Il 13 settembre ebbe definitivamente inizio la mia carriera da liceale e io avevo la (s)fortuna di frequentare lo stesso liceo di Ivan.
Invece di essere in ansia per l'inizio della scuola, ero attraversato dalla frenetica paura di lui.
Non sapevo come mi avrebbe visto, con che sguardo mi avrebbe accolto nella sua vita reale
Ivan poteva riconoscermi, farmela pagare per quel che provavo per lui, ammazzarmi di botte o diffondere la voce che io fossi gay.I primi giorni non lo trovai mai in mezzo alla folla, forse per disorientamento o per una quantità eccessiva di studenti che si addensavano tutti assieme. Il mio sguardo viaggiava sempre nei corridoi, con la speranza di vederlo ma anche con la speranza di non trovarlo mai.
Era appena suonata la campanella della fine dell'intervallo. Ormai non c'era più nessuno nei corridoi.
Stavo per svoltare l'angolo quando vado a sbattere contro qualcuno, cadendo a terra. Alzai lo sguardo e vidi proprio lui. Rimasi fermo.
Ero impotente davanti a quei occhi cerulei, vedevo il paradiso... ed io mi ci stavo buttando dentro. Il mio sguardo scivolava su tutto il suo corpo, un corpo dai lineamenti di un angelo, troppo delicato per essere violato da impuri pensieri sessuali. Io sarei voluto rimanere lì, a contemplarlo in silenzio, per sempre. Ma lui andò avanti, lasciandomi sul pavimento, senza proferire parola. Ma quello sguardo valeva più di mille parole. In un attimo ho capito che eri te il mio unico angelo.
A mia volta mi rialzai e andai avanti, ripensando a quella sua indifferenza mista a stupore.
Avrei dato di tutto per sapere cosa pensasse realmente di me. Io di lui sapevo tutto, ma lui di me niente.
Spazio Autore
Per me, come credo che sia per ogni ragazzo/a non eterosessuale, non è stato facile stare bene. Ogni volta che dovevo parlare, soprattutto quando si tirava fuori l'atteso argomento amoroso, dovevo stare attento alle desinenze dei sostantivi e i pronomi personali. Insomma parlare della mia "crush" non era mai cosa facile. Si deve rimanere neutri alle provocazioni, essere indifferenti in spogliatoio, a come ci si muove e a come ci si veste.
I miei primi mesi sono stati una repressione del mio vero ego, solo per far spazio a personaggi che però non erano me. Le bugie crescevano, la rabbia anche, ma soprattutto la tristezza e l'odio verso me stesso.
Se non fosse stato per le persone più strette, tutto quello che avevo l'avrei lasciato dentro di me e affrontare il liceo sarebbe stato soffocante. Non sarei un gay felice ora se non fosse stato per Sara. La mia migliore amica.
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Surrender
Teen FictionIo lo amo. Lo amo così tanto. Lo amo troppo. E invece è eterosessuale. (tratto da una storia vera, la mia vita) #100 1 maggio 2019 #200 14 luglio 2019