How am I supposed to love you when I don't love who I am?

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Di quella mattina rimasero solo dubbi.

Vedo il display del cellulare, 21.17. Nessun messaggio, nessuna chiamata. Lui se ne era semplicemente andato via, come se non mi avesse visto. Come se non fossi nulla per lui.

Continuo a dondolarmi sull'altalena di quel silenzioso parchetto vicino scuola, punteggiato qua e là dalla luce di qualche lampione. Era il mio posto. Potevo stare lì quanto volevo e quando ne avevo bisogno. E rimanevo lì, a piangere. Non c'era la possibilità che qualcuno mi vedesse piangere, o vedesse dentro di me. Non voglio che gli altri notino la mia tristezza. Se è mia, perché dovrei rattristire anche chi mi stava intorno. Il problema è il mio: sono io il ragazzo gay.

Ma quello che non capisco è quel bacio.

Alzo lo sguardo e contemplo quelle piccole macchie che illuminavano il cielo e si addensavano sfocatamente quando le vedo attraverso le lacrime. Le stelle, così perfette e troppo lontane da essere rovinate dallo schifo che c'è in questo mondo. Ecco, lui per me era come una stella, ma io non sono abbastanza per riuscire ad arrivare a toccare il firmamento notturno e posso solamente rimanere qui, con i piedi per terra, e continuare ad esprimere desideri.

Cosa ho fatto per meritarmi questo? Che senso ha, oh Dio, farmi conoscere tale paradiso quando già sai che per me i suoi cancelli non saranno mai aperti?

Si Ivan, sei te il mio Paradiso.

Eppure stai giocando con me. Non mi vuoi e mai mi vorrai seriamente. Sono solo il ragazzo che ti diverti a sfottere. Mi torturi lentamente. Quando mi guardo allo specchio, mi chiedo cosa sia sbagliato in me. Perché non ti piaccio?

Mi vedo sempre più sbagliato, più brutto, più infelice. Però io cerco di cambiarmi, solo ed unicamente per piacerti.

Però io ho il cazzo. Questo è il problema.

Essere omosessuali porta sempre tante difficoltà, però essere respinti da te, Ivan, mi fa sentire ancora peggio. Io non riesco a sopportare l'idea che un giorno avrai a fianco qualcuno che non sia io. Ti creerai una famiglia. Ed io sarò lì a vedere la tua vita che va avanti, senza di me.

Forse è da egoisti, narcisisti o malati mentali, ma spero sempre che tu possa cambiare ed innamorarti di me.

O forse sono io quello sbagliato, che deve cambiare?

L'altalena ha smesso di dondolare.

Vibra il cellulare, è appena arrivato un messaggio.

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