3. "Cardigan grigio"

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[...] la vita è affascinante, mio caro, tutto dipende dalla lente attraverso la quale la si guarda.-
"La signora delle Camelie"

Chiusi con un tonfo la porta del bagno, poggiandoci contro una vecchia sedia trovata in corridoio, in modo tale che lo schienale impedisse alla maniglia di abbassarsi, lasciando fuori ospiti indesiderati.

Olly continuava a guardarmi in silenzio, con i documenti del caso fra le braccia e le nostre borse appese a quello sinistro; la trascinai bruscamente in una delle cabine del bagno e, dopo aver chiuso il lucchetto anche di quella porta, appoggiandomi con la schiena contro per ulteriore precauzione, mi lasciai andare ad un forte e profondo respiro liberatorio.

"Billy, mi spieghi cosa succede? Perché Harry è uno dei sospettati del tuo caso? E perché Mr. Glassman lo ha affidato proprio a te?", mi chiese tempestivamente, lasciando cadere tutti i fogli per terra, eccetto quello dove il nome di Harry, silenzioso, ci tormentava sbiadito sul fondo della pagina.

Sospettato di cosa, esattamente? Era lui a vendere la droga e le armi? Oppure era uno degli acquirenti?

"Billy", mi richiamò Olly, il viso contratto in una smorfia di preoccupazione e confusione e le carnose labbra coperte da un rossetto rosa schiuse. "Billy, ti prego, spiegami-".

"Non lo so, Olimpia, d'accordo?", sbottai esasperata, passandomi le mani sudate sulle pieghe della gonna, umida a causa delle pareti del bagno contro cui ci eravamo spostate.

Avevo un tale caos in testa e desideravo solo tornare al giorno prima, in quella maledetta stanza davanti al contratto matrimoniale e mandare al diavolo Harry, Robert ed i miei genitori. Mi sentivo presa in giro, come se dietro tutto quel contratto ci fosse qualcosa di più grande e proprio non sapevo se invischiare anche Olly in tutta quella contorta situazione.

"Mi dispiace", sospirai affranta, alzando gli occhi sul suo viso spento, mentre portavo le mani dietro la nuca, inclinando leggermente la testa all'indietro e guardando la mia amica attraverso le folte ciglia.

"Credo che dovremmo fare un passo per volta", propose lei, abbozzando un mezzo sorriso e, così, capii che fosse l'unica come sempre in grado di supportarti e sopportarmi, nonché  l'unica capace di aiutarmi in tutta quella storia.

"Credi che Harry sia... Insomma, un criminale drogato?", ebbi finalmente il coraggio di chiederle, dando voce ai miei terrori più grandi.

Magari era questo il motivo per cui lui e Robert potessero permettersi case e auto così costose e, forse, era quello il modo con cui riusciva a pagare un numero sconsiderato di domestici.

"Non lo so, Billy -disse, giocando con la mano libera con le punte delle trecce dorate- è sempre così-".

"Calcolatore, freddo, arrogante, stronzo e bastardo- la interruppi- Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere il capo di tutta questa merda", sputai, piegandomi sul pavimento per trovare qualche altro documento dove comparisse il suo nome.

"Il tuo giudizio personale non deve offuscare la tua professionalità. Sbatterei anche io Harry in galera subito, ma prima voglio che sia assolutamente certa la sua colpevolezza", ribatté Olly, cercando qualche altro indizio anche lei.

Guardai di sfuggita l'orologio al polso, notando che ormai erano già quindici minuti che ci eravamo segregate lì dentro; presto qualcuno avrebbe dovuto usufruire del bagno e, se non volevamo destare sospetti, avremmo dovuto fare presto ad uscire di lì.

The sins of the father [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora