi che siano...pulite?

-Pulite?-ha sbuffato lei.-certo che sono pulite!

-E se ci prendessimo le verruche?

-Non ci avevo pensato,che schifo!.-Ha arricciato il naso.È rimasta zitta per qualche minuto,poi mi ha presa sottobraccio.-Sai cosa facciamo?Quando arriviamo da me le disinfettiamo con la candeggina.Dovrebbe bastare.

E l'abbiamo fatto.Di nascosto,abbiamo portato la candeggina in camera di Anna e ne abbiamo versato una buona quantità nelle scarpe.Emanava una discreta puzza,pero' ci eravamo liberate di tutti i possibili funghi nascosti.

-Beh,almeno nessuno potrà accusarci di avere i piedi puzzolenti-ho detto infilandomi le scarpe.

-Uauuu!-.Dieci centimetri in più di tacco sono parecchi quando sei abituata a portare sempre la scarpe da ginnastica.Improvvisamente il soffitto era molto più vicino.Dieci centimetri in più di tacco pero' sono anche piuttosto destabilizzanti...

-Come farà Sarah Jessica Parker a rincorrere i taxi con questi così ai piedi?

Le nostre mamme probabilmente si infurierebbero se lo sapessero,ma quando c'erano le repliche di Sex and the City fingevamo di andare a letto e poi,di nascosto,le guardavamo.Tutte le protagoniste della serie riescono a portare dei tacchi impressionanti e allo stesso tempo sono capaci di rincorrere una taxi senza mai slogarsi una caviglia o cadere a terra.

-Esercizio-ha detto Anna infilandosi le sue scarpe e seguendomi nella sfilata.-Ho letto su "Cosmo" che Sarah Jessica si e' esercitata tantissimo,proprio come facciamo noi ora,con le sue Manolo Blahnik ai piedi.

In effetti,dopo qualche minuto cominciavo a sentire le scarpe più normali.Ed essere così alta mi faceva in qualche misura sentire forte,ance se un po' instabile.

-Hey,potrei anche abituarmici-ho detto osservando la mia immagine allo specchio,mentre mi sistemavo i capelli.

-Anna?

In quel momento qualcuno ha bussato e,prima che la mia amica potesse rispondere qualunque cosa,la porta si è spalancata e suo fratello maggiore,Joey,è entrato.

-Vuoi un pó di...ah!-.Joey si è bloccato.-cosa state facendo?-.Ci ha guardato i piedi.Poi ha cominciato a ridere.Gli scendevano perfino le lacrime.

Conosco Joey fin da quando conosco Anna.Una volta era divertente giocare a pallone con lui.Poi aveva attraversato un periodo un po' da secchione e noi l'abbiamo snobbato.

Ora è alto quasi un metro e ottanta e ha i capelli biondissimi.È un vero sportivo,con un fisico ben allenato.E per qualche strana ragione,in questi giorni la cosa mi imbarazzava un Po'.E ora ero ancora più imbarazzata,in piedi su quei trampoli,come una bambina che giocava a travestirsi.

-Hey,Joey,levati dai piedi-Ha detto Anna agitandosi per levarsi le scarpe alla velocità della luce.Improvvisamente la piacevole sensazione di potere che avevo provato solo pochi minuti prima era stat completamente sostituita da un senso di disagio.Mi sentivo totalmente fuori luogo.

-È stato veramente terribile!-mi sono lamentata con Anna il giorno dopo andando a scuola in autobus.Arrossivo ancora al pensiero di che figura ridicola avevo fatto con Joey.

-In effetti devo ammettere che non è stato spiacevole-ha detto lei-Però,senti,Joey mi tormenta continuamente,dopo un po' ci fai l'abitudine.

Siamo state zitte per un po',poi ho detto:-Allora credi davvero che potremmo tingere le mie scarpe di nero come le tue?

-Non c'e' problema.All'intervallo del pranzo andiamo a compare il lucido.

-Se solo ci fossimo potute comprare da subito un paio di scarpe normali-Mi sono lagnata-Devo riuscire a mettere le mani su un po' di soldi!

-Quanto è vero!-mi ha dato ragione Anna.

-Quello che ci serve è un lavoro!

Per peggiorare la situazione,arrivate in classe,abbiamo trovato Frankie che teneva banco.È con noi dalla prima e per qualche assurda ragione (forse perché è di una bellezza sconcertante?)tutti la amano,gli insegnanti,gli studenti,e beh,ovviamente,le frakiette.Venerano e lei e ogni parola che esce dalla sua bocca.Noi,naturalmente no.Mai nella vita.Beh.... una volta avremmo voluto.Ora però ci eravamo stancate di Frankie e delle Frakiette,che passano tutto il tempo ad adorarla e a dirle quanto fosse fantastica.

Quella mattina,in particolare,Frankie stava raccontando a tutti il suo weekend.Raccontava che,mentre stava facendo shopping con un'amica,in centro a Londra,era stata avvicinata da uno scout di un'agenzia di modelle.

-Mi ha detto che ho un look così diverso-si pavoneggiava(era praticamente sdraiata sul banco).-E mi ha chiesto di passare a trovarlo in agenzia.Mi ha pure lasciato il suo biglietto da visita.

-Chi si loda si imbroda-ha sibilato Anna a denti stretti.

Le ho dato una gomitata:capivo esattamente quello che voleva dire,ma sarebbe stato terribile se Frankie avesse sentito.

-Non è incredibile?-Ha sospirato sognante Sylvie,come se la stella di Frankie illuminasse anche lei,La maggior parte delle ragazze annuiva in segno di approvazione.Anna e io,invece,semplicemente ci siamo allontanate.

-Pensi davvero che sia la verità?-mi ha chiesto Anna più tardi,mentre tornavamo a casa.Frankie e le sue fan avevano continuato a parlare dell'agenzia di modelle per tutto il giorno.Ci era venuta la nausea.

-Probabilmente si-ho borbottato-E probabilmente guadagnerà un milione di sterline con il primo servizio,e una bellissima rockstar si innamorerà di lei,e la sua faccia campeggerà su tutti gli autobus di Londra...Ma chi se ne importa?

Anna ha riso-.A proposito di milione di sterline.Dobbiamo trovare il modo per guadagnare dei soldi.

-Potremmo andare a vedere dall'outlet-ho suggerito.

L'outlet è un enorme centro commerciale appena fuori città.Aveva aperto da qualche mese e c'erano moltissimi negozi di cose firmate che vendevano i modelli dell'anno prima.Fankie ci lavorava,qualche volta.

-Senti,è già insopportabile dover tollerare Frankie tutta la settimana.Non voglio rischiare di vederla anche il sabato!

-Hai ragione!-ho riso.-che ne dici allora dei negozi in città?

-Buona idea-ha detto Anna.Andiamo subito a vedere se riusciamo a trovare qualcosa.