Erano le 7 di mattina di un normalissimo venerdì di Gennaio e a Portland la giornata era fredda e umida, come tutte le mattine d'inverno tra l'altro. In quel momento, la sveglia mi fece saltare dal letto per lo spavento, "un giorno la spacco questa cazzo di sveglia", pensai mentre provavo ad alzarmi, anche se avrei voluto rimanere ancora per qualche minuto. Sta di fatto che comunque riuscii ad alzarmi e così mi fiondai immediatamente in cucina a fare colazione, con la mia solita tazza di latte e i miei biscotti al cioccolato di cui ero tanto goloso.
Non appena iniziai a mangiare, arrivò mia madre salutandomi con un «Buongiorno Jake » mentre prendeva il caffè di fretta, io ricambiai il saluto ed in quel momento mi accorsi, che mio padre era già andato a lavorare e che quindi, non sarebbe riuscito ad accompagnarmi a scuola. Subito dopo decisi di andare in bagno per darmi una rinfrescata, mi lavai i denti ed iniziai a vestirmi per andare a scuola. Fu in quel momento che iniziai ad avvertire una paura, tornare in quei banchi mi creava sempre un forte disagio, ogni volta era come se fossi fuori posto.
Avevo l'aria ancora un po' assonnata ma era tardi, quindi, andai di corsa a prendere l'autobus, quel giorno ero molto preoccupato, perché alle prime due ore avevo il compito di matematica e quella materia, era un incubo per me. Ho sempre avuto difficoltà a scuola, ma in matematica la situazione era ancora più complicata, ciò mi metteva sempre una pressione indescrivibile, prima di ogni compito in classe. La tensione iniziava a farsi sentire, mentre percorrevo la strada che mi conduceva, alla fermata dell'autobus.
Fortunatamente non appena arrivai alla fermata, l'autobus stava per passare e ciò mi risparmiò molti minuti d'attesa, dato che a volte, arrivava anche 15 o 20 minuti dopo, facendomi anche arrivare a scuola in ritardo. Decisi come al solito di mettermi le cuffie e ascoltare musica durante il viaggio, l'unica cosa in grado di calmarmi dall'ansia quel giorno, sperando che quella giornata passasse in fretta e che tutto filasse per il meglio.
Quando scesi dall'autobus mi ci volle poco per arrivare a scuola, anche perché il mio liceo era proprio vicino alla fermata dove scendevo.Non appena arrivai a scuola, vidi Travis, Hayley e Scott, i miei amici di sempre.
Travis aveva i capelli corvini con gli occhi neri che si abbinavano perfettamente al suo colore di capelli, con un viso pallido, tanto da sembrare costantemente malato, ma nonostante ciò era sempre pieno di energia e praticava tennis; mentre Hayley era una ragazza coi capelli biondo dorato e gli occhi castani, molto insicura e timida all'apparenza, ma che con poco tempo riusciva ad aprirsi con chiunque. Infine Scott era il classico nerd coi capelli corti castani, occhi verdi e occhiali con una lente molto spessa che li coprivano.
«Ciao ragazzi, purtroppo non posso fermarmi, è già tardi per me e ho verifica di matematica, pregate per me», dissi ai ragazzi in modo furtivo. Entrai a scuola e riposi tutti i libri ed i quaderni nel mio armadietto. Dopo soli 10 secondi la campanella iniziò a suonare, era l'ora di entrare in classe.
Non appena entrai nella mia aula, la classe era quasi tutta al completo; non mi stavano molto simpatici i miei compagni, non son mai riuscito ad integrarmi e per di più, la maggior parte di loro erano tutti falsi ed ipocriti, sempre pronti a leccare il culo ai prof e a svendersi per dei voti, a volte pure tradendo la fiducia verso i propri compagni.
Quel giorno si respirava comunque una situazione di ansia generale in classe, la verifica di matematica metteva sempre paura a tutti, nonostante ci fossero persone molto brave.Entrò la prof. Thompson, una donna sulla 50ina, capelli rossi tinti, snella e con gli occhi nerissimi e capace di terrorizzarti con un solo sguardo.
Ci consegnò immediatamente la verifica e stranamente, si rivelò essere più facile del previsto, forse anche perché passai il giorno precedente a fare ripetizioni e a studiare di continuo, ma in ogni caso non sembrò molto difficile anche se durò due interminabili ore.
Nonostante questo le ore successive furono molto tranquille, avendo un'ora di ginnastica e due di filosofia; la mia materia preferita.
La filosofia divenne la mia materia preferita fin da subito e la nostra insegnante, la prof. Stewart, era una donna sulla 30ina, di corporatura normale, coi capelli mori e gli occhi marroni, molto ottimista (tanto da star simpatica a tutta la classe e da essere l'unica materia in cui nessuno fosse insufficiente).
Passarono velocissime quelle ultime due ore e quando la campanella suonò, riposi tutto il materiale nella borsa ed iniziai a dirigermi fuori da scuola ad aspettare Travis, Hayley e Scott, per prendere tutti insieme l'autobus come ogni giorno.
«Com'è andata oggi» Chiesi ai tre.
«Lascia perdere, ho preso solo una C in biologia ed ho studiato tutto il fine settimana, assurdo...» rispose tristemente Hayley.
«Non penso che tu ti possa lamentare, io ho preso D- la settimana scorsa in biologia, spero di poter recuperare presto» disse Travis ad Hayley con un tono più o meno rassicurante.
«Eh vi capisco, la Johnson è difficile da accontentare; io comunque ho avuto una giornata piuttosto tranquilla, anche se la Thompson ci ha fissato la verifica di matematica per la prossima settimana. Piuttosto a te Jake come è andata la verifica?» Mi chiese Scott con aria perplessa.
«Penso che sia andata bene, l'ho trovata più semplice di quanto mi aspettassi, spero di prendere almeno una B.» Risposi a Scott tranquillamente.Dopo qualche minuto di camminata arrivammo alla fermata e l'autobus arrivò molto in fretta.
Non appena salimmo, ci sedemmo nei posti più vicini ed iniziammo a parlare della festa di Alyson, che avrebbe tenuto a casa sua insieme a tanta altra gente della scuola.Dopo 10 minuti arrivai alla fermata vicino casa mia, scesi dall'autobus e mi misi le cuffie, iniziando ad ascoltare la musica di Ed Sheeran, che ho sempre considerato un poeta della musica contemporanea.
Tornai a casa e trovai i miei genitori che pranzavano intorno al tavolo della cucina.
«Ciao ma', ciao pa» dissi mentre appoggiavi la borsa sull'orlo della porta della cucina.
«Ciao Jake!» risposero i miei genitori, "Com'è andata a scuola?» aggiunse mio padre,
«Bene, a parte per la verifica di Matematica, lo sai che è il mio calvario, però credo che sia andata bene...» risposi dubbioso e subito dopo aver pranzato, mi precipitai nella mia camera.
La mia camera era tutta bianca con una scrivania all'entrata col computer, il letto era piuttosto grande per una sola persona, un grande armadio e una piccolissima libreria. La cosa che però salta subito all'occhio mentre si entra, è la grande quantità di cd, di libri di cantanti e di poster.Dietro l'armadio, avevo un microfono che custodivo gelosamente.
Usavo sempre quel microfono, ho sempre amato cantare, cantavo in continuazione, a scuola, a casa, per strada, in autobus, in poche parole ovunque, e giorno dopo giorno diventava la mia passione più grande.Spesso mi capitava anche di scrivere canzoni, a volte le facevo ascoltare ai miei amici e altre volte le cantavo ai karaoke o ai vari concorsi locali.
Subito dopo essere entrato in stanza iniziai a leggere i messaggi sul cellulare e vidi subito un messaggio di Rachel, la mia migliore amica, una ragazza sportiva e positiva, in cui mi chiedeva di uscire e di andare a ballare insieme a lei e ad altri suoi amici, «Beh, per i prossimi 3 giorni la scuola è chiusa, quindi va bene ci sarò!» risposi convinto.
«Sono libero per tre giorni finalmente, fantastico!» dissi dopo averle risposto, tra me e me esultando. Potevo avere finalmente del tempo per me stesso, libero dallo studio e libero da tutto.
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NOW - Inseguendo un sogno
General FictionJake è un ragazzo di 18 anni, è sensibile e generoso. Nasconde un passato piuttosto doloroso a causa del bullismo e questo lo rende sempre insicuro con gli altri, ma anche con se stesso. Lui ha però una grande passione, il canto. Amava cantare da q...