Cap 5 ~ La landa dei dispersi

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Stettero nella caverna per un po' di ore anche se risultava difficile contare il passare del tempo siccome il cielo non cambiava mai colore, era sempre scuro come in un giorno di pioggia. Il timore delle creature che avrebbero potuto incontrare una volta ripartiti si celava nelle loro menti ma nessuno voleva mollare. Nel tempo trascorso nella caverna Siro rivelò che colei che gli aveva impartito le lezioni per usare la balestra era morta bruciata viva per mano dell'oscurità e da quel momento lui si fece carico di distruggere quel mostro che rovinava la vita delle creature di quel luogo. Gian e Kle raccontarono al giovane la loro esperienza con il barone e delle strane lettere misteriose ma non appena Siro le vide disse di voler andare fuori dalla caverna per un momento, i due attesero per quello che, a loro, sembrò molto tempo quando poi sentirono il rumore dei passi di una persona che corre.
Siro entrò nella caverna con il fiatone, non lasciò il tempo a Gian per chiedergli dove fosse stato, si limitò semplicemente a porgere delle pagine giallastre e mal ridotte. Disse di averle trovate giorni fa ma avendo creduto fossero i resti di un libro abbandonato le aveva nascoste vicino ad un albero poco prima del ponte che fortunatamente ora era libero dai mostri.  
Kle prese il traduttore dalla sua bisaccia, Siro alla vista di quello strano strumento rimase sia affascinato che perplesso. Sul display della macchina comparve la traduzione:

"Трите изчезнали момчетата намерили бележка, която заяви, че "Черната дупка ви очаква, тъмнината е върховен неин приятел, в място на смърт и тишина ще падне и след това стигна до живеят най-лошия си кошмар." О, бедни момчета липсват.

I tre ragazzi dispersi trovarono una nota che diceva “Un buco nero vi attende, l'oscurità suprema è sua amica, in un luogo di morte e silenzio cadrete per poi arrivare a vivere il vostro incubo peggiore.” Oh poveri ragazzi dispersi."

La traduzione li rese perplessi, come poteva esserci un buco nero su quel mondo? Voleva forse dire che stavano per finire nello spazio? Che fosse quella la via per tornare a casa? Guardarono la mappa ma questa segnava solo un grande spazio nero, come se una boccetta di inchiostro le fosse caduta sopra e in sopra di esso fossero stati disegnati dei simboli con un gessetto bianco, il primo raffigurava una lapide, il secondo una grande croce, il terzo un asterisco e poi vi era una linea sottile che andava avanti da quell'asterisco e poco dopo si sbiadiva per poi tornare pian piano sempre più calcata fino all'angolo della mappa carico di gesso bianco.
Decisero che l'unico modo per capire cosa fosse il buco nero era quello di proseguire e si misero in cammino, qualche passo dopo incontrarono un ulteriore cancello, gli porsero la pagina e lo aprirono, non appena lo superarono videro comparire un astronauta che li salutava con la mano destra e poi si sentirono cadere e tutto divenne pian piano sempre più buio.

Si risvegliarono circondati da sabbia, il suolo era come un'enorme spiaggia solo che non c'era mare nelle prossimità. Non appena si ripresero da quella sorta di caduta video un cancello davanti a loro, era già aperto e ricordava le entrate dei cimiteri. Oltrepassarono il cancello e proseguirono andando avanti fermandosi quando a terra trovavano delle pagine, questa volta però non riguardavano loro ma altre persone. Erano le pagine finali dei loro libri e il loro percorso terminava proprio in quella landa desolata dove regnava il silenzio. Allegate alle pagine finali vi erano piccole frasi di quelle iniziali e più si avanzava più la cosa diventava angosciante, alcune erano pagine di padri di famiglie, altre di innamorati, altre ancora di bambini. Tutti erano stati intrappolati in quel mondo e non vi erano mai usciti. Quelle peggiori erano quelle narrate in prima persona, "Oggi ho giocato con Jonathan, ha da poco imparato a parlare ed è stato bello stare con lui prima del lavoro" oppure "A scuola ho segnato cinque goal nella partita di calcio contro i bambini più grandi e appena l'ho raccontato alla mamma è diventata subito felice" queste sono solo un esempio della marea di pagine che si trovavano sepolte sotto alla sabbia.
Ad un certo punto, Gian e Kle notarono che Siro era rimasto poco dietro di loro, si voltarono verso di lui e lo videro immobile con la testa bassa e le mani a forma di pugni, in una di queste c'era una delle tante pagine. Gian gli si avvicinò per chiedergli cosa andasse storto ma Siro non rispose, gli porse la pagina con mano tremante, a quel punto Gian lesse "Oggi sono tornato prima dal lavoro per il compleanno di Siro, gli ho preso uno dei modellini di aerei che gli piacciono tanto, non vedo l'ora di vedere la sua faccia!" era la pagina iniziale del diario del padre di Siro o forse era meglio chiamare quel tipo di pagine "lettere del subconscio". Da quel momento in avanti il viaggio fu silenzioso, nessuno sapeva cosa dire e la voglia di parlare era sparita. Dopo molti passi la sabbia finì e si ritrovarono su una strada fatta di ghiaia, incontrarono un nuovo cancello e questa volta Siro porse la pagina del padre per farlo aprire. Appena si aprì li investì una nube di fumo violaceo, si incamminarono dentro di essa, ormai per la mappa il segno con la lapide era stato superato, gli toccava solo scoprire cosa indicasse la croce, forse sarebbe stata la loro fine o forse quella di qualcun altro..

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