-"Cay, non divertirti troppo"- ridacchia la bionda al mio fianco finendo le ultime gocce di baylis rimaste nel bicchiere per poi abbandonarlo sul tavolino accanto a me.
Lancia un ultimo fugace sguardo nella mia direzione per poi allontanarsi, lasciandomi da sola con quel gruppetto di ragazzi.Anche questo sabato sera ho deciso di trascorrere la nottata in discoteca fino all'alba assieme alle mie due amiche.
A breve ricominceranno le lezioni all'università e quindi a malincuore dovrò salutare, almeno momentaneamente, la vita notturna di Malibu.La cassa spinge sulle note ritmate della solita playlist mentre il solito DJ spreca il suo tempo facendo foto con i soliti fan accalcati attorno alla sua postazione. Insomma, tutto sembra presagire ad una delle SOLITE serate.
L'alcol ormai scorre libero nelle vene, annebbiandomi la vista e rendendo i miei movimenti ancora più sinuosi del solito.
Improvvisamente sento una delicata pressione scivolare giù lungo il braccio per soffermarsi all'altezza del dorso della mano, delle lunghe e ruvide dita avvolgersi attorno alle mie.
Quel gesto riesce ad innervosirmi a tal punto da farmi ritirare il braccio con un movimento deciso.ODIO quel tipo di contatto fisico.
Non capisco proprio la necessità di carezze e sguardi in situazioni del genere, azioni futili.
Le loro intenzioni sono chiare quindi se vogliono baciarmi devono farlo e basta, finché sono ubriaca.Sento un altro tocco, questa volta più rude, sul fondoschiena.
Alzo gli occhi al cielo sbuffando e mi volto di scatto fermandomi a pochi centimetri dal volto dell'individuo che mi ha appena palpata. Le sue pupille, immerse in un'iride verde smeraldo, sono dilatate e le labbra tirate in un ghigno sfacciato.-"Piccola, stanotte sei mia"- quelle parole escono leggere come un soffio dalla sua bocca rosea.
Scuoto la testa, SERIAMENTE?
Può un ragazzo, probabilmente sui venticinque anni, essere così scontato e rifugiarsi dietro una banale frase fatta?
Eh sì, sembra proprio di sì.Lascio ondeggiare i capelli castani dalle sfumature ceneree e mi avvicino in maniera provocante a quelle labbra, umide e socchiuse.
-"Tu"- esclamo con voce decisa accarezzandogli con il palmo della mano la porzione di petto lasciato scoperto dalla camicia sbottonata. Posso sentire ogni singolo muscolo contrarsi sotto il passaggio delle mie dita mentre disegno figure poco chiare sulla sua pelle calda.
Interrompo quel contatto per vedere la sua reazione, sfoggio il mio sorriso più suadente e con tutta la forza che ho in corpo infilzo con il tacco a spillo il suo mocassino nero, facendolo piegare in due dal dolore.
Incurante di lui mi allungo leggermente verso la mia calzatura per controllare che abbia resistito bene all'impatto.Solo in seguito torno a rivolgergli l'attenzione.
-"Non dovevi chiamarmi piccola, tesoro"- gli sibilo all'orecchio marcando esageratamente con la voce quell'ultima parola.
Quando si rialza i suoi occhi sono illuminati da una luce diversa, vibrano di rabbia.
La mascella è tesa, i pugni contratti lungo i fianchi e le vene gonfie in vista sull'avambraccio.Adoro far innervosire in quel modo i ragazzi, far vedere loro quanto forte sono al contrario di quello che può sembrare apparentemente.
Sono sempre stata molto magra, i pochi muscoli che mi ritrovo sono stati definiti da un allenamento costante a tennis ma non hanno nulla a che vedere con quelli scultorei tipici delle amanti della palestra.Mi volto, mettendo in mostra il lato B fasciato in una minigonna di vernice rossa e mi fermo davanti ad uno dei suoi amici.
Afferro, stringendo in un pugno, la camicia azzurra ed accuratamente stirata del moro e lo tiro verso di me facendo scontrare le nostre labbra.
Un bacio veloce ma per nulla casto che scombussola il mio partner facendolo rimanere quasi impietrito.
Quando mi allontano sorrido nel vedere le macchie di rossetto sparse sul volto del ragazzo ed il suo sguardo leggermente perso vagare nel vuoto con fare interrogativo.-"Non male"- giudico passando la lingua sul labbro inferiore e lanciando un occhiata di sfida al castano ramato di prima che si sta, molto lentamente, avvicinando a noi.
I suoi movimenti sono enfatizzati come fossero al rallentatore, il suono dei passi vibra nell'aria caotica del locale. Sembra quasi che la musica, in segno di rispetto, abbia rallentato il ritmo e si sia fatta più bassa per non recargli fastidio.
Non mi ero accorta di quanto fosse alto fino a quando non si posiziona nuovamente di fronte a me, con il petto gonfio e le spalle ben aperte.
I suoi occhi smeraldo, indagatori e magnetici, fissi nei miei.Di solito è mio compito incutere soggezione negli altri ma quello sguardo, talmente profondo che sembra voglia leggermi l'anima, mi porta per un secondo a distogliere il contatto visivo.
Sono stranita, non riesco a prevedere le sue possibili azioni.
Potrebbe fare qualsiasi cosa, invece mi sorprende decidendo di non proferire alcuna parola. Rimane immobile in quella posizione per un tempo che mi sembra eterno, fino a quando l'agitarsi insistente di due braccia alle sue spalle attira la mia attenzione.Tempismo perfetto.
Eccole li, Anne ed Elen già con le giacche in pelle sotto braccio, pronte per lasciare il locale. È strano vederle assieme e senza ragazzi avvinghiati addosso, succede solamente quando arriva il momento di terminare la serata.
-"Scusa, qualcuno mi vuole"- mi piego su di lui appoggiando le labbra al colletto della sua candida camicia e lasciando il segno indelebile del rossetto sul tessuto.
-"Un ricordino per te nel caso non ci dovessimo vedere più"-
Osservo soddisfatta il contorno senza sbavature dello stampo rosso sul cotone e, senza aggiungere altro, oltrepasso la sua figura raggiungendo le mie amiche.
Ci allontaniamo ondeggiando i fianchi in modo sensuale verso l'uscita del locale salutando dei nostri conoscenti fotografi ed i bodyguard.In fin dei conti si è rivelata proprio una delle solite serate che, come l'esperienza insegna, nel giro di poco tempo si tramuterà in nient'altro che un ricordo confuso. L'unica certezza è che, fortunatamente, non rivedrò più i volti di quei ragazzi.
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Ciao ragazze, vi prometto che non sarà la SOLITA storia.
Bacini, go_cciolina.
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DISPOSABLE (Cuore monouso)
FanfictionCaitlyn, una cinica universitaria appassionata di ragazzi usa e getta [la vita di una ragazza universitaria, si sa, non può essere considerata semplice ma vi assicuro che quella di Cay supera di gran lungo le aspettative]