Capitolo 1

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Luigi Pirandello diceva che ognuno di noi possiede una maschera: una per la famiglia, una per la società ed una per il lavoro. Quando si è soli però tutte queste maschere spariscono e fanno diventare quella miriade di sentimenti ed emozioni che abbiamo fatto finta di provare, non altro che una semplice massa informe di pensieri, domande senza risposte ed un senso di vuoto immesso che per tutta la vita ci dilanierà l'anima. Quando si è soli non si è più la persona socievole che si mostra di essere, non si è più una persona allegra e scherzosa e nemmeno gentile e ottimista, per questo certe volte inevitabilmente ci capita di domandarci chi siamo noi veramente o se gli altri ci vedono come noi crediamo di essere. Non penso che in base ai comportamenti di una persona si possa stabilire come essa sia nella sua vera essenza, nella sua anima, perché in fin dei conti neanche noi stessi ci conosciamo veramente. Tante sono state le volte in cui ci siamo nascosti dietro ad una maschera, forse per cercare di autoconvincerci di essere qualcuno, o di essere una persona completamente diversa, fin quando poi non è subentrata l'assuefazione tanto da farci ripetere ogni volta lo stesso errore: indossare sempre, perennemente e inevitabilmente una maschera.
Spesso però dietro ad una maschera si trovano due occhi che hanno bisogno di essere penetrati, due guance che hanno bisogno di essere accarezzate e delle labbra che hanno bisogno di essere baciate.
Ho sempre fantasticato su chi potrebbe essere la persona capace di togliermi queste maschere dietro le quali mi nascondo, ma dopo tanti anni una persona si stanca, si stanca di cercare senza trovare, si stanca di essere guardata senza che nessuno provi a leggerla dentro, si stanca perfino di dover sempre indossare una maschera diversa.
In questo preciso momento mi sto guardando allo specchio, come faccio ogni giorno, ma non vedo nessuno, soltanto il riflesso di una semplice ragazza di diciassette anni con i capelli neri, ricci e gli occhi color turchese, probabilmente senza né anima né cuore. Quando sono sola non so neanche come comportarmi, certe volte provo a prendermi in giro da sola e ad indossare come con gli altri una delle mie solite maschere, ma purtroppo mi riesce bene ingannare le persone, ma non sono brava ad ingannare il mio cuore. Probabilmente l'unico momento in cui io stessa capisco che un lato del mio cuore continua a battere ed è colmo di emozioni, è il tramonto. Sembrerà una cosa strana ma il tramonto sembra rispecchiare la mia anima che probabilmente soltanto in un punto piccolissimo, in profondità, non è stata logorata delle mie maschere invisibili. È il mio momento preferito della giornata, il connubio perfetto tra i colori accesi e sfumati del cielo ed il mio cuore malridotto.
Smetto di guardarmi allo specchio e salgo su per la botola che si trova nella mia stanza e che porta al tetto.

Quando un mesetto fa io, mia madre, mio padre e le mie sorelle ci siamo trasferiti a Miami, non ho esitato a scegliere la mansarda come mia stanza. Mio padre ovviamente si è arrabbiato perché con le tante, belle e grandi stanze che si trovano nella nostra nuova casa ho scelto questa. Lui però non capisce che le altre stanze mi danno un senso di freddezza e assomigliano in po' alla mia anima priva di veri sentimenti. Invece la mansarda, che è fatta interamente di legno, mi da un senso di calore e mi ricorda che c'è ancora un pizzico di speranza.

Appena salgo sul tetto vengo accolta da uno spettacolo fantastico: i colori arancioni e gialli del cielo si mischiano tra di loro e insieme alle nuvole formando una specie di grande voragine che mi trasmette un enorme senso di confusione; al centro di essa si trova l'apparentemente piccolo sole che pian piano scende per toccare l'azzurro chiaro e puro dell'oceano sottostante. È come se il caos toccasse la pace, come se la sporcizia si mischiasse nell'acqua pura e azzurra, come se un angelo dannato entrasse nel paradiso. È una cosa curiosa, lo so, ma ogni volta che guardo il tramonto mi sembra di guardarmi allo specchio: io rappresento il sole che si trova al centro di quella gran confusione che gli ronza sempre intorno senza lasciarlo un attimo in pace ed il suo colore arancione acceso e la sua apparente piccolezza mi ricordano quella parte intatta della mia anima, che a guardarla da lontano sembra piccola, ma che da vicino probabilmente è più grande e voluminosa. Ma il sole non si può guardare da vicino, giusto?
Certe volte mi piacerebbe avere dei poteri magici per riuscire a cambiare il passato per migliorare il presente, mi piacerebbe vivere in pace, felicemente e senza troppi pensieri.

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