Capitolo 2

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Busso alla porta.
Dai cazzo, aprimi deficiente.
Busso di nuovo.
Giuro che gli sfondo la porta.
"Chi é?"
Sono così tentato di rispondergli 'sto cazzo' ma la situazione é critica e non mi sembra il momento di fare il coglione.
"Sono io, Diego"
"Diego? Aspé fra, ora ti faccio entrare"
Finalmente:
Le braccia mi stanno crollando.
Charlie mi apre la porta in mutande e l'ombra che intravedo dietro di lui, alla sua destra, mi fa capire che evidentemente ho interrotto qualcosa con una delle sue tipe.
"Ma che cazz...? Chi é lei?" sbotta, scioccato.
"L'ho trovata vicino al vecchio magazzino, era sotto shock...mi é svenuta praticamente tra le braccia"
"Non voglio guai Diego"
"E non li avrai..." lo rassicuro.
"Devi solo darci un posto per dormire, poi domani mattina, chiamerò qualche suo parente e se ne andrà "
Ci pensa su un attimo:
"D'accordo, entra"
E mi spalanca le porte del reame.
"Mi sa che sarà per la prossima volta, splendore" dice Charlie, congedando la sua "focosa amante".
"Fammi capire:
Rinunci a tutto questo per lui ed il cadavere che si porta appresso?" ribatte, sconcertata.
Mi indica con quel suo indice come se fossi la cosa più orribile al mondo.
Roteo gli occhi al cielo:
Biancaneve ed i sette cazzi si é offesa.
"Senti frà, io la porto di sopra mentre tu te la sbrighi qua..."
So già come funziona questo giro, il giro di chi fa musica, di chi produce ed ha i soldi:
Ci metti più a salutare una tipa che a scopartela.
Charlie annuisce ed io inizio a salire la scala a chiocciola, direzione camera da letto.
Appena arrivato la adagio delicatamente sul materasso mentre dorme ancora profondamente.
La ferita ha smesso di sanguinare fortunatamente ma sta ancora tremando.
Vado in bagno e mi svesto velocemente, indossando poi un vestaglia di Charlie, rossa e di seta, completamente scontata conoscendolo.
Gli piace far vedere che ha i moneys e ne ha in effetti e tanti pure.
Prendo anche degli asciugamani dai suoi cassetti e li porto alla ragazza.
Cerco di asciugarla, per quanto possibile.
Non contento poi, prendo anche dei piumoni dall'armadio e la copro accuratamente.
Non ho mai fatto niente del genere per nessuno.
La sopravvivenza, l'egocentrismo dovuto alla paura di non farcela e il fanatismo nel sentirsi il migliore sempre e comunque sono sempre state le mie uniche ragioni di vita:
Ho sempre cercato di essere la razza superiore; quella che va avanti non guardando in faccia a nessuno, perchè non può permettersele le debolezze, le distrazioni.
Io le persone le lascio dietro e non dentro e le amicizie, quelle sanguigne, sono regolate da patti che mettono in mezzo principi come l'orgoglio ed il rispetto.
Scendo le scale e ritorno dal mio amico, ritrovandomelo intento a fumare una sigaro.
Charlie mi fissa, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
"Allora, mi spieghi che ci fai a Milano?" mi chiede.
Mi porge il suo pacchetto di Bolivar e ne afferro uno, accendendolo in seguito con la fiamma del suo sigaro.
"Non sei contento di vedermi?"
Espiro e lascio che il fumo mi copra la visuale per qualche secondo:
"Certo che lo sono frà ma non ti aspettavo"
"E poi quella ragazza..."
"Da quando in quando ti sei dato al volontariato?" esclama, prendendomi in giro.
"Da quando in questo cazzo di posto é scomparsa la cazzo di umanità" ribatto, stringendo i pugni.
Non sono in vena di scherzi.
"Hei...non prendertela con me adesso, non sono io che le ho fatto questo"
Abbasso il capo.
"Lo so" sospiro.
"É che odio questo tipo di cose, davvero" mi giustifico, iniziando ad agitare la gamba per il nervosismo.
Uno lotta tanto per essere ciò che é, per incollare i cocci dopo un terremoto e poi si presenta il fenomeno di turno che pensa che la libertà non "si guadagni" ma "si ottenga" ed allora viola tutto:
la natura, l'intimità delle persone, che poi sono le stesse identiche cose perchè entrambe sentono, vedono e sanno che il fiore che gli é stato tolto con tanta irruenza non crescerà più come prima e non rimarranno che le radici a tenerle attaccate al terreno.
Ma chissà che un giorno non ci cresca un albero da quelle radici.
"Allora?"
Sussulto, ritornando alla realtà.
Ogni tanto mi capita di perdermi nei miei pensieri.
"Perchè sei qui, Izi?" mi chiede, di nuovo.
"Non avrai riniziato con quella merda?"
Una ruga gli solca la fronte.
Mi copro le braccia d'istinto, abbassando le maniche e scuoto la testa.
"Ho scritto dei pezzi e voglio che tu li senta"
"O scrivo o muoio, Charlie"

Fumo da solo ~ IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora