Damian era disteso sul suo letto pensando a come fosse possibile che potesse provare sentimenti.
Era stato addestrato per essere spietato e senza un briciolo di umanità, ed ora eccolo lì, e pensare alla persona che aveva scatenato una tempesta all'interno della sua mente annebbiando tutto ciò che credeva di essere e quello che poteva fare. Era diventato debole per quella persona, per lui provava delle emozioni complicate e confuse... non sapeva il perché, il come, e quando... semplicemente il suo cuore palpitava ogni volta che lo sfiorava, che sentiva il suo respiro sulla sua pelle, e Damian aveva per questo dei fortissimi brividi... forse erano di paura, o di qualcos'altro... Damian era spaventato da questi, perché erano dovuti non alla paura ma a qualcosa più oscuro a lui... qualcosa che non aveva ancora identificato... si era fatto raccontare che l'amore era meraviglioso, ma a lui faceva decisamente paura, paura che fosse vero, che non sarebbe riuscito a guarire neanche dopo tanto tempo. Era da un anno che provava a togliersi quei sentimenti di dosso, ma ogni volta che lottava contro di essi, loro diventavano più forti. *Knok-knok* Qualcuno bussò alla porta, Damian non aveva né le forze né la voglia di alzarsi per aprire così urlò dal letto "Chi é?" "Sono io, Alfred, signore" "entra pure" Alfred entrò lentamente e pronunciò con altrettanta calma queste parole "una lettera dal signor Kent per lei" Damian si mise a sedere "e che cosa vuole Superman?" "Signore, la lettera é dal figlio, Jon" il cuore di Damian saltò un battito "a-ah, e c-cosa vuole? Hai letto la lettera?" "No signore l'ho solo portata qui" "perfetto, puoi leggerla?" "Se é cio che desidera" Alfred aprì la lettera, che in realtà era un bigliettino piegato in due, e lesse "Ciao Damian! Sono io, Jon! Senti pensavo, dato che é il nostro giorno libero, che potremmo uscire e fare una passeggiata tra i tetti. Se ti va ti aspetto alle 17:30 sopra la Wayne Tower, a dopo, sono sicuro che verrai! Tuo Jon". Damian restò spiazzato dalla fine del biglietto, tanto che sembrava andato in corto circuito, "signore?" Disse Alfred risvegliandolo dai suoi pensieri "Mh?" "Avete intenzione di andarci?" "Non lo so Alfred..." "signore, se fossi in voi io ci andrei" "perchè Alfred?" "Perchè, vorrei sapere cosa ha da dirmi qualcosa di così tanto importante" "perchè pensi che sia importante?" "Vi vedete quasi tutti i giorni, se vi vuole vedere fuori dalla pattuglia... e poi comunque se la persona che mi piace mi invitasse ad uscire, io non ci andrei, ma correrei da lei" Damian arrossí e sorrise un poco "non so se mi piace... ma forse potrebbe essere..." "allora ci vada per rispondere a se stesso". Alfred si voltò e uscì dalla camera, lasciando Damian da solo, a rimuginare sul da farsi. Ad un certo punto guardò con lo sguardo perso l'orologio che segnava le 16:54, si alzò e si diresse verso il suo armadio e indosso dei jeans neri e una maglietta verde scuro, con delle scarpe bianche e la felpa nera; si pettinò e si mise anche il gel, per poi prendere uno zainetto e metterci dentro la sua tuta da Robin, non si sa mai. Damian corse giù dalle scale urlando "torno dopo!" Sbattendo poi la porta dietro di sé. Arrivò in cima alla torre in tempo, anzi con cinque minuti di anticipo, e si sorprese nel vedere Jon seduto sul bordo a far penzolare le gambe. "Jon? Stai bene?" Il ragazzo più grande si sedette vicino a quello più alto e con sua grande sorpresa il ragazzo dagli occhi azzurri si lanciò nelle sue braccia singhiozzando e bagnando la felpa dell'altro "Jon?" "Mmh?" "Perchè stai piangendo?" "*Snif* perché n-nessuno mi vuole bene..." "io te ne voglio Jon! E non dubitare mai di questo!" "*snif*D-davvero?" "TT. Certo" Jon alzó lo sguardo e fissò Damian con gli occhi rossi dalle lacrime. "Jon, stai tremando come una foglia" disse Damian con gli occhi socchiusi, godendosi il tepore che emanava il corpo del ragazzo "e il tuo cuore sta battendo come un mitra nel tuo petto Dami" Damian arrossí come un pomodoro a quella affermazione e si girò a guardare da un altra parte. Una mano riaccompagnò il viso di Dami a guardare verso Jon ma il ragazzo chiuse gli occhi e serrò la bocca "Dami guardami" "..." "Dami per favore... fallo per me" "n-non posso J-Jon" "perchè?" "Perchè ho paura di perdermi nei tuoi occhi e non riuscire a tornarne fuori" "io mi sono già smarrito nei tuoi di occhi Dami" Dami aprì gli occhi di scatto e con sua sorpresa trovò delle lacrime che solcavano le proprie guancie e anche quelle di Jon. Una scintilla passo negli occhi di Damian e quelli di Jon e pensarono entrambi in quel momento: ora ci apparteniamo. Damian sentì una fitta nella schiena ma non ci diede peso. Jon si avvicinò lentamente al viso di Damian, il ragazzo non poteva far niente in quel momento, solo stare fermo, e poi avvenne: contatto. Le labbra di Jon si posarno lentamente su quelle di Damian in un bacio dolce e quasi sofferente. Damian stava per esplodere non ce la faceva più, stava piangendo di felicità ma sapeva che ciò che stavano facendo non era corretto, per Damian era come ricevere un pugno nello stomaco, infatti si alzò e corse via lasciando Jon seduto intento ad urlare "aspetta Dami! Non volevo scusa!" Jon corse dietro al ragazzo ma esso si era già lanciato col suo rampino fino ad altri palazzi. Jon decise di lasciarlo andare e di raggiungerlo in camera sua più tardi.
*Skip time*
Dami si lanciò sul suo letto, con ancora le lacrime agli occhi, e urlò "AHHHHHH! Perchè!? PERCHÉ?!" Si rannicchiò sul suo letto e si mise un cuscino sulla faccia per soffocare i singhiozzi. "D-Dami?" Disse il ragazzino di poco prima sulla soglia della porta "vattene Kent! Non voglio vedere nessuno adesso!" Disse Damian arrabbiato. Jon si avvicinò al letto e si sedette sul materasso poco dopo, "mi dispiace Dami. Credevo che ricambiassi, ma a quanto pare non é così..." "TT. certo che ricambio idiota" "e-e allora perché sei scappato via?" "Perchè faceva male Jon... faceva malissimo, come se ti stessero danto un pugno nello stomaco" "quindi... non ti é piaciuto?" "Sì, ma ho sofferto davvero tanto in quel momento".
Dopo qualche minuto passato in silenzio Jon si alzó e si incamminò verso la porta per poi dire "ho capito" Dami si preoccupò "cosa?" "Non posso forzarti nè voglio farlo, semplicemente ho creduto che tu potessi amarmi di rimando, e questo é stato stupido" "torna qui" Jon non capì cosa intendesse "ho detto, torna qui" Jon si avvicinò un po' perplesso verso il letto e si sedette ancora. Dami si tolse il cuscino dalla faccia mostrando un viso rigato di lacrime e con gli occhi arrossati e gonfi, la bocca tremava e il denti battevano gli uni contro gli altri, il capelli erano spettinati e arruffati; la maglietta era leggermente scesa lasciando scoperta la spalla. "D-Dami?" Fu bloccato dal dito dell'altro sulle labbra "shh. Vieni qui" disse picchiando leggermente sul suo petto "perchè?" "Perchè ho bisogno del tuo calore in questo momento, e non voglio rinunciarci" Jon lo fissò per qualche secondo per poi adagiarsi lentamente sul petto di Dami; lo sorprese come fosse freddo e come il suo cuore battesse forte. "Damian, il tuo cuore... sta battendo fortissimo" alzó lo sguardo e vide lo il ragazzo con gli occhi chiusi e la faccia imperlata di sudore. Jon si alzò di scatto e vide pian piano il viso di Damian che si rilassava "Damian... cosa ti succede?" "N-non lo so..." disse prima di svenire sul cuscino. Jon andò in panico, e cominciò ad urlare "aiuto! Venite! Dami é svenuto!" Alfred arrivò di corsa "Cosa succede ragazzo?" "L'ho abbracciato, e poi ho visto che stava male, sudava freddo e poi é svenuto appena mi sono allontanato" "fammi dare un occhiata" entrò nella stanza e guardò Damian. "Bisogna lasciarlo riposare, io avvertirò Bruce e voi gli darete un occhio. Resterete per la notte, solo per controllarlo" "Alfred aspetta" "sì, signorino Kent?" "Io... Noi... c-ci siamo b-baciati" Alfred sorrise e poi diare una pacca sulla spalla di Jon "complimenti signorino Kent, formerete una magnifica coppia, il signorino Damian non aspettava altro" "d-davvero?" "Sì" Disse per poi allontanarsi. "E-ero tutto quello che voleva?" Sussurrò Jon in preda all'agitazione, girandosi poi verso la porta della camera di Damian. Non voleva fargli del male e se si sarebbe avvicinato gli avrebbe fatto male, anzi malissimo. *Un calcio nello stomaco...* pensò Jon, ma Alfred gli aveva detto di tenerlo d'occhio e non lo avrebbe deluso. Prese un bel respiro ed entrò, ma poi si calmo e si rilassò vedendo Damian che dormiva beato "per fortuna!" Sussurrò per non svegliarlo. Si avvicinò ma quando vide la fronte di Damian corrugarsi si fermò e si diede la colpa. "No, non gli devo fare del male, anche se cerco di fare del bene ora non è quello di cui ha bisogno, ma é quello di cui io ho bisogno. Non devo essere egoista" si allontanò vedendo poi il viso di Damian rilassarsi, sorrise tristemente, e una lacrima gli solcò il volto per poi arrivare altre, e altre ancora, finché non si lanciò cadere per terra in ginocchio, mettendosi le mani nei capelli tirandoli. "J-Jon?" Una voce flebile si sentì tra i vari singhiozzi di Jon che subito tirò su la testa, voleva correre da lui e abbracciarlo ma gli avrebbe fatto solo del male e a questo pensiero tornò a piangere "perché piangi? Non devi, io sto bene" disse con un piccolo sorriso appena accennato. Jon guardò il viso tranquillo di Damian "no, non stai bene" disse creando uno sguardo interrogativo sul viso del ragazzo più grande. "E non sto bene nemmeno io" "c-cosa abbiamo?" Le labbra di Jon cominciarono a tremare e gli occhi cominciarono a luccicare per le lacrime "n-non lo so..." disse per poi scoppiare a piangere. Damian cercò di alzarsi e avvicinarsi a Jon ma lui gli urlò "NO! Non ti avvicinare! P-Potrei farti del male!" Disse indietreggiando per poi andare a sbattere contro il muro. Le lacrime cominciarono a scendere da gli occhi di entrambi "J-Jon..." Jon cominciò a scuotere la testa e se la mise tra le mani "non farlo più difficile di quanto già sia" sussurrò per poi alzare la testa mostrando i suoi occhi stanchi di piangere "per favore" disse con i denti stretti. Damian si avvicinò e subito cominciò a sentirsi stanco "Jon..." disse flebolmente, vedendo quello Jon si alzò e trasportò Damian al suo letto, e prima che si addormentare Damian disse delle parole che colpirono il cuore di Jon "m-mi hai toccato... questo mi fa sentire decisamente meglio psicologicamente" disse sorridendo per poi addormentarsi sul letto stringendo la mano di Jon. Superboy si allontanò e a suo malincuore mollò la mano del suo amore, rimanendo lontano a piangere guardando il ragazzo che amava ma che non poteva toccare.
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You are beautiful~Damijon/Jondami+ One Shots
Fanfiction"Non so se mi piace... ma forse potrebbe essere..." "allora ci vada per rispondere a se stesso". Un amore a distanza a causa di una segreta malattia che si mostra agli occhi degli innamorati troppo tardi. Leggete se volete sapere di più.