Il pavimento ghiacciato della mia camera riflette alla perfezione quello che sento dentro: freddo. Così gelido che le mie ossa sono paralizzate, insieme a tutti i miei sentimenti.
Un fastidioso brusio inizia a disturbare la mia quiete. Sono voci di persone che conosco o almeno, così sembra, ma non riesco a capire quello che dicono. Parlano tutte insieme e troppo in fretta. Non le sopporto!
''Vorrei che sparissero, mi stanno facendo venire il mal di testa!! '' dico tra me e me.
Come se avessero sentito, le voci si fermano e intorno a me rimane un silenzio di tomba, cosa che non mi dispiace affatto.
Chiudo gli occhi e cerco di rilassare i muscoli tesi a causa dell'agitazione che regna dentro la mia gabbia toracica e mentre ascolto la voce del silenzio, sento un vento fresco che mi avvolge, strano, mi sembrava che la finestra fosse chiusa.D'istinto apro gli occhi per controllare e noto che in realtà non mi trovo in camera mia, ma fuori, steso su un prato sul quale sono sicuro di essere già stato.
'' Aaren!! Vieni amore , andiamo a giocare! '' mi giro senza avere bisogno di capire chi ha appena parlato. Quella voce calda, inconfondibile...
''Mamma!!'' Un bambino passa attraverso di me e corre nelle sue braccia.
Quel bambino... l'ho già visto, ha i capelli bruni e gli occhi scuri, uguali a quelli della donna che La donna lo stringe a se con tanta premura,come se avesse paura di fargli del male, come se volesse proteggerlo da qualcosa.
Noto che ha un livido sul collo, e che sta cercando di nasconderlo affichè il bambino non lo veda. Nonostante i suoi tentativi, lui se ne accorge e le bacia la ferita senza chiederle cosa le fosse successo. Dentro di sé lo sa già e percepisco anche il dolore che prova, le mie emozioni che fino a poco tempo fa erano inesistenti, adesso sono in sintonia con le sue. Si rende conto della mia presenza e mi guarda deluso, impotente.
'' Non è colpa tua! '' sento il bisogno di rassicurarlo.
'' Io non sono capace... '' mi risponde a voce bassa distogliendo lo sguardo.
'' Capace di cosa? Sei solo un bambino.. Tu non..! '' grido.
'' Non sono abbastanza forte per proteggerla.. ! '' continua il suo monologo puntandomi nuovamente con lo sguardo. Questa volta lo guardo negli occhi e capisco tutto... La vista mi diventa subito appannata, così com'è anche la sua. Mi rendo conto di conoscere quel bambino e corro verso di lui per rassicurarlo, ma sembra irraggiungibile e lo vedo cadere in preda alla disperazione, rannicchiato per terra.Accelero il passo, ma ad un tratto inciampo sul prato e cado ritrovandomi in un un vortice oscuro mentre il bambino scompare.
Grido il suo nome rendendomi conto in quel momento la ragione per cui sono in sintonia coi suoi pensieri e coi suoi sentimenti. Il senso di famigliarità che provo verso di lui mi fa capire che quel bambino in realtà sono io.***********************************************************************************************
Mi sveglio in un bagno di sudore, con il respiro affannato. Mi guardo intorno e anche se suona retorico sono contento di trovarmi tra queste quattro pareti soffocanti e non in quella stanza o su quel prato che mi tormentano ormai da anni. Lo stesso sogno con lo stesso scenario, a volte più aggressivo e a volte meno. Alzo la testa e vedo l'altro appoggiato al muro con lo sguardo fisso su di me. Noto il fastidio dovuto al fatto che non vuole che contempli anche stanotte il sogno appena fatto, e ad essere sincero nemmeno io lo voglio, ma è inevitabile. E' stufo di ascoltare sempre la stessa versione dei ricordi e lo sono anche io.
Distolgo lo sguardo per non fargli capire il senso di vuoto che provo, voglio evitare le sue teorie sulla debolezza che ci portano sempre a litigare. Dopo tanti anni mi sono rassegnato alla sua testardaggine, anche se molte volte mi verrebbe da dirgliene due.
'' Sai che è inutile nasconderti vero? ''la sua voce spacca la parete del silenzio che avevo cercato di costruire tra di noi.
'' Ci provo comunque! '' gli rispondo irritato.
'' No non ci provare perché è inutile! Sai benissimo che per via dei tuoi stupidi sogni non riesco a dormire, e mi urta il fatto che hai sempre da ridire su di me! Se potessi liberarmi di te e delle tue stupide paranoie, sofferenze e sentimenti non proverei alcuna pietà, ma non posso perché tu sei me, ed io, infondo, sono te. ''
Chiudo gli occhi costretto a dargli ragione e girandomi di lato, chiudo gli occhi sperando di addormentarmi.
Sono certo che abbia finito di parlare perché sa che con la sua ultima battuta da oscar mi ha messo in testa un nuovo ricordo su cui riflettere: quello in cui ci siamo incontrati per la prima volta.
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I due volti dell'anima
Acak'' Noi siamo due poli opposti signorina, siamo divisi irrimediabilmente e lei non può unirci! Smetta di sprecare il suo tempo!'' '' Sì, siete due poli opposti, ma non siete divisi. Voi siete uno parte dell'altro! Così come le calamite combaciano pro...