Capitolo I

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Gentile Evelina Corello,

Dopo un'attenta valutazione del suo Curriculum Vitae, siamo giunti alla conclusione di avere  bisogno di una personalità come la sua all'interno della nostra Clinica. 

La preghiamo di recarsi presso la sede dell'Istituto Martedì, 25 aprile alle ore 10.00 per discutere dei dettagli della sua assunzione. 


In attesa di una sua risposta, la saluto cordialmente. 



Sorrido mentre leggo quella lettera per la nona o la decima volta. Dopo tanti anni di attesa, finalmente qualcuno si è accorto della mia esistenza nel ramo della Psicologia.

'' Sappi che dovrai sanguinare tanto prima di ricevere un cerotto! ''  Inizialmente non presi sul serio il mio mentore, ma con il tempo mi resi conto che le sue parole erano più che vere: '' Solo, Evvey, non pensare mai che qualsiasi cerotto riesca a farti smettere di sanguinare. A  volte ci mettono dentro l'acido, perciò fai attenzione e non accettare mai il primo che ti capita!"  

Oscar era un tipo criptico, filosofico e tendeva ad esagerare tutto in maniera drammatica, perciò in quel momento le sue parole mi sembravano lontane dalla mia realtà. Ero piena di zelo e di speranza per il mio futuro. Pensavo ancora di poter conquistare il mondo della Psicologia. Mi sentivo una specie di Freud e Bandura messi insieme. Mi immaginavo già il modo in cui avrei curato i miei pazienti, lo stesso modo in cui ho visto anche Scar curare i suoi.

Mi resi conto solo in seguito che in realtà il metodo utilizzato dal mio mentore, che io adoravo e cercavo di imitare al massimo, era invece messo da parte dai ''grandi '' perchè considerato troppo fuori dalle righe, troppo fuori luogo. Eppure non potevano tagliarlo fuori, perchè Scar era l'unico che ''inspiegabilmente'' guariva i casi più estremi, quelli che loro etichettano come ''impossibili'' o ''persi''.

Avevano abbastanza paura di ciò che il suo pensiero potesse generare durante i congressi, quando gridava senza mezzi termini  il suo sdegno verso la moderna tendenza all'omologazione di tutti i casi, alle etichette sociali e all'indifferenza che i medici mostravano verso i loro pazienti. Avevano paura anche del fatto che il suo ''abbaiare'' fosse riuscito ad attirare l'attenzione dei ''pesci grossi'' perché ciò aveva portato alla divisione del consiglio a metà. 

Ogni volta che qualche medico si offriva di aiutarlo nei suoi casi, il mio mentore rifiutava, perciò si erano ormai abituati al suo carattere solitario. Nessuno si aspettava che il vecchio avesse un'allieva. Per questo, il 15 febbraio di quattro anni fa, quando mi presentò al consiglio come ''Erede del suo pensiero'', i membri ne rimasero sconvolti. 

'' Hai addestrato una studente a nostra insaputa? Cosa ti è saltato in mente Oscar? La tua carriera come medico potrebbe subire grossi danni! Questa ragazzina ha almeno una laurea in psicologia?'' Chiese il vicepresidente del consiglio in maniera furiosa.

'' La mia carriera come medico è ormai danneggiata  da tempo! La ragazzina è molto più in gamba di mille vostri brillanti allievi messi insieme, ma se vi interessa così tanto saperlo, sì ha una laurea in psicologia, sociologia e antropologia!''  rispose il vecchio con fierezza.

Questo dialogo avvenne mentre io mi trovavo lì a pochi passi. Vedevo sui loro volti la disapprovazione e mi sentivo a disagio. Mi sentivo soprattutto angosciata, perché quel giorno capii che il mio destino sarebbe stato lo stesso del mio vecchio mentore. Il mio sogno o le mie illusioni della psicologia come strumento di aiuto per l'umanità diventò in quel momento solo un'utopia, perché l'essere umano l'aveva ormai trasformata in uno dei tanti strumenti per la fabbricazione del denaro. 

Poco dopo quel congresso, Oscar scoprì di avere la SLA, perciò concentrò i suoi ultimi anni di vita nel mio addestramento e nella cura dei suoi preziosi pazienti. 

''Sai Evvey? '' mi disse poco prima di morire: ''  La vita non mi ha voluto regalare figli naturali, però mi ha regalato te, e se dovessi tornare indietro e scegliere tra avere figli ed avere te, sceglierei mille volte te. Non lasciare che l'oceano ti trascini nella bocca degli squali, continua ad essere esattamente ciò che sei. Migliora le tue capacità mediche, ma non cambiare mai atteggiamento verso i tuoi pazienti. Loro non sono oggetti, sono la tua responsabilità! Ricordati che non c'è gioia maggiore di quella data dal vedere il progresso dei tuoi pazienti, dopo settimane, mesi, anni di sacrifici.'' 

Dopo la sua morte gli psicologi e psichiatri dell'Istituto hanno cercato in tutti i modi di tagliarmi fuori. Erano sollevati perchè si erano finalmente liberati di Oscar, perciò non volevano assolutamente avere a che fare con la seguace di quell'uomo. Infine, ci riuscirono facendo leva sul mio passato, ma io non fui per niente scoraggiata, perchè il mio mentore mi aveva già preparata per questa eventualità. 

Nei seguenti anni, cercai in tutti i modi di trovare qualche Istituzione, Clinica oppure Ospedale in cerca di nuovi Psicologi, ma non fu facile. Meditare sempre sulle parole del mio mentore, mi ha dato modo di non cadere in preda allo scoraggiamento, di non perdere le speranze. Scar non è stato solo il mio mentore, lui è stato anche mio padre ed il mio migliore amico. Lui e sua moglie Nadia mi hanno accolto in casa loro quando ero adolescente, e mi hanno trattata come se fossi la loro figlia. Lui mi ha insegnato tutto ciò che so, mi ha dato l'opportunità di diventare qualcuno, per questo motivo, adesso che ho ricevuto una grande opportunità, la mia mente, la mia gioia e la mia gratitudine volano inevitabilmente verso di lui.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2019 ⏰

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