Capitolo II: Una corsa di troppo

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Vladimir: «Aki ma che cazzo di problema hai? Ti vuoi fermare?»

Le era corso dietro fino a casa, beccandosi anche una porta dritta dritta sul muso.

Fino a mezz'ora prima stavano correndo ed improvvisamente, una volta fermati, lei gli aveva mollato uno schiaffo in faccia, andandosene con un diavolo per capello verso casa.

Akira: «no, che cazzo di problema hai TU! Ti rendi conto di quello che hai fatto?»

No, non se ne rendeva conto. Infatti, Vladimir, non aveva fatto proprio nulla. Erano usciti, si erano riscaldati, si erano messi a correre.

Poi erano andati verso il parco, lui si era fermato a fare il filo ad una, lei era andata avanti da sola per quasi mezz'ora... tutto qui, dov'era il problema?

Idiota. Era un cazzo di idiota.

La stava di nuovo guardando con il naso arricciato e l'espressione vuota di chi sta aspettando che i due unici neuroni che possiede cerchino di fare contatto in qualche modo.

Akira si spalmò una mano sul viso e sospirò esasperata, era la volta buona in cui gli avrebbe spaccato la faccia.

Akira: «vuoi che ti faccia un disegnino, emerita testa di minchia?»

Qualcosa gli diceva che se avesse risposto di sì, gli avrebbe aperto in due la testa per vedere cosa cazzo ci fosse dentro.

Doveva trovare una risposta sensata. Immediatamente.

Vladimir: «uhm...»

Certo! Bravissimo! Un "uhm" risolverà qualsiasi problema!

Akira: «...non ti picchio solamente perché una denuncia al WWF è l'ultima cosa che mi serve.»

Grazie al cielo, si era già sentito le ossa rotte...

Aspetta, cosa?

Vladimir: «Aki! Che significa denuncia dal WWF?!»

Troppo tardi, era già entrata in modalità "sei appena evaporato per me" e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

Soprattutto dopo il modo in cui aveva violentemente chiuso la porta della propria camera.

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L'avrebbe vista a cena, ne era certo.

Ecco perché aveva fatto preparare i suoi piatti preferiti.

Vladimir: «birra... c'è.

Qualsiasi tipo di piatto italiano sia quella pasta... c'è.

Carne al sangue... c'è.

Gelato al cioccolato... c'è.

Tre litri di caffè... ci sono.

Ed infine... Tiramisù.

Dovrebbe esserci tutto.»

Dopo aver ricontrollato lista e tavola per la decima volta fu finalmente convinto che andasse tutto bene. Sapeva quanto facile fosse farsi perdonare da Aki con quei piatti, anche se dopo gli anni passati insieme ancora non capiva come una quantità tanto ingente di cibo riuscisse ad entrare in un corpo tanto sottile.

In ogni caso, non aveva ancora capito dove avesse sbagliato, ma se sapeva una cosa certa su Aki era che non riusciva a rimanere arrabbiata con lui per più di tre ore, in particolare dopo una cena simile.

Peccato non sapesse che quella volta, invece, non sarebbe andata così.

Era già pronto ad urlare per chiamarla a tavola, probabilmente aveva ignorato il cameriere per dargli fastidio, lo faceva ogni volta che litigavano.

Orgoglio & VodkaWhere stories live. Discover now