*
È difficile da spiegare.
È come trovarsi in una stanza insonorizzata: non senti niente, assolutamente nulla, solo il tuo respiro, un cuore che batte lento e stanco. E lo senti dal rumore che fa, perché persino i battiti sono distrutti.
All'inizio non ci credi, non pensi sia possibile, ti sembra assurdo e surreale. E tutto attorno a te rallenta, come se riuscissi a sentire le lancette di un orologio echeggiare tra le mura di una grande stanza vuota, a segnare il tempo che tutto d'un tratto ha trasformato i secondi in eternità. E tu sei solo un piccolo, minuscolo, puntino dentro quell'immensa stanza, dove non ci sono neanche i colori, dove tutto è bianco e nero, perché ogni singola cosa attorno svanisce nello stesso momento in cui realizzi ciò che è successo. Allora ogni cosa perde forma, ogni cosa perde senso, ogni cosa non ha più valore: c'è solo una voragine che velocemente si allarga e ti scava il petto, ti toglie il respiro, te lo strappa con violenza, così come ti strappa il cuore, senza pietà. La realtà, che non è mai stata così crudele, tutto d'un tratto, non ti guarda neanche in faccia quando accadono cose simili.
E allora non smetti di sentire il ticchettio delle lancette, dei secondi che smettono di essere eternità e diventano istanti che sfuggono. Il tempo accelera, così come il battito del cuore e le orecchie iniziano a fischiare. Vorresti urlare, ma non ci riesci. Vorresti piangere, ma non sai che lo stai già facendo. Vorresti reagire, dire di no, ma non ti accorgi che quel no è proprio l'unica cosa che riesci a pronunciare.
No, non sta succedendo davvero.
No, non me lo stanno portando via.
No, lui è ancora qui e ci sarà anche domani.
No, tutto questo è una bugia.
Poi, di colpo, la realtà diventa realtà: quella grande stanza vuota assume i suoi colori e smette di essere così grande, tu smetti di essere un solo puntino, il tempo riprende a scorrere normale, le persone intorno a te inizi a riconoscerle. Ma non è ciò che vorresti. Solo una cosa non va via: la voragine che si è aperta sul tuo petto. Quella continua a crescere fino a risucchiarti completamente.
E allora ti accorgi che stai già piangendo, capisci che puoi urlare e lo fai, dai sfogo al tuo dolore gridando, chiedendo pietà, ma non perché fa male, ma perché vorresti tornare indietro e supplicare, vendere l'anima al diavolo pur di fermare il tempo a quando ancora la tua ragione per essere felice stava respirando.
Ti accorgi che non basta, che tutte quelle grida non ti fanno stare meglio, che lui non tornerà, che il dolore non passerà e il suo posto resterà vuoto per il resto della tua vita.
Non ti resta che piangere.
È questo che si prova quando perdi qualcuno, quando la morte sceglie di portarti via una delle persone più importanti della tua vita.
Ma io lo so, l'ho sempre saputo che la morte, quando sceglie qualcuno da portare con sé, è consapevole di star guadagnando più di quanto si è portata, perché ognuno che va via con lei, ha con sé una parte di chi lo ha amato.
I cuori che la morte ruba, non sono mai uno soltanto.
E così io gridavo, io piangevo, ma non andava via, il dolore restava e lui non poteva più tornare. Lui aveva smesso di respirare.
Mia madre cercava di aiutarmi a mettermi in piedi, cercava di salvarmi perché io non volevo più nulla dalla vita. Tutto ciò che avevo sempre desiderato, tutto quello di cui avevo bisogno, mi era appena stato strappato.
Non c'era più neanche il suo corpo. Io sapevo che era morto, il dolore era quello, ma non riuscivo neanche più a vederlo.
Ero in ginocchio, al centro di una stanza, al centro della sua stanza, con il suo profumo ancora addosso, intriso tra i miei vestiti e tra le pareti di quella camera, il letto perfettamente intatto, ma la mia vita improvvisamente in frantumi.
Non importa con quanto anticipo sai che potrà accadere, non importa se succede all'istante o dopo anni, quando accade, fa comunque male e il dolore è lo stesso.
Non si è mai pronti a vedere chi amiamo morire.
«Perché lui? Perché non me?» mi chiedevo a voce alta, urlando perché volevo che qualcuno mi sentisse e riuscisse a rispondermi, a farmi mettere il cuore in pace, che mi convincesse che quello che era successo non era sbagliato.
«Tesoro, calmati», continuava a dirmi mia madre, reggendomi per le spalle.
Ma come potevo calmarmi? C'era un dolore lancinante che mi stava scavando il petto in cerca del mio cuore, a mani nude.
«No, no, no, non lui, vi prego, non lui», piangevo e gridavo, accasciata a terra e con le mani a coprirmi il viso.
Il mio corpo continuava a tremare, persino la nausea stava scuotendo il mio stato. I singhiozzi divennero improvvisamente più forti, mentre cercavo dell'aria da poter respirare, ma non ci riuscivo più. I polmoni mi bruciavano, le mie spalle si scuotevano. Mia madre mi strinse a lei, ma io stavo male.
«Per favore, tesoro, calmati. Stai tremando, calmati.»
A quel punto mi sembrò di tornare bambina. Come quando cadi e ti fai male, come quando si rompe il tuo giocattolo preferito e allora credi che non ci sarà più niente a piacerti così tanto come quello lì. La mamma che ti culla, ti dice di calmarti e di non piangere e così ci riesci, perché poi c'è lei, che ti sta stringendo, che ti ha messo al mondo e non potrebbe mai volere tutto quel dolore per il suo bambino, che ti sorride e ti sembra di non aver visto niente di più bello in vita tua.
Ma sei solo un bambino. Da grandi non è così facile.
Ad ogni modo, riuscii a concentrarmi sulla sua voce, sul ricordo di quando era bambina ed ero convinta che l'unica cosa che potesse farmi piangere era la mia Barbie preferita che si rompeva. Non ero mai stata una bimba capricciosa o lagnante, non lo ero mai stata nella vita in generale, eppure in quel momento piangere mi era concesso, l'unica cosa che riuscissi a fare.
Quella era la fine di tutto, non mi restava che abbandonarmi alle braccia di mia madre e mugolare per un dolore che non sarebbe mai passato via.
STAI LEGGENDO
Non avere paura [HS]
FanfictionUn amore spietato, senza regole, da matti, non te lo scordi manco ammazzato. Imprimersi addosso, non lasciarsi mai andare. Chi ti penetra fin dentro all'anima te lo porti dietro per tutta la vita. ____ Stato: momentaneamente sospesa.