Capitolo 9

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Sabato sera Marco aveva organizzato una delle sue solite feste, con tanta gente, tanta musica e tanta birra. Teresa ed io non avevamo tanta voglia di andare, visto che questa festa sarebbe finita sicuramente tardi, e per "tardi intendevo" le tre o le quattro del mattino. Luca sarebbe venuto a prenderci prima, erano le sue condizioni affinché io potessi andare.
Eravamo già a metà ottobre ed io, come mia consueta abitudine, avevo già iniziato ad ascoltare le canzoni di Natale, infatti stavo ascoltando proprio "All I want for Christmas is you" mentre mi vestivo, aspettando che Teresa arrivasse.
Quella sera avevo una gran voglia di truccarmi, ma siccome le mie doti di truccatrice erano molto scarse, riuscii solo a mettermi un ombretto con dei brillantini e dell'eyeliner, poi mi tinsi le labbra di un rosso scuro.
Quando scesi al piano di sotto per prendere il telefono che avevo lasciato in salotto, incontrai mio fratello che squadrò il mio vestito aderente rosso con una cintura nera.
"Quel vestito è troppo corto" mi disse lui.
Io alzai gli occhi al cielo mentre prendevo il telefono appoggiato sul tavolino "Ho le calzamaglie nere, Luca"
Tornai in camera per prendere il cappotto nero, poi scesi nuovamente al piano terra perchè era arrivata Teresa; Luca ci accompagnò in macchina fino al locale, dicendoci che sarebbe venuto a prenderci all'una di notte e che dovevamo trovarsi all'uscita per quell'ora.
Lo ringraziai con un bacio sulla guancia, lasciandogli un segno col rossetto, poi io e Teresa entrammo in quella gabbia di pazzi, dove c'erano persone già ubriache che ballavano sulla pista fino allo sfinimento.
"Marco aveva detto che sarebbe stata una festa tranquilla!" urlò Teresa per sovrastare la musica, ma io la guardai quasi ridendo "E tu gli hai creduto davvero?"
Mi aggrappai al suo braccio per non perderla tra la miriade di gente presente, in più le uniche fonti di luce erano quelle blu e verdi della pista da ballo e poi quelle del bancone del bar, il resto era tutto buio.
Nonostante stessi morendo di caldo, non mi tolsi il cappotto perchè non avevo idea di dove appenderlo, così iniziai a sudare e la cosa non era molto confortabile.
Dopo dieci minuti circa riuscimmo a trovare Marco che stava parlando, o meglio, flirtando, con una ragazza bionda "Ehi!" ci disse non appena ci vide "Siete venute alla fine!"
"Già" fece Teresa "E Noemi?"
"Non ha funzionato" disse lui seccamente, dopo che la ragazza bionda si mise a parlare con qualcun altro.
"Dici sempre così" gli feci notare "Ma lasciamo stare"
"Siete in pausa?" continuò a domandare Teresa.
"Ma è un interrogatorio? Rilassatevi e godetevi la festa" si appoggiò al bancone dove era seduto e chiese due birre, offrendole a me e Teresa. Io rifiutai, ma lei accettò senza esitare.
"Matteo dovrebbe essere da qualche parte" ci informò Marco "Ti stava aspettando"
"Vado da lui" Teresa mi guardò come per chiedermi se andasse bene e io le sorrisi, dandole il permesso di cui in realtà non aveva bisogno, perchè in ogni caso sarei stata io stessa a dirle di raggiungere il suo ragazzo. Se Stefano fosse stato qui e fosse stato il mio ragazzo, sarei già andata da lui.
"Vuoi ballare?" mi chiese Marco "Qui mi annoio"
Feci spallucce e poi andai con lui sulla pista, almeno così sarei stata con qualcuno che conoscevo e non con uno sconosciuto. La musica era molto ritmata, la classica musica da discoteca.
Iniziai a muovermi sul posto, ondeggiando un po', mentre Marco mi guardava cercando di trattenere una risata "È tutto quello che sai fare?"
Lo guardai con sfida, così decisi per una volta di lasciarmi andare e alzai le braccia al cielo, ondeggiando in modo più marcato e avvicinandomi di più a lui, che seguì i miei movimenti divertito.
Ballammo così per un'altra manciata di minuti, poi mi offrì un cocktail e questa volta accettai, anche se iniziai a non sentirmi più lucida e smisi di bere, per avere ancora il controllo delle mie azioni.
Da lontano intravidi Teresa e Matteo che amoreggiavano e sorrisi nel vuoto felice per loro due, felice che si fossero trovati. C'era stata quella strana magia tra di loro da quando l'anno scorso fummo divisi nella classe di Marco e Matteo le aveva fatto un occhiolino. Era stato il fattore scatenante, anche se poi Teresa non ne aveva più parlato.
Marco, che sicuramente non era più lucido, mi chiese di ballare di nuovo e io non so perchè, ma accettai nonostante mi stessero facendo male i piedi. Appoggiai il cappotto allo sgabello del bancone e ritornammo esattamente nello stesso punto di prima. Lui prese le mie mani e mi fece girare, poi ci limitammo semplicemente a ondeggiare sul posto; si fece più vicino, sempre più vicino.
Mise le mani sui miei fianchi tirandomi a sé ed io appoggiai le braccia alle sue spalle per stabilizzarmi, ma il cocktail bevuto prima e l'altro che mi aveva offerto Marco prima di ballare per la seconda volta mi avevano fatto perdere parte della mia lucidità e non riuscii a prevedere ciò che accadde.
Il suo viso si avvicinò sempre di più al mio, così tanto che le sue labbra finirono sulla mia guancia, baciandola. Continuò baciandomi l'angolo della bocca e poi lungo il collo, per poi poggiare le sue labbra calde sulla mia spalla scoperta, accanto alla spallina del vestito.
Quando mi ripresi e capii cosa stava accadendo, lo allontanai gentilmente guardandolo stupita, per poi essere pervasa dal senso di colpa dei confronti di Stefano.
"Elena.." iniziò a parlare "Mi dispiace, io.."
Non sapevo cosa fare, non sapevo davvero cosa fare. Non lo voleva fare davvero, questo lo sapevo, solo che non sapevo come comportarmi.
Alla fine non gli dissi niente e mi girai per andare a prendere il cappotto, ma lui mi afferrò delicatamente il polso "Aspetta! Io.."
"Lasciami, Marco" gli dissi tentando di non avere il tono di voce troppo tagliente, ma fallii.
Quando presi il cappotto, mandai un messaggio a mio fratello dicendomi di venirmi a prendere perchè la festa era noiosa e non mi stavo divertendo, sperando che rispondesse il prima possibile.
Andai alla ricerca di Teresa, trovandola dopo un po' di minuti "Ehi" le dissi "Io sto andando via, Matteo ti può riaccompagnare a casa?"
Guardammo entrambe il suo fidanzato, che non aveva ancora bevuto e che davanti ai nostri sguardi interrogativi, alzò le braccia in segno di resa "Stasera non berrò, okay?"
Tirai un sospiro di sollievo e la salutai abbracciandola, per poi uscire fuori e aspettare che mio fratello arrivasse.
Il colmo fu quando ricevetti un messaggio di Stefano che diceva "Come procede il tuo sabato sera?"
Non aprii la chat con lui e spensi subito il telefono, rifiutando di rispondergli in quel momento, visto il mio umore turbato.
La cosa peggiore era che non potevo nemmeno essere arrabbiata con Marco, perchè se ci riflettevo bene, alla fine ai suoi occhi io ero libera, non in qualche relazione. Poi secondo me non voleva nemmeno fare ciò che aveva fatto, era solo un po' ubriaco.
L'unica persona con cui potevo prendermela era me stessa.

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