Fu un paio di serate più tardi che, facendo ritorno dalla doccia, Jimin ritrovò i suoi problemi di analisi matematica già risolti senza che neppure li avesse toccati. Sospirando sconsolato, urlò con voce strozzata un "Yoongi!" e sobbalzò quando quest'ultimo, balzando in corridoio quasi galoppando, si avvicinò a lui.
"Sì?" Il suo sorriso era così ampio da occupare buona parte del suo viso.
"Hai fatto i miei compiti? Ancora?"
Il suo sorriso si affievolì. "Non... non avrei dovuto?"
Jimin si colpì il volto con il palmo della mano, "No, mai. Per favore, non fare mai i compiti al posto mio, okay? Ho bisogno di imparare senza il tuo aiuto."
"Ma io volevo solo-"
"No" Disse Jimin inflessibile. "Smettila. Non toccare i miei compiti. Ti proibisco di andarci vicino."
Ora che era stato finalmente punito, Yoongi fissò il basso, verso le sue mani, in un perfetto atteggiamento remissivo. "Okay, scusa." Disse semplicemente annuendo. "Non lo farò mai più. Yoongi non toccherà mai più i libri di Jimin." Parlava in quel mondo solo quando tentava di fissare i concetti in testa, proprio come quando Jimin gli aveva chiesto di memorizzare il suo numero di telefono nel caso succedesse qualcosa mentre era via.
Jimin faceva fatica ad arrabbiarsi seriamente con Yoongi, il quale, come al solito, "aveva bisogno di aiuto" ogni qualvolta che interferiva nella sua vita.
Con un sospiro ed un leggero "va tutto bene", Jimin poggiò una mano in cima a Yoongi. Quello fu il loro primo contatto. Jimin rimase sorpreso avvertendo del calore provenire da Yoongi e lasciò che quest'ultimo prendesse la sua mano e la esaminasse a suo piacimento. Yoongi l'espose alla luce e, tirando ogni singolo dito, esaminò le falangi sotto la sua carne.
Quando Yoongi sfiorò accidentalmente il suo polso, Jimin trasalì, cercando di ritrarre la mano. Yoongi lo fissò. "Cosa c'è? Ti fa male?"
"No... mi fai il solletico." Jimin si schiarì la gola, improvvisamente imbarazzato.
"Solletico?" Ripeté Yoongi. "È qualcosa di piacevole? "
"N-non esattamente," Jimin tentò nuovamente di allontanare la mano, quando, in un nuovo esperimento, Yoongi fece scorrere i pollici lungo le vene del suo polso. "Mi fa sentire a disagio e mi fa venire voglia di ridere."
"Ma quando ridi non significa forse che sei felice?" Sorrise. "Il solletico ti rende felice?"
"Forse altre persone, ma non me." Yoongi lasciò la sua mano, il viso contratto in un'espressione assorta. "Il solletico è... okay." Sospirò Jimin. "I nervi sotto la pelle si eccitano se toccati in un certo modo. Fa ridere molte persone ma io... mi rende nervoso. Non amo che la gente mi tocchi."
"Oh," Yoongi allargò gli occhi. "Scusa. Io non- "
"No, no, va tutto bene." Disse Jimin sollevando le mani. "Smettiamola di parlare di questo, ti sei già scusato abbastanza per oggi."
Diventava sempre più difficile poter spiegare quei processi del corpo che Jimin aveva sempre dato per scontato. Yoongi sapeva cosa fosse la felicità e i suoi sintomi, ma aveva difficoltà con emozioni più complicate quali paura o l'ansietà. Jimin poteva sciorinare un'infinità di chiarimenti sulle emozioni e sulle loro conseguenze fisiche, ma Yoongi scuoteva unicamente la testa, incapace di comprendere perché gli umani percepissero le cose in certi modi e non in altri
"Voglio essere umano," Confessò un giorno. Jimin sollevò lo sguardo dai suoi appunti di storia, richiudendo il suo libro. Era tardi e Yoongi sedeva sul divano al suo fianco mentre trafficava con un cubo di Rubik che Jimin aveva trovato nel suo guardaroba.
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absolute yoongi ; yoonmin
Teen FictionYoongi non era il robot perfetto, ma a Jimin andava bene così, del resto neppure lui era un perfetto essere umano.