Cap 7 ~ la stanza dei letti

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Appena riaprirono gli occhi sul pavimento era rimasto solo un grande cumulo di cenere, i ragazzi decisero quindi di avviarsi verso l'uscita e proseguire il loro cammino. Camminarono per un buon lasso di tempo fino ad arrivare a una porta simile a una botola, la aprirono e vi entrarono. La zona in cui finirono era come una grandissima stanza arredata solamente con letti, la luce era accesa e non vi era nessuno oltre loro. Si misero a esaminarla ma non vi era nulla di strano, nessun oggetto, era una comune stanza piena di letti. Pian piano la luce calò e non appena si spense del tutto lasciando la stanza illuminata solo dalla luce esterna si iniziarono a sentire strani rumori. I letti iniziarono a avanzare, come se qualcosa li stesse spingendo, provocando un rumore assordante di ferro che vien strusciato contro una superficie solida.
Le coperte e i cuscini iniziarono a volare e cadere, c'era sicuramente qualcos'altro oltre a loro in quella stanza. Non appena si trovarono con le spalle al muro, da sotto i letti uscirono altre ombre come quella precedente, queste però erano più piccole e di forme diverse, probabilmente erano i prodotti generati dall'oscurità dell'Incubo. Gian impugnò la spada, Kle iniziò a esclamare incantesimi per far da scudo alla squadra e per imprigionare le ombre, Siro caricò la balestra e la puntò contro di loro. Partì così una nuova battaglia, le ombre si moltiplicavano sempre più velocemente, gli attacchi fisici non avevano effetto ma il trucco stava nell'intrappolarle nei letti e successivamente colpire quelli, in questo modo i ragazzi riuscirono a farne sparire una trentina ma fu un lavoro vano perché non appena ne battevano una altre avanzavano da sotto i letti. Nessuno sapeva da quanto tempo l'Incubo aveva dominato quel mondo e quindi la quantità di oscurità, o meglio prodotti di scarto di quest'ultima, prodotta era incalcolabile. Optarono quindi per abbattare quelle che gli varcavano la strada verso la fine della stanza e non appena vi arrivarono si divisero in due per attaccare e uno per cercare un'uscita. Nel cercare trovarono un pezzo di carta, per esperienza convenirono fosse meglio raccoglierlo, così di tutta fretta Gian lo gettò nella bisaccia. Le ombre avanzavano e si facevano sempre più forti, sembrava la fine, avevano sconfitto il signore dell'oscurità e ora rischiavano di perire per mano dei suoi sottoposti. Arretrando Kle andò a sbattere contro a una parete legnosa, tastandola meglio capì di aver trovato l'uscità, urlò ai ragazzi di raggiungerla, ormai ce l'avevano fatta.
Successe tutto in fretta. Kle aprì la porta e la luce proveniente da fuori fece indietreggiare di qualche passo le ombre, Gian era nei pressi della porta e dimenava la spada per poter raggiungerla e poi si sentì un urlo. Un'ombra aveva afferrato la caviglia di Siro e le altre la stavano raggiungendo. Ce n'erano troppe, Gian era ancora sotto attacco, fece il possibile per avvicinarsi al ragazzino ma questo era ormai coperto dalla vita in giù di una sostanza melmosa nera. "Scappa, Gian non ti stanno guardando, scappa" gli urlò e così lui fece. Arretrò sempre più velocemente senza mai distogliere lo sguardo da Siro che veniva divorato dalle ombre, lo vide dimenarsi finché non lo ricoprirono totalmente, sentì i suoi ultimi tentativi di dimenarsi divenire rantoli, arrivò fuori dalla porta e questa si chiuse. Silenzio. Kle era immobile dietro di Gian, lui fissava la porta, la sua espressione era rimasta ferma al momento in cui Siro gli aveva urlato di scappare. Quel ragazzino si era sacrificato per loro e Gian non poteva fare a meno che pensare ai suoi ultimi momenti. Kle lo prese per mano e lo trascinò avanti per continuare il loro cammino, Gian camminava facendo spostando i piedi lentamente e pesantemente, il suo sguardo era vuoto, le braccia a penzoloni. Si era fatto pallido e ogni tanto emanava qualche sospiro, la presa della sua mano era minima e a volte, durante il cammino, le braccia gli tremavano. Arrivarono a un rifugio e decisero di fermarsi un momento, vi entrarono e mentre Gian fissava il vuoto Kle gli tolse la bisaccia e prese il foglio di carta che avevano raccolto l'attimo prima. La lesse ad alta voce sperando che Gian si riprendesse un poco.

"I ragazzi dispersi combatterono contro gli incubi e liberarono quella terra dal male per sempre. Ormai mancava poco al risveglio per tornare nella loro vita di tutti i giorni, una grave perdita però li scosse e il loro cammino fu segnato dal silenzio. Oh poveri ragazzi dispersi"

La lettera non fu per nulla d'aiuto, Gian decise di stendersi e chiudere gli occhi, non sapeva se fosse possibile assopirsi in un sogno ma ci provò comunque, Kle si stese accanto a lui e rimase a guardarlo con aria triste, giocando con i suoi capelli e accarezzandogli la guancia. 
Qualche minuto dopo Gian iniziò a tremare e emanare gemiti, portò la mano a coprirsi il volto e si girò verso di Kle, passarono ore abbracciati a piangere, erano stanchi di quel mondo e delle oscenità e stranezze che gli capitavano, volevano solo tornare a casa.



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