La pioggia le cadeva con prepotenza sul viso e il resto del corpo. I piedi le sembravo sprofondare nel fango di quel giardino mal curato. Gli occhi chiusi servirono a farle sognare di essere altrove, di non avere quel nome e di non vivere quello schifo. E per un attimo respirò a bocca aperta, consentendo all'acqua di entrarle fino in gola.
- Emily!
Più volte il suo nome risuonò fino in fondo alla strada. Era la voce di Jane, ferma sull'uscio della porta d'ingresso, guardando il cielo ormai nero avanzare con terrore verso quella piccola cittadina.
Ma al terzo richiamo Jane si sentì quasi strattonare. Il suo corpo si ritrovò con le spalle contro la porta, mentre Norman si fece spazio con forza per arrivare come una furia in giardino. Gli bastò un solo braccio per tirare via da lì Emily, fino a portarla in casa senza nemmeno farle salire i tre scalini del portico.
Quando riaprì gli occhi, Emily si ritrovò davanti al viso di Matt, il piccolo di casa. La guardava con i suoi grandi occhi color nocciola, quasi ammirato per la resistenza che aveva avuto quella nuova ospite vista solo in tv.
- Sei stata forte!
Le sussurrò sorridendo, prima che lo sguardo di rimprovero di Jane gli ordinasse di tornare in camera sua e non aggiungere altro.
- Ma che c***o ti è saltato in mente?
Chiede gridando e gesticolando Norman, anche lui ormai bagnato fradicio. Jane invece era seduta sul bracciolo del divano color salvia, mentre col viso inclinato la guardava dispiaciuta. Si era arrabbiata quando Norman si presentò nel cuore della notte con una sconosciuta ma quando la fece accomodare nel suo piccolo e umile salone, le brillarono gli occhi ritrovando davanti a sé la sua attrice preferita.
- Non puoi fare di testa tua.
Continuò da solo Norman, accendendosi una sigaretta e poggiando il suo stivale bagnato al piccolo tavolino in legno che Matt aveva ormai rovinato con i suoi colori.
- Hei!
Gridò adirata Jane, facendolo voltare con la bocca aperta rischiando di perdere la sua sigaretta ormai accesa.
- Togli i piedi di lì e vai a fumare la tua dannata sigaretta fuori di qui.
Si era addirittura alzata in piedi per rimproverarlo, e il braccio teso verso la porta trasformò Norm in uno scolaro sorpreso a fumare in bagno.
Solo quando fu finalmente sul portico Jane prese posto accanto ad Emily. Assunse la sua stessa posizione. Gambe strette e mani poggiare sulle ginocchia. Solo che lo sguardo di Emily era fisso alla moquette ingiallita.
- Non fare così..
Le sussurrò sfiorandole la mano.
- Immagino cosa tu stai passando in questo momento. Ma vedrai che tutto si sistemerà.
Emily alzò lentamente il viso, fino ad incontrare gli occhi quasi spaventati della padrona di casa. Tirò via la sua mano e si fiondò al piano di sopra sbattendo con violenza la porta.
Jane rimase in silenzio, mentre Norman dalla finestra le dedicò lo stesso sguardo di quando erano adolescenti e Jane cercava di spiegare al fratello minore quanto fosse pericoloso correre in bici con i freni rotti.
***
La cena si tramutò quasi in una scena da film. Ognuno dei commensali mangiava dal proprio piatto senza emettere il minimo rumore e senza scambiare uno sguardo curioso con qualcuno dei presenti.
Emily aveva ancora i capelli umidi, compresi quelli di Norman, che beveva direttamente dalla bottiglia la sola birra scadente che Jane avesse in frigo.
- Posso andare mamma?
Domandò quasi mortificato Matt, dopo la ramanzina che sua madre gli fece in camere un attimo prima della cena. Jane non voleva che Matte assistesse a determinate scene, ne tanto meno che entrasse in contatto con Emily in quelle condizioni.
Dopo il suo cenno col capo, Matt salì di sopra lasciando i tre ancora in silenzio.
- Voglio che ve ne andiate di qui.
Ordinò Jane, portando alla bocca una grossa cucchiaiata di purè di patate, il solito e scadente preparato in bustine. Norman alzò gli occhi per guardarla meglio, sperando forse di aver capito male mentre l'altra fingeva quasi di non aver sentito.
- Ti avevo chiesto solo qualche altro giorno...
Intervenne risentito suo fratello, mettendo finalmente giù la bottiglia ormai vuota di birra.
- State rompendo tutti i nostri equilibri e questo non fa bene a Matt.
Spiegò con tono spigoloso Jane, mentre Emily rimase a giocherellare con la forchetta nel piatto. Norman le dedicò un piccolo e velocissimo sguardo, toccandole la mano per impedirle di continuare, per poi rivolgersi ancora a sua sorella.
- Dammi almeno il tempo per trovare un'altra sistemazione.
Supplicò quasi rassegnato, prima che la forchetta di Emily lo facesse impazzire.
Un tremendo schiaffo sul tavolo di legno fece saltare entrambe le donne.
- Che ti prende?
Chiese risentita e spaventata Emily, mentre Jane riprese a mangiare come se nulla fosse. Lei, e solo lei, sapeva quanto facesse impazzire Norman vedere il cibo sprecato in quel modo.
- Vai in camera tua!
Le ordinò rendendo la voce brutale.
- Cosa?
Chiese shockata Emily, alzando il lato sinistro delle labbra e arricciando la fronte per l'incredulità.
- Hai sentito bene. Vai!
Il volto risentito e duro di Norman la mandò in confusione. Non poteva essere vero e non poteva certamente trattarla in quel modo. Ma lo aveva appena fatto.
Emily buttò con forza la sedia all'indietro e salì le scale a passo spedito e pesante. Solo quando sentirono chiudere la porta i due rimase a tavola e scoppiarono a ridere.
- Che str***o che sei!
Disse ridacchiando ancora Jane, prima che Norman si alzasse a cercare un'altra birra.
Pareri? Ho bisogno di sapere cosa ne pensate :)
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In viaggio contro mano - Ti odio Norman
FanfictionEmily è appena entrata a far parte del cast della famosa serie televisiva The Walking Dead. Difficile sarà il suo inserimento e solo quando le sembrà di poter ripartire da zero che il suo passato tornerà a farle visita. Tra i protagonisti c'è anche...