"L'ho rispedito indietro."
Yoongi smise di agitarsi sulla sua sedia, voltando di colpo il viso in direzione di Seokjin.
Jimin staccò gli occhi da Yoongi. "Chi hai mandato indietro?"
"Namjoon" Fissando il contenuto della sua tazza, Seokjin bevve un sorso di caffè.
Di fianco a Jimin, Yoongi aggrottò le sopracciglia. "Perché lo hai fatto?"
Seokjin evitò i suoi occhi, incontrando al loro posto quelli di Jimin. "Ho dovuto. Ho capito che non lo volevo più. Non voglio un ragazzo fasullo. Voglio qualcuno che sia reale."
"Ma lui era reale-"
Seokjin scosse la testa. "Era una bambola. Una bambola perfetta. Parlava addirittura il coreano meglio di me, ma non voglio la perfezione, voglio..."
Yoongi riprese a dibattersi sulla sedia. "Non era una bambola. Era reale, come lo sono io. Perché tu-? Perché avresti dovuto rimandarlo indietro? Perché l'hai comprato per poi spezzargli il cuore così?"
"Lui non aveva un cuore." Sbottò all'improvviso Seokjin, furibondo.
Jimin diede una pacca sulle ginocchia di Yoongi per calmarlo, sollecitandolo a concentrarsi di nuovo sul suo cubo di Rubik. Gli occhi scintillanti di Yoongi si spostarono da quelli di Jimin a quelli di Seokjin e di nuovo, "Perché lui-"
"Va tutto bene." Disse Jimin. "Cercherò di parlare con lui. Non preoccuparti. Non ho alcuna intenzione di rispedirti indietro."
Dopo aver placato l'animo di Yoongi, Jimin trascinò Seokjin in corridoio per una piccola chiacchierata. Seokjin si mantenne a distanza, il volto rivolto verso il pavimento. "Perché discuti con lui in questo modo? Sai bene quanto sia sensibile."
"Io non ti capisco." Seokjin gli lanciò un'occhiata truce.
I capelli di Jimin cominciarono ad intirizzirsi a causa di quella sua sfrontata ostilità. "Non mi capisci?" Sollevò le spalle.
"Come puoi continuare a fingere di non vedere la realtà e nutrire tutte le loro fantasie? Lui non è reale e neppure Namjoon lo era. Sono tutte bambole. Non hanno sentimenti."
"Come puoi dire questo? Sapevi che Namjoon avrebbe fatto qualsiasi cosa per te-"
"E allora?" Disse con voce tagliente, grattandosi nervosamente la faccia. "Chi cazzo se ne importa? Lui non è reale. Non lo sarà mai. Mi sono stancato di giocare con delle illusioni e l'ho rispedito indietro. I robot sono davvero la cosa peggiore che gli umani potrebbero mai acquistare."
Jimin rimase in silenzio.
Seokjin gli girò attorno. "Ti sei mai visto ultimamente? Si suppone che debba essere lui il tuo giocattolo, ma sei tu, colui con il quale sta giocando. Rispediscilo indietro e cerca qualcuno di umano, qualcuno che commetta degli errori e che abbia dei difetti e... sappia le arti marziali."
"Arti marziali?" Seokjin sospirò, portandosi una mano sul volto. Nascosto nell'ombra, appariva più maturo di quanto fosse in realtà. "Questo... non volevo confessarmi in questo modo o tantomeno di dirti che sono geloso del tuo nuovo giocattolo. Ho comprato Namjoon pensando di poter sfogare ciò che provo per te servendomi di lui, ma dal momento che anche tu ne hai preso uno... non mi piace. Mi dà fastidio. L'unica cosa più irritante del tuo robot, è come tu sia riuscito ad affezionarti a lui. Avanti. Esci da questo miraggio. Questa moda è già durata fin troppo. Rispediscilo indietro."
Jimin rifiutò.
"Mi dispiace." Disse. "Scusa se non posso ricambiare i tuoi sentimenti, Seokjin, ma non ho alcuna intenzione di rispedirlo indietro. Non mi interessa se non è umano. Non sono qui per mettere in dubbio la tua concezione in proposito, ma lui è reale. Io so che lo è. È reale, prova delle emozioni e non desidera più andare da nessuna parte. È felice con me ed anche io... sono felice di stare con lui. Mi dispiace, non c'è nulla che tu possa dirmi in grado di farmi cambiare idea su questo, o su di lui, o su di te. Mi di-"
"Smettila di scusarti. Ho capito." Seokjin eluse il suo sguardo. "Se... se davvero Namjoon provava delle emozioni, allora, merito più di chiunque altro il tuo rifiuto, per aver pensato diversamente ed averlo rimandato indietro fregandomene del resto del mondo. Dispiace anche a me. Non tirerò mai più in ballo questo argomento."
Quella notte, nel letto, Yoongi si girò improvvisamente verso di lui. "Non... non hai intenzione di rispedirmi indietro, vero?"
Jimin grugnì. "Yoongi, ma lo sai che ore s-"
"Ti prego." Yoongi respirava profondamente. Il ronzio del suo processore era talmente rumoroso da tagliare in due il silenzio della notte.
Jimin aprì gli occhi. "No, non ti rimanderò indietro-"
"Bene, perché conosco Namjoon... so che ha sofferto. Tu non sai cosa significhi essere uno di noi. Noi non ricordiamo come siamo venuti al mondo. In un primo momento siamo solo una serie di bulloni e di viti e successivamente abbiamo l'aspetto di un essere umano, con un cuore umano. Namjoon voleva diventarlo. Io so che lo voleva. Noi tutti lo facciamo. Mandarlo indietro... significa che ha fallito come essere umano. Non c'è nulla di peggiore che voi potreste fare alla mia razza, quindi, per favore non-"
Jimin si mise a sedere, incorniciando il viso di Yoongi con le sue mani.
Yoongi sembrava stesse quasi per scoppiare in singhiozzi da un momento all'altro e ciò gli fece piangere il cuore. "Smettila di pensarci." Gli ordinò dolcemente. "Mi dispiace per Namjoon, davvero, ma è già stato rispedito. Tu non devi preoccuparti di questo, perché non capiterà anche a te, okay? So che le mie parole non contano molto, ma... è bello averti qui. È... piacevole."
"Sei sicuro?" Yoongi si avvicinò, sfregando il naso contro Jimin.
Jimin rabbrividì "Sì. Sono sicuro. Non riesco a capire a pieno come tutto questo funzioni, ma credo di aver iniziato solo adesso a capirti meglio e sono davvero grato di averti... nella mia vita."
"Tu..." Il respiro di Yoongi era stranamente caldo contro il suo volto. Jimin tentò di porre un po' di divario fra i loro corpi, senza però aver fortuna. "Non ti importa se non sono umano, vero? Perché ci sto provando, mi sto sforzando duramente. Non pensavo che essere un umano fosse così difficile."
Un po' mezzo addormentato ed un po' al settimo cielo, Jimin si lasciò andare in un bacio, con le mani che reggevano ancora il volto di Yoongi.
Il bacio illibato evolse nell'unione di labbra più intima che Jimin avesse mai sperimentato, pieno di movimento e di lingue curiose. Si ruppe solamente quando i suoi polmoni reclamarono un po' di ossigeno e cadde di nuovo sul letto, seguito dall'insaziabile brama di Yoongi di proseguire quel loro bacio.
Le sue labbra erano calde contro il suo collo, e Jimin che si contorse, imbarazzato di fronte all'improvviso calore che strisciò sul suo viso. Ma la vergogna si sciolse quando Yoongi sollevò di nuovo la sua nuca, strofinando dolcemente le labbra contro le sue, quasi volesse assaporarle ancora una volta. Anche gli ansiti più silenziosi di Jimin furono soffocati dalle sue morbide labbra.
Il tempo si piegò sotto il peso dei loro baci e prima che Jimin se ne rendesse conto, il sole aveva già cominciato a spuntare sulla linea dell'orizzonte. Il week-end era appena cominciato, ma sarebbero capitate solo cose pericolose se Jimin gli avesse concesso di continuare, non importava quanto fosse piacevole. O quanto fosse reale.
Seokjin cominciò ad accettare pian piano -ma senza alcun dubbio- Yoongi. Jimin non voleva perdere il suo buon amico, quindi obbligò Seokjin a visitarlo e a spendere il tempo assieme. Non era sua intenzione convertire il pensiero di Seokjin, desiderava solo un po' di compagnia.
Ultimamente, restare da solo con Yoongi era diventato per lui soffocante. Yoogni, ora, lo fissava intensamente e si limitava a sorridere ogni qualvolta Jimin gli domandasse se tutto fosse apposto.
"Ti sto solo guardando." Disse Yoongi scosso da un piccolo tic. Quando il suo cuore ebbe un capitombolo, Jimin si pose nuovamente delle domande sulle sue scelte di vita.
Negare la sua nuova attrazione per Yoongi era come impedire ad entrambi di camminare su due gambe. Ne era certo, era ovvio, specie nei momenti in cui Yoongi sembrava intenzionato a baciarlo ed entrambi si arrestavano. Inoltre, aveva notato come il suo rossore fosse diventato sempre più accentuato rispetto a quello di Yoongi.
Nemmeno Yoongi sembrava avere dei grossi problemi con Seokjin, e Jimin ne era grato. Seokjin era cauto mentre parlava e non menzionava mai cosa Yoongi fosse o non fosse; La maggior parte dei loro discorsi sempre attorno alla figura di Jimin. "Dovresti vederlo mentre cerca di dormire." Disse una volta Yoongi con occhi sfavillanti per l'emozione. "Fa sempre questi piccoli rumori. Sono davvero adorabili."
"Hey, non è vero!" Interferì Jimin.
Jimin arrossì inutilmente quando Seokjin lo guardò con un sopracciglio alzato. "Cosa?"
"Voi due... dormite insieme?"
"Certo!" Yoongi balzò sulla sua sedia. "Mantengo caldo Jiminnie di notte."
"Jiminnie..." Ripeté Seokjin, scandendo lentamente il suo nome.
Yoongi, grazie al cielo, non percepì l'improvvisa tensione nell'aria che si andò a creare intorno a Seokjin, continuando a chiacchierare spensieratamente e pescando fuori dai suoi discorsi altre cattive abitudini di Jimin, il quale, anziché difendersi da tali accuse -fin troppo vere-, cercò di volgere la conversazione altrove. "Hey, uh, Jin, come va la vita?"
Seokjin alzò le spalle. "Come al solito, sempre la stessa storia. Stavo pensando di prendermi un animale. Il mio appartamento è diventato troppo grande per me ora."
"Dovresti prendere un coleottero! Sono fantastici!"
"Yoongi, i coleotteri non son considerati animali da compagnia." Sorrise Jimin. "Lo sai."
"Oh, sì, ma penso che comunque sarebbe grandioso averne uno. Sono davvero intelligenti."
La faccia di Seokjin palesò tutto il suo disappunto. Non resistette neppure un'altra notte all'esuberante curiosità indagatrice di Yoongi. "Fa ancora male." Fu l'unica cosa che disse quando Jimin cercò nuovamente di farlo restare. Jimin non seppe rispondere.
Quando chiuse la porta e si girò, Yoongi era dietro di lui, con occhi irrequieti. "Jin... Kim Seokjin," Disse con una perfetta pronuncia. "Lui... ti ama?"
"Amarmi?" Jimin si appoggiò contro la porta. "Non credo. Penso solo di piacergli un po' più di quanto dovrebbe in realtà. Questo è tutto."
"E a te... piace più di quanto dovresti? Le emozioni umane sono sempre... reciproche?"
"Non sempre e questo non è neppure il caso." Jimin avanzò di un passo. "Seokjin è solamente un buon amico ed un vicino di casa. Non lo vedo nello stesso modo in cui vedrei qualcuno che... mi piace. Ha senso?"
Yooongi emise un ronzio. "Mi dispiace un po' per lui, credo gli manchi Namjoon."
"Cosa succede a... coloro che vengono rispediti indietro? Vengono rivenduti?"
"No." Disse scuotendo leggermente la testa. "Li smontano e li ricostruiscono di nuovo, in modelli ed "esseri" diversi. Il Namjoon che conoscevamo probabilmente non esiste più."
Se n'era andato per sempre.
Le prime complicazioni cominciarono a verificarsi un paio di giorni dopo il loro secondo mese di anniversario. (Non che Jimin stesse contando i giorni per ragioni sentimentali o altro.)
Jimin stava digitando al computer la sua ricerca di storia, quando Yoongi stramazzò al suolo. Qualche secondo dopo la caduta, Jimin fissava, paralizzato, Yoongi disteso sul pavimento, non troppo distante da lui e con gli occhi chiusi.
Quando l'adrenalina cominciò a far effetto, Jimin allontanò il suo portatile, lasciando che si sfracellasse al suolo, e corse da Yoongi.
"Yoongi! Yoongi!" Urlò, scuotendolo per fargli riprendere conoscenza. Yoongi però era freddo e non si mosse neppure di un millimetro quando Jimin gridò nel suo orecchio.
Con un nodo allo stomaco, si precipitò in camera alla ricerca del manuale, che trovò solo dopo aver messo a soqquadro la stanza con mani tremanti. Tremavano con una tale ferocia che ebbe non poche difficoltà a leggere l'indice "Risoluzione problemi", anche se finì solamente effettuando una telefonata alla compagnia dei roboboyfriend.
Jimin si accorse di urlare solo quando l'operatore gli suggerì di calmarsi. Ovviamente, la persona al di là della linea del telefono non riusciva capire che non ci riusciva! Non riusciva neppure a sentirsi per via degli spaventosi battiti del suo cuore, mentre le sue mani continuavano a tremare lungo la fronte di Yoongi alla ricerca del ronzio del suo processore.
Era debole, ma c'era ancora.
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absolute yoongi ; yoonmin
Teen FictionYoongi non era il robot perfetto, ma a Jimin andava bene così, del resto neppure lui era un perfetto essere umano.