Capitolo 1

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-Drin drin-
-"MAGGIE, LA SVEGLIAA, FARAI TARDISSIMO E PERDERAI L'AEREOOOOO...
MAGGIEEEE"
La voce stridula di mia madre risuona nelle mie orecchie costringendomi ad alzarmi dal letto, seppur ancora in dormiveglia.
Mi dirigo controvoglia verso il bagno, attraversando il piccolo corridoio, per poi entrarci e iniziare a togliere il mio bellissimo pigiama di flanella nero e grigio.
Mi spingo controvoglia verso la doccia per poi aprire l'acqua bollente e farla ricadere sul mio corpo, approfittandone per fare anche lo shampoo.
Purtroppo è strano che in casa di mia madre ci sia l'acqua calda dato che la consuma tutta quella stronza di mia sorella Amy.
-"Ecco appunto" dico incazzata. "Lo sapevo" continuo.
L'acqua inizia a diventare fredda in un batter d'occhio ed io a mo di Flash esco dalla doccia, ancora con il balsamo in testa.
La giornata poteva iniziare peggio di così?
Con un po' di coraggio, e la voglia di non uscire con i capelli ancora sporchi, rientro in doccia e, seppur con l'acqua fredda, continuo il mio shampoo.
Ancora con l'accappatoio e L'asciugamano, esco dal bagno per prendere l'intimo e i vestiti puliti per poi indossarli.
Ho optato per una camicia bianca a mezza manica, una gonna nera un po' ampia e le mie amatissime ballerine nere un po' scucite dai lati.
Scendo giù in cucina per fare colazione e guardò l'orologio che segna le 6:35, ho l'aereo tra un'ora e mezza, ho il tempo di asciugare i capelli e truccarmi. O almeno spero.
Mangio il mio toast in fretta e furia per poi prendere la porchette e dirigermi verso lo specchio del soggiorno.
Non voglio esagerare con il trucco, dopotutto devo solo incontrare papà dopo due anni, e conoscere la sua nuova compagna...niente di che, no?
Rido nervosamente per poi sentire la mano di mia madre toccare la mia spalla e accarezzarla.
-"Andrà tutto bene tesoro"
Mi fa un sorriso forzato, che io ricambio.
Non sorride VERAMENTE da quando ha divorziato con papà.
È stato bruttissimo vederla piangere ogni giorno, tutti i giorni, anche se adesso si è un po' ristabilita.
Amy le starà vicino mentre io sarò da papà per l'estate. Mi mancherà tantissimo.
Mia madre mi abbraccia calorosamente per circa 5 minuti buoni, per poi allontanarsi, sorridermi e ritornare in cucina a preparare la colazione per Amy. Quella zombie si è svegliata finalmente.
Decido di mettere solo un po' di blush rosa sulle guance e un po' di lucidalabbra. Non vorrei abbondare, anche se con un po' di mascara i miei occhi verdi sembrano decisamente più grandi e profondi.
Ci penso un po' prima di prendere il mascara e passarne un leggero strato nelle ciglia superiori e inferiori.
Nel frattempo i capelli sono già quasi asciutti, un lavoro in meno.
Li pettino con la spazzola per poi guardarmi nuovamente allo specchio.
-"li lego o li tengo sciolti?"
(Eddai, non devi mica sposarti)
La mia vocina interiore si intromette come sempre, però ha decisamente ragione.
Dopo 5 minuti passati a provare qualche acconciatura, decido di lasciarli sciolti.
Mi do un ultima occhiata per poi mettere la giacca di pelle,sorridere forzatamente e dirigermi verso l'ingresso, dove trovo Mia madre ed Amy pronte e la mia valigia davanti la porta.
La apro per posare le ultime cose: la porshette e la spazzola, per poi chiuderla e portarla fuori.
Dopo un breve tragitto in macchina arriviamo all'aeroporto, dove in lontananza vedo la mia migliore amica e il suo ragazzo, nonché mio migliore amico.
Corro da loro per poi abbracciarli, ci eravamo promessi tutti di non piangere, starò via solo tre mesi, no?
Quando ci stacchiamo dall'abbraccio ci ritroviamo tutti in lacrime, comprese mia madre e mia sorella che subito ci raggiungono e mia stringono forte per poi sussurrare un "stai attenta e chiama quando arrivi, ti vogliamo bene".
Dopo 10 minuti chiamano il mio aereo, così saluto tutti con un ultimo abbraccio e mi dirigo verso il mio aereo, correndo.
Salgo su di esso e mi siedo al mio posto accanto ad una signora anziana.
"Dai Megan, ce la puoi fare, da Boston a Miami sono solo due ore e mezza di volo, stai tranquilla."
Ripeto nella mia testa continuamente per non prendermi d'ansia.
L'aereo parte, e con lui anch'io che mi perdo a guardare fuori dal finestrino le case che si rimpiccioliscono sempre di più.
"Ce la posso fare", dico tranquillizzandomi subito e chiudere gli occhi, ormai stanca.

The call of the Devil Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora