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Non avevo mai pensato di scrivere un libro o di diventare qualcuno di importante.
Quelli erano i progetti che mia madre aveva per me, ma che io non volevo realizzare.
Mi piace leggere,ma non mi va, anche se vorrei tanto, di cimentarmi in un'avventura del genere.
Una cosa che ho sempre odiato di me è il senso di colpa che, quando faccio le cose sbagliate, mi opprime, fino a ridurmi in poltiglia.
Noah, il mio "ragazzo", non mi piace definirlo così, è sempre paziente, e mi sostiene nelle cose che non voglio fare, ma che sono obbligata a fare.
Mentre mi immergo nella lettura di "After" di Anna Todd, penso a una vita futura con Naoh.
Non sono molto soddisfatta di me stessa, perché ammetto che l'idea di passare un futuro con lui non mi entusiasma molto, ma è questo il mio destino. Quello che i miei genitori hanno voluto per me, e quello che io ho lasciato che arrivasse.

Appena finisco il 27 capitolo, mi alzo e vado a farmi una doccia. Quando l'acqua mi scioglie i muscoli delle braccia e delle gambe, mi sento più rilassata e pronta ad affrontare il primo giorno di quinto liceo.
Vado a letto verso mezzanotte, sono sempre stata una tipa notturna, ma, non riuscendo a dormire, mi rimetto a leggere altri 10 capitoli, che sembrano non finire più.
Dopo mezz'ora cado nel sonno più profondo, e non penso più a niente. Tutte le preoccupazioni svaniscono, insieme ai rimpianti e ai pensieri che mi invadevano la testa fino a 5 minuti fa.

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