ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟚.

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ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟚: "𝕃𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕒 𝕚𝕕𝕖𝕟𝕥𝕚𝕥à 𝕕𝕚 𝔸𝕝𝕖𝕤𝕤𝕒𝕟𝕕𝕣𝕠"

NARRATRICE POV'S.

Quella notte Johanna non riuscì a chiudere occhio. Avrebbe dato i suoi tempi e spazi a "Alessandro", ma si era comunque scervellata tutta la notte per cercare di capire quale potesse essere il suo vero nome, o chi fosse in realtà quello strano ragazzo.
Era stato palese fin dall'inizio che quello non fosse il suo vero nome, sembrerà strano ma Jo era convinta che stesse per dire "Albus" ma si diede subito della stupida. Quella sarebbe stata l'ennesima coincidenza, che a quel punto trovava impossibile essere soltanto un caso.

Suonò la sveglia, Johanna allungò un braccio per spegnerla, ma - grazie alla sua innata delicatezza - la buttò giù dal comodino.
Non era la prima volta; di solito cambiava sveglia circa una volta al mese.

— Porca Umbridge! — imprecò.

Si alzò e si vestì svogliatamente. Si mise semplicemente un paio di jeans a vita alta e una t-shirt bianca.
Dopo di ché scese in cucina e si preparò una tazza di latte insieme a due fette biscottate con la marmellata.
Quel pomeriggio avrebbe avuto l'esame scritto di italiano. La sua fantasia era sempre stata tanta - a parere di molti, troppa - ma quel giorno aveva il presentimento di aver esaurito la sua immaginazione. In realtà era solo che i suoi pensieri erano impegnati altrove, tutti rivolti a una persona, la stessa persona che l'aveva tenuta sveglia tutta la notte: Alessandro. Perciò l'idea di passare 4 ore a scrivere un tema non la allertava per niente.

Sentì il telefono squillare, e quando vide che il numero che chiamava non era presente nella sua rubrica, pensò che forse poteva esserci qualcosa di un po' più emozionante in quella monotona e noiosa mattina.

— Pronto? — rispose.

— Johanna, sei tu? — rispose una voce dolce.

— Ehm... Si, tu chi sei? — chiese confusa.

— Sono io, Alessandro! —

Rimase con la cornetta vicino all'orecchio, senza proferire parola, come paralizzata. Poteva non essere lui... C'erano molti Alessandro nel mondo, no?

— Jo? Ci sei? Sono io, il ragazzo di
ieri. —

Okay, era lui.

— Ciao Ale. Ma... Come hai fatto ha chiamarmi...? —

— Con il telefono... Perché? —

In quel momento risi, quel ragazzo sapeva farmi ridere e farmi star bene, mi piaceva. Ma era comunque troppo misterioso...

— Cosa ridi? — domandò, ma si sentiva che era divertito.

— Lo so che mi hai chiamato con il telefono scemo! Dicevo solo che tu non avevi il mio numero, io avevo il tuo. —

— Vedi... Io... — era in evidente... Imbarazzo? Nervosismo? — volevo parlarti, tu non chiamavi... E io ottengo sempre quello che voglio, sono un Po- —

ALESSANDRO (?) POV'S

Stavo per dire "Sono un Potter." Se lo dicevo ero morto, già lei sospetta abbastanza, se poi mi metto a dire che sono un Potter, beh... è la fine.

— Sei un.. Po? — mi domanda.

— Sono un po... Un po' competitivo, sai, ho fatto di tutto per avere il tuo numero, e alla fine eccomi qua. —

E me ne esco con una risata nervosa, non è assolutamente da me.

— Oh, grazie. — dice.

— Ti volevo chiedere se ci potevamo vedere...? — chiedo.

A Muggle WitchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora