Racconto Secondo

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Incipit 

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Incipit 


La metropolitana era insolitamente vuota. L'unica persona nel vagone, oltre a Sofia, era un ragazzo che dormicchiava in un angolo. Sofia cercava di non fissarlo ma si sentiva quasi ipnotizzata da quella presenza. Il ragazzo era completamente vestito di nero, con il cappuccio sulla testa che nascondeva gran parte della sua fisionomia. Quando il treno si fermò all'ennesima fermata il ragazzo si svegliò improvvisamente, corse fuori a gran velocità e sparì dal campo visivo di Sofia. Nella foga non si era accorto di aver dimenticato sul sedile un piccolo quaderno nero. 


Svolgimento 

Ormai le porte si erano richiuse e il treno era partito. Anche se avesse voluto chiamarlo era troppo tardi. Ma Sofia non avrebbe mai attirato l'attenzione del ragazzo, era troppo timida per farlo. Ma anche se timida aveva una curiosità particolare. Sin da sempre era stata molto interessata a qualunque aspetto della vita. Per questo quando il treno era ormai lontano, Sofia si guardó intorno per vedere se qualcuno la stava osservando. Dal momento che era sola, si alzó e andó a sedersi sul sediolino d'innanzi quello che poco prima era occupato dal giovane. Di fianco a se, il quadernetto dimenticato da quest'ultimo. Sottile, anonimo, lasciato lì da colui che non avrebbe mai rivendicato la sua appartenenza. Chi sarebbe mai tornato indietro per qualcosa di così futile, chi mai avrebbe combattuto per una cosa tanto insignificante? Lasciata sola, come quell'oggetto, Sofia raccolte il quaderno sentendolo suo per via della loro somiglianza. Ma c'era qualcos'altro che l'attirava, qualcosa di incontrollabile che la spinse ad aprire il taccuino e sfogliarlo. Era particolare quel quaderno. Non aveva scritte ma disegni. Vi erano illustrati momenti della vita delle persone come fotografie scattate ad inganno, che ritraevano i soggetti nella loro intimità. Ma non erano gesti comuni quelli, non tutti almeno. Alcuni sembravano fantastici, ambientati in mondi che la realtà non comprendeva. Si soffermò su uno dei disegni per osservarlo più attentamente. 

Nell'immagine era illustrato un pittore alle prese con un quadro ma dato che era ritratto di spalle non si riusciva a scorgere il dipinto. Sofia avvicinò il disegno allo sguardo e d'improvviso si sentì mancare. L'ambiente intorno prese a tremare. Dapprima credette che il treno avesse deragliato ma poi si rese conto che non erano le cose attorno a se ad oscillare ma la sua percezione di esse. E poi successe qualcosa di surreale. Vorticosamente quell'immagine l'attrasse a se letteralmente e magicamente Sofia si ritrovò nel disegno. Spaesata si guardò intorno con un senso di nausea per via di quel vorticare. Come era arrivata lì e quanto di quello che vedeva era reale? Poi riuscì a scorgere il pittore che silenziosamente stendeva le sue pennellate su quel dipinto. Spinta dalla curiosità Sofia iniziò ad avvicinarsi desiderosa di rivelare quel soggetto. Cercò di far piano per non farsi scoprire e rovinare quella magica atmosfera. Ma invece urtò contro uno scaffale facendo cadere barattoli di vernice sul pavimento provocando un forte rumore. Spaventata, Sofia non si curò del guaio appena causato ma si girò verso l'uomo paurosa della sua reazione. Ma questi non accusò nulla. Sempre con incantevole calma continuò a muovere il pennello con fare ipnotico racchiuso in quel mondo che non poteva essere scalfito. Nemmeno un evento magico come una ragazza risucchiata da un disegno riesce a scomporre un artista alle prese con la sua ispirazione. Sofia allora avanzò più decisa, non curandosi più di nascondersi, arrivò di fianco al pittore. Il quadro si rivelò un ritrattò, il ritratto di una splendida donna la cui bellezza non poteva essere paragonata a nulla su questa terra. Ma non era la sua carnagione chiara a conferirle quella bellezza, ne gli occhi di azzurro limpido che contrastavano con i boccoli neri. Non era nemmeno quella dolce fossetta che leggermente compariva al lato della bocca, vicino al sorriso della donna. Ciò che la rendeva bellissima era lo sguardo trasognato dell'uomo che la dipingeva. Quel tipico sguardo che volge un uomo alla donna amata o un artista alla sua musa.

La sensazione di tremore tornò a rinascere in Sofia che ben presto ritornò bruscamente alla realtà, sbattuta sul sediolino di un treno. Mille pensieri si affacciarono alla mente della ragazza che si interrogò sull'identità della donna ritratta, sul suo rapporto con il pittore. Era mai esistita una donna così bella o era semplicemente il desiderio di un uomo solo? Catturata da questi pensieri Sofia non si accorse di aver sfogliato la pagina del quadenetto che ora ritraeva un paesaggio. Appena la ragazza posò gli occhi su di esso di nuovo quel tremore e, di nuovo, un posto che non era quello di prima.Si ritrovò seduta su una piccola imbarcazione di legno, di quelle che si guidano con i remi. Galleggiava su un lago di un posto favoloso. Le era quasi familiare quel luogo eppure poteva giurare di non esserci mai stata. La vegetazione intorno le regalava la visione di una moltitudine di colori, ma le figure non avevano un immagine distinta. Era finita in quel disegno e tutto ciò era esattamente come era stato disegnato. O meglio dipinto. Gli alberi erano tracciati da chiazze di colore verde, i rami e i fiori rappresentati da pennellate veloci. Sembrava un quadro impressionista, dove non vi erano contorni, solo colore. Ed ora lei viveva in tutto quel colore, senza linee a tratteggiare confini. Era giorno, dunque la luce si rifletteva nelle acque del lago. Non vi era vento, per questo la natura era immobile, ma il leggero ondeggiare delle acque, nella quale era riflessa tutta quella vegetazione animava quelle figure, che se destinate a rimanere immobili fuori dall'acqua, all'interno di esse, nel mondo del sottosopra, prendevano vita in una danza tranquilla. Quella quiete però fu interrotta da un movimento brusco dell'imbarcazione che all'improvviso si capovolse rovesciando Sofia in quelle acque non più calme ormai. Cosa era successo al di fuori di quel mondo fantastico? Qualcuno aveva preso i quadernetto ed ora lo stava sfogliando? Oppure senza che nessuno lo toccasse le pagine avevano iniziato a sfogliarsi da se, sotto l'effetto di quella magia che mai era stata sotto il controllo di Sofia. Sta di fatto che l'ambientazione cambiò e la ragazza si ritrovò catapultata in una nuova illustrazione.


Il buio e il vuoto la circondavano. Il silenzio mancava quanto l'aria. C'era solo il gelo in quello spazio infinito. Era finita appunto nello spazio, senza tuta, senza astronave, senza preavviso. Galleggiava lentamente mentre la gola si stringeva e i polmoni iniziarono a cedere. Le stelle coloravano l'universo e la terra era troppo lontana da raggiungere, Sofia iniziò a credere che la sua vita finisse lì, dove probabilmente tutto aveva preso inizio con il forte scoppio del Big Bang o come quel tremore che finalmente ritornò a presentarsi. Le scene cambiavano di continuo sfuggite ormai a qualunque controllo. Come se non ci fosse verso di fermarle, segregarono Sofia in un viaggio continuo di avvenimenti non tutti lieti. Era un continuo viaggiare, un continuo spostarsi in diversi mondi, non in tutti si potevano vivere esperienze gratificanti ma ognuna lasciava qualcosa di se. Un piccolo insegnamento, un leggera emozione. Che fosse la paura o la gioia, Sofia era destinata a vivere tutte quelle esperienze che non aveva mai provato nella vita reale, ma le aveva trovate tutte in quel libro. Non tutte le esperienze si vivono, alcune vanno lette, altre osservate. Dopo un lungo peregrinare Sofia sentì un ultimo tremore che la catapultò sul sediolino del treno dove aveva iniziato quel viaggio. 


 Non capendo come tutto quello potesse aver preso fine, osservò l'ultima pagina di quel quadernetto, dove vi era ritratta una semplice ragazza seduta in treno. Riconoscendo il lei un esasperata curiosità verso la vita, il giovane dal volto semicoperto aveva anticipato i desideri di Sofia e sapendo che ella avesse aperto quel taccuino l'aveva illustrata su quell'ultima pagina in modo tale da regalarle una fine riportandola alla vita reale, prima che si perdesse in quell'interminabile viaggio lontano dalla realtà. Il treno arrivò a destinazione. Sofia scese ma non portò il libro con se. Lo lasciò sul seggiolino di quel treno scegliendo questa volta di continuare a viaggiare, ma lasciando alle sue gambe la scelta della destinazione da prendere.

 Lo lasciò sul seggiolino di quel treno scegliendo questa volta di continuare a viaggiare, ma lasciando alle sue gambe la scelta della destinazione da prendere

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