"Fabulinus", alzi la mano chi sa di chi o cosa sto parlando. Ecco, se fate parte di quelle persone che non sa di cosa stia parlando, non disperate, è più che normale.
Allora, raccontiamo, Fabulinus, era un Dio minore dell'antica Roma ed insegnava ai bambini a parlare.
Ecco, Josh ha iniziato a parlare un po' tardi, aveva effettivamente un anno e mezzo quando ha cominciato a parlare, ma ora che ci penso, perché parlo di me in terza persona?
Rifacciamo. Ho iniziato a parlare ad un anno e mezzo, non è una cosa che mi ha mai preoccupato, un po' meno i miei genitori, ma nonostante ciò, contenti di avere un figlio molto tranquillo e pacato. Per chi non mi conosce, crederà ciecamente a queste parole;
Chi mi conosce? Penso che sarà un po' in disaccordo, anche i miei stessi genitori. Il problema è proprio questo, fino ad un anno e mezzo ero un angioletto, anche perché come ho già detto, non parlavo. Dal momento della mia prima parola (per chi fosse interessato, "mamma", andate a dirlo a lei, vedete quanto ne è felice) l'angioletto non è più stato tale. Incredibile vero? Neanche così tanto, il carattere è quello di una persona molto vispa e vivace, certo, forse un po' troppo per essere solamente un bambino - ma ehi - dove sarebbe il bello?
Voi ora vi starete chiedendo - tutta quell'introduzione per parlare della prima parola di Josh? - è qui che vi sbagliate! Ve l'ho detto o no che fondamentalmente le nostre vite non sono così lontane dai mitici racconti greci e romani? Ecco, le madri donavano qualcosa al dio romano alla prima parola dei figli. Immaginate mia madre, sentirmi dire per la prima volta dopo un anno e mezzo "mamma", penso che dalla gioia avrebbe offerto anche me stesso in dono a Fabulinus.
Ma tolti gli scherzi, penso sia evidente che si parli della mia infanzia. L'infanzia di un bambino, una famiglia come tante altre, genitori fantastici, completamente opposti fra di loro ma sempre col sorriso, grandi lavoratori, proprio come i miei nonni ed i miei zii. Un bambino che fin da piccolo ha avuto tutto ciò che un bambino può desiderare: due persone che lo amano, i giocattoli e qualcuno con cui giocare. Si, oltre me c'era anche un altro bambino, qualche anno più grande di me, e pensare che la prima volta che mi ha visto mi ha disprezzato perché ero intento a rubare la sua mamma. Chi l'avrebbe mai detto che invece dopo un anno, sarebbe stato il mio compagno di giochi, forse il migliore ch'io abbia mai avuto. Ah e cosa molto importante, già nell'infanzia ho dimostrato di essere un mangione. Alcune cose le evitavo, come anche adesso, però in larga scala, mangiavo davvero parecchie cose per essere un bambino, provate voi a dire "no" alla nonna quando hai solo un anno ed ancora non parli, la voglia di opporsi non c'era e neanche le parole, quindi ecco qui il mio amore per il cibo. Papà mi definiva un "piccolo genio" perché dopo aver imparato le due parole tradizionali - mamma e papà - trovai un modo divertente per chiamare mio fratello, un nome troppo lungo per un bambino di due anni, quindi giustamente a soli due anni, ideona: troviamo un soprannome! Già, un soprannome del tutto lontano da M. eppure, lo trovai. Ancora oggi mio padre ricorda quel momento con troppa gioia, con la gioia di un bambino - per l'appunto - e ancora oggi dice che da lì, per lui, era la nascita di un "genio". Che parola esagerata definirmi genio per un soprannome dato a due anni. L'enfant prodige, direbbero in Francia, chissà se da grande potrei mai mantenere alto questo nome, se davvero arriveranno a considerarmi una persona così tanto intelligente da definirmi un "genio". In effetti però, ero un "bambino prodigio", a pochi anni avevo già sviluppato una buona propensione per le lingue, l'inglese sembrava essere la dote più grande, ma anche le doti scientifiche non mancavano. L'infanzia di un bambino normale, con il faccione sporco di Nutella, mentre gioca con il fratellone che lo fa arrabbiare e mentre dorme con mamma e papà nel lettone e che ogni tanto, usciva un soprannome per far capire al suo compagno di giochi che avrebbe dovuto giocare ancora a lungo, mentre dal mio box ci si vedeva insieme Tarzan e la mamma ci cantava - io sono qui, dai non piangere, stringiti a me, più che puoi, io ti proteggerò non temere, dai non piangere sono qua. -
Se dovessi consigliarvi una canzone, sarebbe sicuramente una canzone che i miei genitori avrebbero scritto per me, data la mia tenera età.Phil Collins - Sei dentro me
Gianna Nannini - Ti voglio bene
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Venus
RomanceLa vita di un ragazzo come tanti, le sue storie, i suoi amici e le sue curiose similitudini con la storia passata, con gli antichi dei e con la musica, recente o passata; un mix fra la storia e la musica, per raccontare ed aiutare a capire ciò che q...