La partenza

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Erano le 5.40 dovevo alzarmi, fare una doccia, mangiare qualcosa in fretta e poi recarmi in aeroporto con i miei genitori per cominciare una nuova avventura, una nuova vita.

Misi il piede per terra e già mi sentii meglio, quel giorno tanto atteso era finalmente giunto, potevo fuggire da questo paese in cui niente facevi che niente sapevano, questo paese in cui niente era lecito. Sarei andata in Trentino Alto Adige per frequentare l'università, la facoltà che avevo scelto era psicologia, amavo lo studio della psiche, dell'anima insomma. Feci una doccia veloce ma intensa cantando una canzone che papà mi aveva fin da piccola insegnato, guidandomi con la sua chitarra, "Il mio canto libero". Finii di fare la doccia e indossai i vestiti che avevo preparato la sera precedente: dei pantaloni blu fino alla caviglia, una maglia a righe orizzontali bianche e blu e le mie scarpe basse e comode di colore blu scuro anch'esse. Intorno al braccio misi il mio braccialetto preferito, bianco e molto semplice, bisognava girarlo tre volte intorno al mio gracile polso. Poi misi un pò di schiuma nei miei mossi capelli e scesi dopo aver preso con me la borsa piena di oggetti di qualsiasi genere e l'enorme valigia; non sapevo come avevo fatto a chiudere tutta la mia vita in quella valigia: tutti i miei libri, i miei vestiti...

Scesi dalla mia camera giù in cucina e lì mi sedetti, cominciai prendendo del latte freddo macchiato e qualcohe biscotto, mia madre era in soggiorno e stava preparando le ultime cose, mi raggiunse in cucina.

Mamma: -S"ofia, sei pronta?"

S.-"Pronta mamma!"

Mi alzai e presi la felpa, poi presi la valigia, la borsa e mi diressi verso la porta, stavo andandomene dalla mia casa, la mia unica casa fino a quel momento, adesso ne avrò una nuova, in un palazzo, sarà stupendo! Salgo sulla macchina e rivolgo un ultimo sguardo alla mia casetta dai muri verde chiaro, come i miei occhi diceva sempre la tenera vecchietta che viveva di fronte casa mia. La macchina era ormai partita, avremmo impiegato trenta minuti a giungere all'aeroporto. Di fatti fu così, appena arrivati salutai con un abbraccio e un bacio sulla guancia la mamma , sul cui viso vidi cadere una lacrima fredda e poi mio padre con un abbraccio e fu lui a darmi un bacio sulla fronte e in seguito Cristian, mio fratello maggiore, con un abbraccio caldo e affettuoso.

C.-"Fai la brava, sorellina!"

S.-"Si. Anche tu, Cris!"

Mi allontanai e cominciai a camminare felice, ma contemporaneamente un pò dispiaciuta per il dover lasciare tutti loro, la mamma premurosa e anche un pò severa, papà tenero e affettuoso e soprattutto Cris, il caro Cris, lui era strano: in certi momenti era dolce più dello zucchero e in altri invece era davvero distante e freddo, ma questi ultimi erano molto più rari.

Dopo aver fatto tutto il necessario, salii sull'areo, il mio era uno de primi posti, mi sedetti e misi le cuffie nelle orecchie, avevointenzione di riascoltare sempre la stessa canzone, facendola ricominciare e poi ricominciare, presi il miol libro e cominciai a leggere con gli occhi, compleamente presa dalle vicende che si alternavano nella vita del piccolo ragazzo Pip.

Spazio autrice

È il primo scritto che faccio leggere ad altri. Spero che vi piaccia abbastanza da voler continuare a leggere. :-)  Grazie mille!

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