Capitolo 8 - parte 1

126 22 27
                                    

Ellie brancolava nel buio da settimane. Le informazioni in merito ai progetti scomparsi erano pressoché inesistenti, poiché i Dirigenti avevano posto la faccenda sotto stretto riserbo e vietato a tutti di parlarne. Ai più intraprendenti, incuranti dei nuovi ordini, questa decisione incrementò la curiosità al punto di tentare un accesso forzato alla Sala della Convergenza, per cercare di trafugare i rapporti sulle indagini. Mai avrebbero immaginato le conseguenze: costretti ai lavori manuali, nelle terre più sperdute di Kÿrîon.
La situazione rendeva quasi impossibile la riuscita dell'incarico della giovane, ancor di più a causa dell'atteggiamento di Ryan. Il ragazzo la evitava, costringendola a fare affidamento soltanto su se stessa. In cuor suo sapeva di essere in torto, Ellie, ma rifiutava di umiliarsi porgendogli delle scuse; il brunetto aveva reagito in modo eccessivo, senza ragionare e soprattutto senza rispettare i suoi spazi. Pensò alle occhiate torve che le riservava. Quanto era infantile, quel cretino!

Un'ombra improvvisa distrasse la ragazza dalle sue riflessioni. Sollevò lo sguardo dal volume preso in prestito al museo, trovandosi a pochi centimetri dal viso l'espressione stralunata di Collins. Aveva una lente degli occhiali rotta e la camicia sporca di cibo, ma sembrava non curarsene. Cosa voleva da lei quell'eccentrico individuo?

«Mori... Moriae.. Che leggi?» le chiese il ragazzo, indicando l'opera e inclinando la testa per mettere meglio a fuoco i caratteri sulla copertina.

«Moriae encomium, conosciuto anche come l'Elogio della Follia. Un'opera della Prima Epoca, al tempo rivoluzionaria», rispose Ellie, avvicinando le ginocchia al petto come per difendersi. Lo spilungone parve non notare il disagio della collega; sedette di fronte a lei e restò in attesa.

La giovane odiava le situazioni imbarazzanti, e quella ne faceva parte. Si innervosì e pensò a un modo per levarsi di torno quel mentecatto.

Inarcò un sopracciglio e si schiarì la voce. «Devi dirmi qualcosa? Ho appena cominciato a leggerlo e, sai, la pausa pranzo dura poco». Batté un palmo sul libro e indicò con un cenno del capo l'enorme orologio sulla vetrata della Hall.

Quel giorno, Ellie aveva deciso di mangiare all'ombra di un grande albero. Era poco in vena di compagnia, soprattutto di persone con cui non aveva confidenza. Collins, inoltre, evitava il suo sguardo e inclinava ripetutamente la testa di lato, in un tic parecchio fastidioso.
La ragazza chiuse gli occhi e poggiò la schiena sulla corteccia: il contatto con la natura la rilassava. Si rendeva conto di quanto si stesse dimostrando scortese con il collega, ma nell'ultimo periodo faticava a tenere a bada la sua indole sociopatica. Aveva pochi amici, Ellie; parlava solo con chi le ispirava fiducia e, dall'arrivo al Complesso, Michael era stato l'unico sconosciuto a cui si era volontariamente avvicinata.
Ciononostante, i genitori le avevano insegnato le buone maniere, e le fu impossibile ignorare la sempre più insistente sensazione di rimorso. Maledisse mentalmente il proprio caratteraccio.
Si raddrizzò, riaprì gli occhi e guardò il ragazzo seduto di fronte a lei, nel frattempo rimasto in silenzio. Le aveva sfilato il volume dalle mani ed era concentrato nella lettura, come se niente fosse.

«Scusami, mi sono comportata male», gli disse lentamente. Sentì le guance avvampare per la vergogna, ma paradossalmente scusarsi con uno sconosciuto era più semplice rispetto a ciò che avrebbe dovuto dire a Ryan.

Collins fece un cenno d'assenso, senza interrompere la propria attività. «Non sei la prima a farlo, ma almeno sei l'unica ad essersi scusata», rispose con voce atona.
Era abituato ai modi scortesi della gente, troppo impegnata a giudicarlo per come appariva e per niente interessata a conoscerlo davvero. Da quando era arrivato al Complesso, il ragazzo aveva realizzato di aver poco in comune con i suoi colleghi; la cosa non lo turbava, poteva sempre contare sugli amici d'infanzia, ma le continue derisioni l'avevano costretto a chiudersi in se stesso.
Era andato a cercare Ellie solo per fare un favore a Ryan. A quanto aveva capito, i due avevano litigato e l'amico aveva bisogno di metterla a conoscenza di alcune informazioni, perciò aveva chiesto a lui di fare da tramite.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora