the beginning

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Si guardò intorno quasi sconcertata. La ragazza dai capelli biondi ramati di rosso era l'unica vestita da caccia mentre tutti gli altri Nephilim erano vestiti di bianco. Lutto. Lei scappava da giorni dagli ottenebrati. Lo si poteva notare dai capelli scomposti, la tuta squarciata dove era stata ferita e il suo zoppicare dovuto ad una slogatura alla caviglia. Era entrata nell'istituto sbattendo la pesante porta dietro di se attirando parecchia attenzione. Tutti la stavano squadrando mentre un giovane le venne incontro aiutandola ad arrivare all'ascensore. Fece un cenno ad un altro che potevano continuare senza di lui subito prima che le porte si chiudessero. << G-Grazie>> << Credo tu avresti fatto lo stesso per me se fossi entrato nel tuo istituto ferito>> la ragazza lo guardava negli occhi << so che posso passare da sfrontata ma chi è morto?>> << mio fratello>> << Oh, s-scusa. Non volevo essere così indiscreta>>. Arrivati al primo piano il ragazzo la portò in infermeria. Gli disegnò qualche iraze e gli sorrise. << comunque sono James Lovelace>> << Caterina Monteverde, mia madre ha sempre ammirato Caterina de Medici per la sua spietatezza e sperava che potessi esserlo anche io ma sono tutto il contrario in realtà>>  << Italiana? Come sei arrivata qui senza farti uccidere?>> <<Lunga storia, forse un giorno te la racconterò. Sembri felice, ma tuo fratello è morto... non dovresti essere triste?>> << Lo sono ma sono anche molto bravo a nascondere i sentimenti>> << so cosa si prova a dover nascondere i sentimenti, diventare un perfetto Shadowhunters vuol dire anche metterli da parte... anche se a volte vuol dire rischiare un amicizia o un amore >> << Ora riposati, tornerò più tardi a funerale concluso. A dopo Caterina>>. La ragazza si addormentò subito dopo che James fu sparito dalla sua vista. << siamo sicuri di poterci fidare? Che non sia una di loro, ha viaggiato per parecchio tempo senza essere uccisa!>> << Jess, per favore! C'ho parlato prima e so che non lo è, possiamo fidarci>> << Andiamo Jem, c'hai parlato per cinque minuti al massimo, il tuo istinto non ha sempre ragione>>. Caterina si mise seduta e li guardò spostando gli occhi da uno all'altro, erano dannatamente simili ma allo stesso tempo diversi. Avevano entrambi i capelli biondi e gli occhi nocciola ma c'era qualcosa nei lineamenti. << Jessamine Ravenwhite, diciamo sorella di James, la situazione familiare è molto più complicata di come sembra. Spero tu rimanga qui per un po', James ha davvero bisogno di una distrazione sessuale al momento>> aveva gli occhi spenti come quelli di chi ha subito una perdita molto dolorosa ma questo non ha impedito che James la guardasse truce << Mi dispiace per vostro fratello e per essere arrivata in un momento così inopportuno>> << Tranquilla non c'è problema. Non hai deciso te quando mio fratello sarebbe morto. Francesco è sempre stato uno sconsiderato e correva sempre un mucchio di rischi per le persone a cui teneva. L'unico qui che dovrebbe sentirsi in colpa sono io che come capo dell'istituto e sopratutto come fratello maggiore dovevo impedirgli di correre tutti quei rischi>> Jessamine lo guardava in silenzio quasi ammirata
<< Caterina cara ti ho portato dei vestiti che dovrebbero andarti bene>> quando Linette entrò nella stanza Jessamine sembrava scomparsa dalla velocità con cui se ne era andata. << la caviglia come ti sta?>> << Meglio grazie James>> poi si rivolse all'altra ragazza << Tu devi essere Linette vero? Sei stata anche troppo gentile, mi andranno bene sicuramente>> << nel caso la maglietta ti stia stretta avvertimi che ti porto una delle mie>> detto ciò James le salutò dicendo che sarebbe tornato all'ora di cena per accompagnarla di sotto. Caterina era terribilmente spaesata. Era arrivata per caso lì e loro l'avevano accolta senza troppe domande, anzi le avevano pure offerto di rimanere lì. Si ripassó l'iraze fatto da James qualche ora prima e si fece forza per alzarsi. Linette la aiutò ad andare in bagno congedandosi subito dopo. Farsi la doccia era stata una  impresa per Caterina. Quella caviglia le dava un fastidio tremendo per quanto il dolore fosse sparito. Vestirsi non era stato semplice. I pantaloni le andavano alla perfezione ma la maglia per niente, le mancava il respiro. Decise ad andare da James e si infilò semplicemente la felpa nera. Quando si trovò Jessamine nel corridoio chiederle dove fosse camera del fratello la imbarazzava parecchio così la salutò educatamente e basta.
<<Jessie>> salutò la ragazza con un gesto della mano << Ehy Cate, posso chiamarti così vero?>> chiese il ragazzo moro arrivò nel corridoio subito dopo di lei. << il fatto che tu sappia il mio nome e io non il tuo mi terrorizza ma penso di sì, puoi farlo>>. << Sono Kit. Tra poco a cena conoscerai gli altri, se non se ne sono andati>>. Dopo che lei fece finta di tornare di sotto, Kit e Jessamine entrarono nelle loro camere. Quando tornò su vide James uscire da una stanza e chiuderla a chiave, sorrise e quasi gli corse incontro, sempre caviglia permettendo. << Caterina, mi cercavi suppongo>> << Esattamente, la maglia di Linette mi stava stretta>> <<Oh certo. Aspettami arrivo subito>> stranamente, pensò, non era entrato nella camera che aveva chiuso a chiave. <<Tieni, spero non ti importi la stampa. Altrimenti potremmo stare qui tutta la sera a sceglierne una>> sorrise appena.
Spazio autrice
Sarà il primo e , spero, ultimo spazio autrice. Lo scrivo semplicemente per dirvi che pubblicherò tutti giorni, imprevisti a parte

&quot;And anyone die never&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora