La spina dorsale del roditore scricchiolava sotto i suoi denti storti.
"Guì!" gemette la creatura, prima che la sua esile esistenza venisse spezzata.
La figura, stringendo la pantegana ormai senza vita, si guardò intorno, immersa nel buio della fogna. C'erano altri tre ratti, infilati in una borsa di plastica.
"grrrrrrrrr..."
Un ringhio basso, proveniente dal canale adiacente. Un suono ovattato, lento, appena udibile nel silenzio della galleria.
Lui sapeva benissimo cosa quel suono stesse a significare. Fame. Fame ferale, intensa ed implacabile, quella che troppo bene anche lui conosceva.
Nonostante questo la figura - dalle caratteristiche umanoidi - non parve dare segni di tensione.
Invece di scappare, infilò con goffezza il topo, che teneva stretto tra le ossute mani, nel sacchetto, assieme alle altre prede. Soppesò il sacchetto, saldo tra le sue dita, con movimenti bruschi e rozzi. Lo rimise poi sulla spalla, apparentemente insoddisfatto del suo peso. Con due soli passi l'ombra arrivò al bordo della banchina, dalla quale si sporse.
Sembrò sondare per un attimo la superficie dell'acqua, come in cerca di qualcosa.
Lo specchio acquitrinoso e lercio, tuttavia, era perfettamente calmo ed uniforme, eccezione fatta per cumuli di spazzatura qua e là.
"GRRRRR..." stavolta più forte, più vicino, quasi impaziente.
In quel momento la sagoma sembrò aver trovato quello che cercava. Si era fermata a fissare delle bolle, emerse dal fondo del canale a pochi attimi di distanza dal ringhio.
Piegando le gambe, in un singolo, fluido movimento, la piccola creatura gettò il sacchetto in aria. A qualche metro d'altezza, sopra lo specchio d'acqua.
In un attimo un'ombra, molto più grande della precedente, emerse dal canale. Senza esitazione, le grosse fauci, spalancatesi di all'incirca 2 metri, agguantarono il fagotto, prima ancora che iniziasse a scendere. L'enorme quantità d'acqua, sollevata nell'emersione, si riversò sulle banchine, spazzando via i cumuli di spazzatura e sporco che lì si erano ammassati. Nemmeno la figura umanoide, la stessa che aveva iniziato la sequenza con il lancio del sacchetto, fu risparmiata. Lo spostamento d'acqua fu sufficiente a travolgerla, facendola sbattere sul muro ed infine cadere nel canale verdastro e denso.
La testa dell'umano riemerse dall'acqua - se è possibile definire quello un umano e quella dell'acqua - e, scrollando con energia il capo, lo liberò dai filamenti di plastica e muschio. Se ci fosse stata della luce, si sarebbero notati i suoi occhi calmi, impassibili di fronte all'accaduto. Non sembrava la prima volta che una situazione del genere si presentava.
Fu mentre si stava arrampicando per uscire.
Lo spostamento d'aria che seguì, improvviso, inaspettato, lo avvisò del cigno gigante di nove metri che stava planando nel condotto, cattivo come il Male.
L'alata valchiria emerse dalle ombre.
Le ali, sbattendo maestose, rallentavano la discesa, ma nonostante ciò l'immensa massa del volatile si stava avvicinando ad una velocità elevatissima.
"Quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaack!"
Il verso gutturale fece rimbombare le pareti della fogna. Mattoni e polvere si staccarono dalle pareti, finendo nell'acqua increspata dalle tremende zampe palmate della creatura, che sbattevano ritmicamente sulla superficie.
Non ci fu nemmeno il tempo di reagire. Una demoniaca zampa palmata sfiorò il giovane, troppo piccolo rispetto alla creatura per poter opporre resistenza. Ciò che per la BESTIA era poco più che una trotterellata causò uno spostamento d'acqua tale da trascinare sotto l'umanoide, che sprofondò tra le oliose acque nere. La calma sparì di colpo dai suoi occhi, rimpiazzata da tensione e paura. In questa melma, anche solo stare a galla era difficile.
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GATOR - The beast within
ParanormalL'opera segue Gator, un giovane con un'infanzia impossibile, che acquisisce in modo anomalo capacità straordinarie. Sarà capace, in questo mondo di natural-born hero, di affermare se stesso e ottenere il riconoscimento degli altri ? Storia dark, non...