"dov'è Secundus?"
A parlare era stato un vecchio ormai morente, riccamente vestito, placidemenre disteso su un letto d'oro e gioielli dalle lenzuola di seta, e le coperte di lana purissima, la stanza che lo circondava era immensa e, altrettanto grande, era la finestra parallela al letto di quel vecchio.
"sta arrivando padre"
Un giovane, anch'egli vestito come un principe, rispose alla domanda di colui che lo aveva messo al mondo.
Ben presto la porta che dava ingresso alla stanza venne spalancata e da essa entrò un uomo, alto, forte, dall'aspetto impeccabile, con un aria valorosa di chi non aveva paura di nessuno e che non credeva in niente, solo a se stesso.
"scusate il ritardo padre, sono corso più veloce che ho potuto"
Si inginocchiò davanti al sovrano Chinando rispettosamente il capo, rialzandosi poco dopo scrutando attentamente i suoi tre fratelli.
"Septimus... Primus... Terzius..."
Li guardò tutti con sufficienza guadagnandosi un occhiata malevola da ognuno di loro, che però, ben presto, rivolsero nuovamente l'attenzione al padre
"per quanto riguarda la successione, dei miei sette figli solo voi quattro siete ancora in vita, e questo equale ad uno strappo alla tradizione, io avevo dodici fratelli e li.."
"e li uccideste tutti per la corona, lo sppiamo padre, siete forte e coraggioso"
Ad interrompere l'anziano uomo fu il suo figlio più giovane, Septimus, ormai bene a conoscenza dell'arguzia del genitore.
"Scaltro figlio mio, principalmente scaltro, ora Secundus affacciati alla finestra e dimmi, che cosa vedi?"
Con una risatina di chi è ignaro della sua sorte, l'uomo abbigliato di rosso si affacciò dall'imponente finestra, priva di vetri o protezioni.
"vedo il regno padre!- il padre allora gli domandò cos'altro vedesse- il mio regno?"
"beh forse, e sopra?"
Rivolse lo sguardo verso il cielo mantenendo un sorriso beffardo, talmente impegnato nello scrutare le stelle, Secundus non si accorse che suo fratello, Septimus, guidato dal consiglio del padre, si era già appostato alle sue spalle e, con una spinta netta, lo fece precipitare giù dall'immenso palazzo, dalla collina su cui esso era costruito, fino in mare, accompagnato dalle risa spiranti del padre.
Anche Secundus allora, prese posto accanto ai fantasmi dei fratelli defunti.
"Sectus.. Quartus...Quintus, ma siete vivi?"
Essi scossero la testa sconsolati, informandolo che, fino a quando il nuovo signore di Stormhod non sarebbe stato incoronato, loro erano dei reclusi fra il mondo dei vivi e quello dei morti.
"Dov'è vostra sorella Una?"
Chiese con un pizzico di tristezza il vecchio sovrano per poi rivolgere uno sguardo severo al figlio più giovane.
"Septimus... La tradizione vuole che il trono debba ereditarlo un maschio, ricordate?"
"Esatto padre, perché uccidere mia sorella con questi idioti ancora un vita?"
Il re annuì compiaciuto portandosi le mani al collo, sfilandosi una collana con un topazio ad essa incastonato.
"Risolveremo la situazione Successione in maniera non convenzionale, non vi pare?"
Il gioiello mutò di colore, da un rosso sangue divenne un bianco brillante e iniziò a volteggiare sospeso in aria.
"Soltanto un individuo di sangue reale può restituirmi il topazio... E chi di voi lo farà, diventerà il nuovo signore di Stormhod"
E con queste parole il re morì e il gioiello, sfuggendo alle mani dei tre fratelli, si catapultò fuori dalla finestra diretto verso il cielo colpendo una stella che cadde rovinosamente al suolo.
La sua caduta tutta via non passò affatto inosservata, Camille per prima la vide e abbracciò Magnus incantata da quella bellezza scivolava giù dal cielo.
"È più bella di un anello acquistato ad Ipswich? Camille... Per avere la tua mano, passerei il muro e ti porterei quella stella cadente"
La giovane lo guardò come se fosse pazzo ritenendo che era solo una follia, che nessuno poteva attraversare il muro, ma Magnus non desistette insistendo che, per lei, lo avrebbe fatto.
"La mia stella personale... D'accordo va bene, stringiamo il patto se riuscirai a portarmi la stella entro una settimana, per il giorno del mio compleanno io ti sposerò, in caso contrario, io sposerò Anfrie"
Il moro gioì internamente promettendole che avrebbe avuto la stella, ma non poteva immaginare che quella magnifica creatura era già stata adocchiata da qualcun altro, qualcuno che non aveva affatto buone intenzioni.
Spero tanto che il capitolo vi piaccia, oggi aggiornerò una seconda volta dato che so già quanto Bramante l'incontro fra i nostri due piccioncini e non voglio farvi attendere troppo <3.
Ho aggiornato anche "il dominio dei re" andate a leggere se vi va.
Prossimo aggiornamento: oggi alle 18:00
Votate e commentate ^-^
Cupido
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Stardust ||malec||
FanfictionUn filosofo una volta si chiese: "siamo umani perché osserviamo le stelle o osserviamo le stelle perché siamo umani?" quesito sterile. Le stelle in oltre, osservano noi? Questa sì che è una domanda, benché sia difficile da credere la risposta è nasc...