Amico, voglio raccontarti una cosa che mi è successa oggi. Qualche giorno fa ho capito che una mia amica ha bisogno di aiuto. Le ore di lavoro, gli studi e bollette arretrate la stavano schiacciando. Lei non sa costruirsi deliri mentali in cui scappare quando l'ansia di vivere l'attanaglia, non ancora. La sua mente è ancora troppo reale. Non ha capito che la felicità sta nell'ordine e nel ritmo naturale delle cose. Non sa che stando attenti psicologicamente ed emotivamente ad ogni vibrazione ad ogni spostamento della marea si entra nel nostro flow. Una dimensione presente in cui ogni cosa ha il giusto peso e ad ogni passo le orecchie si drizzano perché può sempre esserci qualcosa di insolito ed ignoto dietro l'angolo. La fatica le fa pedere la meraviglia della vita di tanto in tanto. Le ho fatto dunque un regalo materiale: un massaggio. Spesso le persone che non captano l'amore profondo dietro le cose più banali capiscono "ehi, ti voglio bene!" attraverso un regalo. Le ha fatto bene e le ha veramente sciolto i muscoli. Oltre a questo sono anche riuscita a venderle - attraverso Facebook - un vecchio Iphone facendole incassare una somma seppur banale, a suo modo piacevole. Con una parte del ricavato mi ha regalato una collanina bellissima. Oggi stavamo passeggiando assieme e proprio mentre io scarto in regalo, strafatta, sorridente e chiassosa come sono; non mi rendo conto che da poco più in là, qualcuno sta osservando la scena. Io e la mia amica ridiamo, ci abbracciamo, la ringrazio calorosamente del regalo e quindi sono certa che - vista da fuori - la scena comunicasse amoreanche in senso visivo. Ci spostiamo poco più in là a godere del tramonto e la persona che poco prima scrutava la scena si avvicina. È un ragazzo di colore sul 25-30 anni. In un primo momento (siccome mi fumavo la mia canna bella bella al sole) pensavo si volesse incrostare. Poi, invece, dopo esserci presentato in inglese con un gran sorriso mi chiede con un'aria spensierata e felice se volessi essere sua amica.
Kennedy - così si chiama il ragazzo - mi spiega che viene dal Ghana e che da cinque mesi sta seguendo un corso di scuola in inglese - ma anche se non sa esprimerlo sul momento - non capisce perché non riesca a farsi degli amici. Interferenza culturale. Capiso subito che Kennedy non è mal intenzionato, è solo perso, non sa relazionarsi alle persone intorno a lui nel modo giusto. Poco dopo mi chiede subito il mio contatto. Qui, la mia amica si innervosisce e si allontana in silenzio infastidita. Io mi prendo tempo, siccome Kennedy si dimostra una persona educata e – anche dopo averlo invitato a sedersi accanto a me – resta in piedi come dice lui per educazione; capisco anche che non è una minaccia, ma che è veramente in cerca di amore. Amicizia, come la chiama lui. Mi accorgo anche che ha pianto. Mi prendo cinque minuti del mio tempo per spiegargli che non è lui a essere sbagliato, ma che era l'approccio con cui aveva iniziato che lo era. Ovvero chiedere immediatamente il numero. Gli spiego che forse in Africa, lo si fa, ma che qui le persone preferisco conoscersi prima un po'personalmente, frequentando stessi luoghi e attività prima di aver un contatto interpersonale e gli suggerisco quindi di frequentare la biblioteca per trovare degli studenti come lui. Gli dico in più che anche io sono nata da un'altra parte e che all'inizio ho faticato a fare amicizia e capire come funzionavano le abitudini degli altri. Mi parla della sua cultura e mi dice che è nato in una tribù. Lo faccio così riflettere sul fatto che anche andando di tribù in tribù le abitudini cambiano e che di certo farà attenzione a non compiere atti che allontanino il favore/benevolenza degl'altri intorno a lui. Insomma gli suggerisco di aprire gli occhi e di usare quel buon sorrisone per entrare in contatto con le persone giuste, ma sempre con calma. Facendo solo un po'più attenzione a come cominciare la conversazione. Mi sorride, Lorenzo. Gli dico che devo andare – perché vedo che la mia amica è ormai snervata – e gli dico che sicuramente ci saremo rincrociati. Vedo che mi crede e mi sorride sollevato. Se ne va. E ce ne andiamo al supermercato. La mia mica si scusa più volte per esserne andata irritata dalla conversazione. E io le faccio capire che non bisogna aver paura di amare. Usciamo dal supermerato e Kennedy è seduto poco più in là. Lo saluto con la mano e gli strizzo l'occhio. Mi sorride gioioso! Quella persona cercava solo sollievo. So che è difficle staccarsi dai preconcetti di fronte a una situazione banale come quella di oggi. Ma farlo ci rende liberi. Questo te lo racconto perché l'amore va fatto girare. A volte si materializza in un regalo e a volte in una conversazione con un estraneo, ma in entrambe i casi ci ho guadagnato dei bei ricordi. Poteva essere una giornata qualunque. È stata una bella giornata. Amico dimostrati comprensivo con gli altri se anche tu vuoi essere compreso. Capisci i tuoi punti forti e imponiti al mondo. Capire gli altri e farli sentire capiti, Lorenzo è l'Amore vero dove siamo tutti uguali e ci scambiamo emozioni per renderci conto che siamo vivi e che abbiamo una ragione di essere. Dimostrati comprensivo e gli altri ti comprenderanno. Impara ad usare le parole giuste, capisci te stesso e scrivi la tua immagine nel mondo. Trova la Bilancia che è in te. Diventa quello che sei.
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