"Fatti gli affari tuoi"

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Capitolo 3


Io: sono arrivata- dissi aprendo la porta di casa.

Chan: ciao sorellina.- mi raggiunse.

Mi levai le scarpe e le misi nella scarpiera.

Io: allora? Com'è andata?

Chan si bloccò un attimo.

Chan: sono stato preso!

Io: bravo!- gli corsi in contro e lo abbracciai.- te l'avevo detto che ce l'avresti fatta!

Chan: è stata un po' difficile, ma ce l'ho fatta!

Io: sono orgogliosa di te.- gli diedi un bacio sulla guancia.

Chan: grazie. Ora vai in camera a posare lo zaino e cambiati. Andiamo a festeggiare.

Io: davvero?

Chan annuì.

Io: si!

Andai in camera mia e mi misi un paio di jeans e una camicetta. Mi sistemai e poi uscii dalla stanza.

Io: sono pronta!

Chan: andiamo allora!

Andammo verso la porta, ci mettemmo le scarpe e poi uscimmo di casa.


Durante la cena Chan mi spiegò com'era stata l'audizione e che era stato preso da una casa discografica importantissima come la JYP.

Mentre parlava vedevo i suoi occhi illuminarsi. Ero contentissima per lui. Ero sicura che ce l'avrebbe fatta. Chan era un ragazzo in gamba. Se l'era sempre cavata al meglio da solo. Se lo meritava davvero.

Ultimamente lo vedevo poco. Passava la maggior parte del tempo o in camera sua a provare e a produrre canzoni. Oppure andava spesso in una palestra che si era affittato, una saletta in un scantinato. Tutto questo per quell'audizione.

Chan: andiamo?- disse a cena finita.

Io: va bene.- mi misi la giacca e poi andammo alla cassa a pagare.


Arrivai a casa ed andai in camera mia. Mi andai a lavare, mi misi il pigiama ed andai a letto. Ad un tratto sentii bussare.

Chan: posso?

Io: certo!- mi misi seduta.

Chan: volevo solo darti la buonanotte.- disse entrando in camera.

Io: come mai tutta questa dolcezza oggi?

Chan: adesso mi sento responsabile anche di te. Ti devo fare da padre.

Lo fulminai.

Chan: scherzo.- sorrise.

Io: ecco. È gentilissimo da parte tua, ma credo di essere abbastanza grande da cavarmela da sola.

Chan: si, certo. È solo che ti vedo sempre piccola io. La mia sorellina- mi scompigliò i capelli.- comunque, veramente, per qualsiasi cosa cercami. Va bene?

Annuii.

Chan: vieni qua- mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia.

Odiavo quando la gente mi toccava. Anche quando mia madre mi abbracciava l'avevo sempre scansata. Chan questo lo sapeva, ma io stessa non riuscivo a fare a meno degli abbracci di mio fratello.

Chan: buonanotte.

Io: notte- gli sorrisi e mi misi sotto le coperte.


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