3. Ehm... Hi! p.1

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"Non posso fare in ritardo il primo giorno di lavoro" Louis sospirò silenziosamente e si mise sulle ginocchia coperte dai jeans blu, in modo da poter arrivare all'altezza del figlio. «Matt, per favore..» iniziò mentre il piccoletto lo guardava con occhi rossi e pieni di lacrime, stringendo "Rabby" - il pupazzo grigio a forma di coniglio - al petto. «Non vuoi far felice la mamma?»

«I-io.. vorrei.» balbettò Matthew tra le lacrime, lasciando che la madre gli asciugasse le lacrime calde con un fazzoletto di stoffa. «M-ma non v-voglio andare!»

«Matthew..»

«N-non mi lasciare, mamma! Non mi l-lasciare!» strillò il bambino prima di fiondarsi tra le braccia della madre, affondando il volto contro il suo petto per nascondersi dallo sguardo delle maestre dell'asilo che lo fissavano dall'alto. «P-per faoore!»

Le maestre dell'asilo l'avevano avvertito - gliel'avevano detto non appena l'aveva iscritto - ma Louis non ci aveva creduto.
Cioè, ci aveva creduto ma non aveva pensato che sarebbe successo così presto; Era solo il secondo giorno di asilo del piccolo Matthew ed era già esploso in una bizza terribile, giustificata dalla mancanza della mammina. Tuttavia, Louis non aveva la minima idea di come risolvere la cosa poiché non gli era mai successa una cosa simile.

"Sono sua madre" pensò il liscio, stringendo il piccolo al petto nel tentativo di confortarlo. "dovrei sapere com- aspetta un secondo!" «Matt, tesoro.. guardami.»

«No..» mugolò il bambino dai capelli lisci, affondando maggiormente il volto nel petto della madre. «F-fammi venire c-con te!»

«Matthew, ti ho detto di guardarmi.» disse Louis, con voce un po' più dura del solito, e il bambino non esitò ad alzare la testa, fissandolo con occhioni rossi e lacrimosi. Quella visione distrusse letteralmente il cuore dell'Omega ma preferì stringere i pugni che mettersi a lacrimare davanti al figlio: quello sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro alla libreria e non poteva permettersi di arrivare in ritardo. «Sai che la mamma mantiene sempre le promesse, vero?» domandò e il figlioletto non esitò ad annuire. «Allora ascoltami, piccolo. Se farai il bravo con le maestre e con i tuoi amici, ti prometto che quando verrò a prenderti ti porterò la tua merenda preferita.»

«D-davvero?!» esclamò Matthew, facendo sparire ogni traccia di lacrima dal volto per dare spazio ad un sorriso. «P-pane con B-buro.. buro e mammelata?!» chiese, con ancora qualche piccolo difetto di pronuncia che fece sorridere leggermente le maestre dell'asilo.

Louis annuì e sorrise in rimando, felice che le lacrime fossero sparite dal suo volto. "Forse ci siamo." «Ma devi fare il bravo, tesoro. Me lo prometti?»

🍋

«Spero proprio che possa piacerle quanto è piaciuto a me.» disse con un sorriso il piccolo Omega, prima di mettere lo scontrino dentro il sacchetto di carta e porgerlo alla cliente. "Forse l'ho contagiata troppo con il mio gusto" pensò mentre la donna afferrava il sacchetto e ringraziava con un sorriso. «Grazie mille per aver acquistato questo libro da noi e arrivederci» disse, come da copione, prima di chiudere momentaneamente la cassa. "ma sarebbe un vero dispiacere se non le piacesse il Simposio di Platone".

Al contrario di quel che il liscio aveva pensato, era arrivato in anticipo alla libreria e si era rimboccato le maniche fin da subito, sapendo che se non l'avesse fatto avrebbe dovuto rimandare tutto al giorno dopo. In quelle quattro ore, era riuscito a fare solo 2 scatole piene di libri delle 8 che erano arrivate e forse era anche per quello - oltre al fatto che aveva dimenticato il panino a casa - che quel giorno avrebbe saltato il pranzo.

"Devo fare una buona impressione" pensò il liscio mentre apriva un'altra scatola di cartone con il trincetto, pronto a tirare fuori un'altra catasta di libri di tutti i generi. Louis non si era nemmeno sprecato a contarli, data l'immensità che quella biblioteca potesse essere, ma era già pronto a fare un intero catalogo pur di saperlo. "Mi ci vorrà-"

«Dai, Gemma, mi spieghi perché cazzo devo entrare anch'io qui? Sai che non sopporto questi posti.»

Le orecchie di Louis si tesero come quelle di un cane nel sentire quella voce roca e profonda e ci mise meno di un secondo per riconoscerla, ma dovette voltarsi verso il proprietario per esserne sicuro al 100%. E no, l'Omega non si era affatto sbagliato: a parlare era stato proprio il ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi che aveva incontrato il giorno prima. Il bel ragazzo - avrebbe voluto specificare Louis, ma preferì abbassare lo sguardo con fare imbarazzato sulla scatola pur di non incontrare il suo sguardo.

«Oh, sta zitto, fratellino, e rimani qua» sbottò una voce femminile e il liscio riuscì a vedere di chi fosse solo con la coda dell'occhio: apparteneva ad una ragazza giovane, ma più grande del riccio, che gli assomigliava incredibilmente se non fosse stato per i suoi capelli lisci. «torno subito, okay? Devo solo comprare un libro.»

«Oh, mettici tutto il tempo che ti pare..»

Lemons and Kisses - Zourry || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora