New school

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Capitolo 2

Appena arrivammo in Corea, chiamammo un taxi che ci portò davanti al palazzo dell'alloggio che avevamo deciso di affittare.

Appena arrivammo in casa, ci levammo le scarpe ed andammo a posare le valigie nelle nostre camere. Mi sdraiai sul letto e poi mandai subito un messaggio a Felix. "Sono arrivata."

In Australia era tardi e probabilmente stava dormendo. Infatti vide il messaggio dopo un po' di tempo.

Chan: KyungMin- mi chiamò dal salotto.

Lo raggiunsi.

Chan: questo deve essere tuo. Arriva dalla tua nuova scuola.- disse porgendomi un pacco.

Lo presi e lo aprii. Dentro c'era un'uniforme e c'era una lettera di benvenuto con su scritto i punti più importanti del regolamento d'istituto.

Le regole erano più o meno queste: niente trucco, niente capelli tinti, no vestiti diversi dall'uniforme ecc ecc..

Spalancai gli occhi. "Voglio tornare in Australia" pensai subito.

Chan: perché spalanchi gli occhi? Da te non c'erano queste regole?

Non ebbi nemmeno la forza di rispondergli. Scossi la testa ancora scioccata.


Chan: KyungMin.- lo sentii gridare dalla cucina. – svegliati!

Io: si- dissi con la voce ancora impastata dal sonno.

Aprii gli occhi e fissai il soffitto. "Chi me l'ha fatto fare" pensai. Appena mi resi conto di dove fossi e di cosa avrei dovuto affrontare quel giorno, stavo per cadere in una crisi di pianto. Era la prima volta che avrei iniziato un anno scolastico senza Felix. In quel momento stavo odiando me stessa per quella scelta pazzoide che avevo fatto.

Sbuffai per poi alzarmi dal letto e raggiungere Chan in cucina.

Chan: giornata no?

Annuii. Mi scese una lacrima. Cercai di asciugarmela prima che mi vedesse mio fratello.

Chan: che hai?- disse accarezzandomi la schiena.

Io: nulla.- dissi con voce strozzata.

Chan: andrà tutto bene. non ti preoccupare.- mi sorrise e mi abbracciò.- adesso è normale che ti senta così. Non conosci nessuno e non sai come andrà. Ma, non ti preoccupare. Andrà meglio di quanto pensi.

Io: lo spero- sforzai un sorriso.

Chan si allontanò e andò ai fornelli. Mise nel piatto la colazione e la servì sul tavolo.

Chan: buon appetito.

Io: grazie, anche a te.

Chan mi sistemò una ciocca ribelle e poi incominciò a mangiare.


Mi guardai allo specchio e mi sistemai la gonna dell'uniforme.

Chan: sei pronta?- disse aprendo la porta della mia stanza.

Io: si, arrivo. – presi lo zaino ed uscii dalla camera.

Andai all'entrata per mettermi le scarpe.

Io: esci anche tu?- gli chiesi vedendo che anche lui si stava mettendo le scarpe.

Chan annuì.

Chan: è meglio che vada un po' prima. Ci sarà tantissima gente.

Mi misi le scarpe e lo aspettai per uscire insieme.

Uscimmo dal palazzo e ci avviammo alla fermata del pullman. Appena arrivò il mio pullman, salutai Chan e poi salii.

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