Nichilismo

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Or tu folleggia meco,
Mio vano lettore,
Odrai risonar l'eco
D'un grido d'orrore.

Vago erravo per l'affollata strada
Che sola conduce all'eterno Nulla,
Coprivo il volto il cui sguardo di giada
D'ogni sensato senso si fa burla.

Vestivo una vitrea maschera diafana
Fredda, eppur m'induceva torpore,
Sì ché pur la gola masta era afona
E l'occhio più non coglieva il cruore.

Eran sanguigne l'orme de' compari;
Tal le mie: fresche impronte ovunque
Segnavano il passaggio dei calzari
Diretti ove temenza n'ha chiunque.

Qua un'anima triste, là una rotta,
L'oscurità da terra si levava;
Tutte s'apprestavano all'ultimo atto,
Il bujo avvolgente già le celava.

Or si lanciavano, disianti l'oblio,
Or si fermavano, pien di terrore;
L'une avean caro il nulla natio,
L'altre piangevan, perduto'l fervore.

Ma eran giunte ad una sola morte,
Ch'alcune gemono ed altre cadono,
Stravolte dal Nulla o da esso accolte:
Alla fine tutti la pace chiedono.

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