01. Come Tutto Ebbe Inizio

243 25 10
                                    

Un filosofo una volta si chiese, siamo umani perché osserviamo le stelle? O le osserviamo perché siamo umani? Quesito sterile, le stelle poi, osservano noi? Questa sì che è una domanda.

Centocinquanta anni fa, presso l'accademia delle scienze di Londra, uno scienziato ricevette una lettera contenente un interrogativo assai singolare.

Lo aveva formulato un giovane campagnolo e lo scienziato, pur ritenendola una burla, gli rispose doverosamente, spiegando con garbo che la domanda era insensata, aveva poi spedito il tutto al giovane, che abitava in un villaggio di nome Wall, così chiamato, aveva tenuto a precisare il ragazzo della lettera, a causa di un muro che circondava l'intero villaggio, la leggenda narrava che, aldilà di quel muro, vi fosse un mondo magico abitato da creature straordinarie.

Una sera però, un giovane del villaggio, fu tentato dall'idea di oltrepassare quel muro, incuriosito e scettico all'idea che tali fandonie potessero essere vere.

"Sono incaricato di proteggere il varco verso un altro mondo, e tu osi chiedere a me di lasciarti addirittura passare?!"

Sbraitó l'anziana sentinella sconvolta dalla richiesta del giovane, che, senza scomporsi particolarmente, gli rispose.

"sì! Guardate- disse indicando aldilà dell'apertura sul muro- vedete un altro mondo la? No, vedete un campo, vedete qualcosa che non è umano? No, e sapete perché? Perché è solo un campo!"

Insistette il giovane con evidente nervosismo, ma il guardiano parve non essere minimamente toccato dalle affermazioni del ragazzo e, anzi, gli rispose a tono.

"sono centinaia di anni che questo muro è sorvegliato ventiquattrore al giorno! Dì soltanto un altra parola e dovrai risponderne al consiglio Del villaggio!"

Il giovane parve arrendersi a quel punto e, sospirando, si girò inziando a fare pochi passi, giusto il tempo di distrarre il vecchio che si voltò nuovamente verso il muro e, saltando i pochi mattoni del varco presente, corse lungo il campo che, secondo le leggende, apparteneva ad un altro mondo.

Correndo senza mai voltarsi indietro, si ritrovò in un immenso mercato, non un mercato normale, ma uno dove si potevano trovare piccoli elefanti a due teste e occhi in barattolo.

Il ragazzo ne rimase incantato, ma ci fu qualcosa, o meglio, qualcuno, che lo incantò ancora di più, si trattava di una giovane bruna che gli sorrideva amabilmente, stregato da lei il ragazzo si avvicinò al suo carro e agli oggetti che esponeva.

"non vogliamo perditempo qui, avanti servi questo giovanotto! Vado alla bettola a farmi una bella pinta"

Affermò una donna bassa e paffuta dall'aria ostile, facendo avvicinare la ragazza che non gli toglieva gli occhi di dosso.

"ti interessa qualcosa?"

Chiese lei con voce suadente, facendolo balbettare finché non le indicò dei fuori blu affermando di volerli comprare ma lei colse un piccolo fiore bianco e glielo porse.

"non prendere le campanule, prendi questo, porta fortuna"

Preoccupato però per il costo, il giovane le chiese cosa volesse in cambio e lei, sorridendo glielo infilò nel taschino.

"questo qui costa un bacio"

Si indicò la guancia e mentre il moro si sporse per baciarglierla ella spostò il volto, finendo per regalargli un bacio dolce e appassionato sulle labbra.

La bruna controllò che la propria padrona se ne fosse andata e chiese al giovane di seguirla, nel camminare però, il ragazzo notò una piccola e sottile catenella d'argento che la ragazza si trascinava dietro camminando legata alla caviglia di quest'ultima.

"sono una principessa diventata schiava di una strega, vuoi liberarmi?"

Lo provocò lei sorridendo il ragazzo in effetti tentò di tagliare la catenella, ma essa si ricucì senza il minimo sforzo.

"è magica, sarò libera alla sua morte, su vieni"

Entrò nel carro guardandolo con bramosia, lui non rifiutò di certo tale caloroso invito.

Quella sera il giovanotto tornò a casa sua, in Inghilterra, sperando di dimenticare presto la sua avventura, ma, nove mesi dopo, la sentinella venne a bussare alla sua porta, consegnandogli una cesta con dentro un neonato.

"hanno lasciato questo accanto al muro per te, sembra che si chiami Magnus"

Il ragazzo lo portò in casa con se, crescendolo con tutto l'affetto e l'amore che un padre può avere per il proprio figlio.

Spero tanto che questa storia vi piaccia, è una delle storie che mi stanno più a cuore e spero di riuscire ad appassionarvi leggendola.

Votate e commentate ^-^

Cupido

Stardust ||malec||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora